Un pomeriggio a casa Queen - Arrow One-shot 1

72 2 0
                                    

Oliver le aveva di nuovo permesso di nascondersi a casa sua, era stato generoso e Sara lo sapeva. Non poteva permettere a Laurel di scoprire la sua esistenza e quindi non si era mossa da casa Queen negli ultimi giorni. Non sapeva se a Oliver desse fastidio che oziasse tutto il giorno nel grande salotto di casa sua ma l'uomo non si lamentava e ogni volta che passava a casa, cosa che non avveniva poi così di frequente, le portava qualcosa da mangia. Sembrava quasi conscio del fatto che si sentisse imprigionata e con quei gesti gentili ignorava il resto della vagonata di cibo che riempiva la cucina di casa Queen.
Era sdraiata sull'enorme divani e guardava la televisione quando sentì lo scatto della porta della cucina. Oh, chissà se si è ricordato di comprare di nuovo l'anatra all'arancia di quel ristorante cinese... come si chiamare quel posto? Dovrò farmelo dire di nuovo.
«Senti Oliver, ma quell'anatra della volta scorsa...»
All'uscio si trovava una ragazza giovano che la guardava stranita. Ma certo, deve essere Thea, cielo come è cresciuta. O cazzo, mi ha vista!!
Sara si mise composta e piano si alzò in piedi, con quelli occhioni spalancati e pieni di confusione la ragazza sembrava un piccolo cerbiatto che sarebbe corso via a qualunque movimento brusco.
«Senti posso spiegare, so che può sembrare ma ti posso spiegare, lasciami spiegare.»
La giovane sembrò considerare l'idea e fece un passo verso Sara, sorridendo piano.
«Ok, prima mi spieghi chi sei e poi mi dici che cosa ci fai qui.»
Un piccolo sorriso insolente le si dipinse sulle labbra mentre Sara apprendeva l'informazione. Certo, non si era spettata che Thea sarebbe comparsa all'improvviso a casa, a detta di Oliver viveva praticamente in pianta stabile dal suo ragazzo, ma si era aspettata ancora meno che la ragazza non la riconoscesse. Ma la cosa forse era naturale, dopotutto non si era incontrata spesso con la sorellina Queen a differenza della sorella. Okay, posso farcela, una palla qualunque, basta che sia credibile, e poi fuori di qui prima che mi guardi meglio.
«Hem... sono una escort! Il signor Queen ha detto che potevo rimanere finché volevo, ma ora tolgo il disturbo.»
«Oh, nonono, aspetta, non andare. Non intendevo disturbare e inoltre adesso mi prendo il cumulo dignità che mi è rimasto e vado di sopra, quindi tu rilassati e goditi... il tuo programma di cucina...»
Doveva essere per quello che Sara aveva fame. Si concentrò sulla ragazza e, mentre questa si trascinava piano attraverso la stanza verso le scale, notò che il suo trucco aveva visto giorni decisamente migliori.
«Hey, ma stai bene? Perché non vieni qui e mi dici che cosa c'è che non va?» Probabilmente non era una cosa intelligente da fare ma la ragazza sembrava davvero triste e a Sara ricordò tanto Laurel, quando erano bambine e la sorella aveva paura dei tuoni.
«Non credo che mio fratello ti abbia pagata anche per questo e poi non sono davvero affari tuoi.» Per un momento Sara considerò l'idea di sentirsi offesa ma lo sguardo da cucciolo bastonato la fece quasi sorridere. Quasi, perché anche se cuccioli certe bestiole non bisogna farle arrabbiare.
«Questo è vero ma sai, una delle abilità migliori delle escort e il saper ascoltare.»
«Non era quella di incassare soldi da gente come mio fratello?»
Sara rise. «Anche, ma al momento questa mia capacità non ti è utile.»
Thea, anche se sembrava riluttante, si avvicinò alla poltrona e vi si sedette. L'altra la imitò, si mise comoda, e aspettò. Dopo un po', mentre la cuoca nello schermo faceva saltare delle verdure in padella, la ragazza parlò.
«Io ho un ragazzo, si chiama Roy.» Si fermò prendendo un respiro. «Crede di riuscire a salvare il mondo, torna a casa sempre ferito e si rifiuta di ascoltarmi e smettere. Si sente in qualche modo legato all'Incappucciato, credo perché gli ha salvato la vita una volta, ma la cosa comincia a sembrare strana e lui è così ossessionato. Anche quando stiamo insieme, in ogni momento che stiamo insieme, se alla televisione o alla radio danno notizie di quel stupido giustiziere lui smette di fare qualunque cosa e si concentra sulla notizia. Voglio dire, so che per lui è importante, ma anche io dovrei esserlo e lui sembra non calcolarmi minimamente quando si tratta di quell'uomo, mi sento invisibile, inutile e-e poco...» A quel punto si fermò e con il viso tra le mani scoppiò in lacrime. Le tremavano forte le spalle e Sara gliele cinse dolcemente. La attirò a se e le posò un bacio tra i capelli mormorando parole di conforto. Non si riusciva proprio a spiegare come la piccola Speedy, diventata adesso così una così bella donna, potesse essere tratta così o anche solo pensare certe cose.
«Sono una persona patetica vero?» Chiese piano la ragazza, guardando negli occhi Sara.
«Non credo tesoro, ma anche se lo fossi, considera sempre che c'è qualcuno di più patetico di te.»
«Chi?»
«Beh, mi pare ovvio, Oliver Queen. D'altronde per avere qualcuno che gli scaldasse il letto ha dovuto pagare me.»
Thea scoppiò in una lunghissimi risata, che le fece lacrimare gli occhi. Forse il commento in fondo non era poi tanto divertente ma alla ragazza non sembrava importare e nemmeno a Sara che si unì alla risata. Dopo essersi calmate la più giovane aveva un sorriso rilassato sulle labbra che la faceva quasi risplendere. La curiosità di Sara si accese.
«Senti, ma come finiva la tua frase di prima?»
Le guance di Thea si infuocarono all'istante e la ragazza cercò di nasconderle piegando il viso contro il braccio di Sara che le stava ancora stringendo le spalle. Sara quasi si pentì, aveva di nuovo spezzato il clima rilassato che si era creato. Quando non ricevette risposta per altri minuti si sentì in dovere di scusarsi ma una piccola parolina le arrivò alle orecchie.
«Attraente.»
Sara stava quasi per chiederle di ripetere ma in quel momento Thea sollevò lo sguardo e i suo grandi occhioni la catturarono.
«Scusa la domanda personale m-ma tu... sei una escort a senso unico?» Domandò insicura la ragazza.
Il significato di quelle parole colpì Sara e il suo respiro si fece superficiale. Deglutì e rispose.
«No tesoro, non lo sono.»
Thea annuì e sempre con le gote in fiamme e gli occhi luccicanti che ipnotizzavano Sara pose la domanda successiva.
«Mi trovi... Mi trovi attraente? O per lo meno, potrei esserlo?»
Sara deglutì ancora e sorrise malefica.
«Assolutamente, lascia che te lo dimostri.»
Oh merda, Oliver mi ucciderà.

Arrow One-shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora