Capitolo VIII "Il paradiso"

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Heléna si ritrovò nel centro esatto di una grossa piazza di marmo bianco e immacolato, dalla forma di rosa. Si guardò attorno, spaesata, e vide che la gente che passava emanava una tenue luce dorata. Ma non solo questo. Sembrava che sulla schiena avessero delle ali trasparenti, delicatissime, come quelle della fate.

Gli angeli. Stupende creature dai capelli bianchi, biondi, alcuni neri, altri rossi e altri ancora castani.

Tra folla passò una ragazza, dai capelli color caramello, gli occhi gialli e i tratti quasi felini, che si sventolava con il ventaglio e muoveva placidamente le ali. -Maya?!-, esclamò Heléna fissandola. Non poteva crederci, la sua migliore amica era lì! L'amica che conosceva da tutta una vita era lì ed era un angelo!

Maya sgranò gli occhi e si coprì il volto col ventaglio mentre si allontanava tra la folla. La ragazza la seguì a lungo poi la raggiunse e le poggiò una mano sulla spalla. -E da quando tu sei un angelo?-.

Maya sospirò e sorrise. -Lo sono sempre stata. Sono un angelo custode, il tuo angelo custode-.

-Comecomecome?!-, esclamò Heléna. Maya sorrise divertita e la guidò fino a una panchina, dove si sedettero e l'amica le prese le mani. -Heléna. Ricordi l'età in cui ci siamo conosciute?-.

-Sì avevamo sei anni. Ti ho fatto cadere dalla sedia il primo giorno delle elementari-.

-Sì. Ti ricordi com'ero io con te?-.

-Molto protettiva. Quando notavi un comportamento "strano" dei nostri compagni nei miei confronti diventavi gelosa-.

-Heléna, facevo così solo perché ero al corrente che tu avessi conosciuto Lucifero l'anno prima e cercavo di proteggerti. Poi, qualche tempo fa, quando siamo tornate dal campo estivo, non ho sentito la presenza del demonio e non ti ho protetta. Lui lo sapeva che io sono il tuo angelo custode e ha celato la sua presenza-.

Heléna abbassò lo sguardo. -Ma voi angeli non invecchiate-.

-Ho chiesto a Dio se poteva farmi diventare una bambina di sei anni e farmi crescere fino ai diciotto, per poi tornare normale. Noi angeli custodi possiamo farlo. Gli arcangeli no-.

-Potresti portarmi da Dio?-.

-Guarda, il mio amico Gabriel sta per andare da lui e io ho tante cose da fare. Ti ci farò portare da lui-.

-Gabriel l'arcangelo?-, esclamò Heléna. Maya annuì e alzò il braccio per richiamare l'attenzione di un ragazzo in fondo alla piazza. Fece qualche passo svelto poi comparve di fronte a Maya e le sorrise. -Maya-, la salutò. Lei ricambiò il sorriso e lo salutò con un cenno del capo. Aveva i capelli biondo scuro e gli occhi grigi. Aveva una spada attaccata alla cintura e le ali più grandi rispetto a quelle degli altri angeli.

-Gabriel, devo chiederti un favore. Potresti portare la mia protetta al cospetto di Dio?-. Gabriel annuì con un sorriso e fece cenno a Heléna di seguirlo.

La città degli angeli era interamente fatta di marmo e cristallo, luminosa e allegra. -Così tu sei Heléna eh?-, disse l'arcangelo.

-Già-.

-Colei che sta aiutando Lucifero-, continuò.

La ragazza rimase in silenzio e Gabriel aggiunse:-Tranquilla, da una parte è un male perché stai aiutando un Angelo Rinnegato, o meglio, il Principe dei Demoni e Signore dei Rinnegati. Ma da una parte hai quasi ragione. Bisogna sempre aiutare qualcuno, anche se questo qualcuno è Luzbel-.

-Luzbel?-, ripeté Heléna.

-Era il nome di Lucifero prima di essere stato rinnegato. Ricordo ancora quel giorno. Dio e Lucifero avevano litigato e lui gli aveva promesso che si sarebbe vendicato, che sarebbe diventato il dio supremo. Ci fu un lungo combattimento, gli angeli contro gli angeli ribelli, e anche Dio contro Lucifero. Era calata l'ombra sul Paradiso, i Rinnegati stavano vincendo. Poi Dio, in un ultimo sforzo, ha gettato Lucifero e i suoi nell'Inferno. Quando è nato Gesù, Luzbel è tornato e ha portato un fiocco azzurro. Lì aveva incontrato Eris, una delle figlie di Dio-, Gabriel fu interrotto da Heléna:-Come?! Eris è la figlia di Dio?!-.

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