CAPITOLO 6

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L'infermiera tornò dentro e disse ai miei genitori di uscire perché doveva dirmi una cosa importante.
Avevo paura, non per me, ma per Michael.
Insomma, era anche colpa mia se ora ci trovavamo in osoedale no?
Lei si avvicinò a me e mi disse:
I: "ecco il segreto. Se vivrai o se morirai, dipenderà solo da te. Devi essere forte"
A: "come sta Michael?"
I: "il peggio è passato"
In quel momento pensai solo una cosa: "devo vederlo".
Era sera e io stavo escogitando il mio piano mentre mangiavo a fatica la minestrina dell'ospedale.
Uscii dalla stanza per cercare quella di michael che era al piano superiore.
Presi le scale, anche se nella condizione in cui erano i miei poveri polmoni, non era proprio la cosa adatta.
Corsi lungo i corridoi, nascondendomi alla vista di ogni dottore che incontravo.
Arrivata alla sua camera lo guardai dalla porta a vetri.
I dottori lo stavano ancora operando e non avevano una bella faccia.
Cominciai a piangere fortissimo e mi nascosi in un angolo.
Era seduta e avevo la testa appoggiata al muro.
Piangevo sempre di piu fin quando, come per magia, mi addormentai.
La mattina dopo mi svegliai ancora lì. Strano che nessuno mi avesse visto.
Notai un biglietto che diceva:
*so che vuoi vederlo, so che tieni di più a lui che a te, ma mettiti nei suoi panni.
Lui vorrebbe che tu ti rimettessi al più presto, ha un senso di colpa addosso che non ti immagini.
Vallo a trovare quando entrambi starete meglio.
Sarà più felice.
Ti prego, torna nella tua stanza e curati.*
Firmato: l'infermiera.
Aveva ragione.
Ancora con le lacrime agli occhi me ne tornai piano piano nella mia stanza.
C'era l'infermiera che mi rimise sul letto e mi diede dei medicinali.
Mi sorrise e poi disse:
I: "hai fatto la scelta giusta, sei una brava ragazza"
sorrisi anche io.
I: "posso fare altro per te?"
A: "potresti darmi il mio ipod?"
I: "certo!"
Mi misi le cuffie e cominciai ad ascoltare la musica di mika a volume altissimo.
Così stavo meglio.
Quella musica mi salvò, ancora una volta.

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