BECKY

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Mio padre non è un uomo cattivo, la definizione giusta sarebbe occupato, lui è sempre molto occupato.
Sono a Forvell da un mese, passare dal South Carolina al Virginia non è stato poi così traumatico, non sento di aver perso chissà quale vita anche perché quella che ho vissuto negli ultimi tre mesi. Vorrei solo che mia zia potesse vedermi per constatare di persona che in me non c'è stato nessun cambiamento rispetto a quando stavo da lei, da quando sono qui a Forvell sarò uscita di casa due o tre volte giusto per andare a ritirare la posta nella casella in fondo al giardino della villa. Il vero trauma sarà domani, iniziare tutto da capo in una scuola nuova quando si è già al quarto anno è più facile a dirsi che a farsi, ma ho intenzione di riuscirci, devo riprendere in mano la mia vita.
Mi faccio un bagno caldo prima di mettermi a letto, cerco di non pensare, voglio rilassarmi ma dura tutto troppo poco, le immagini dell'incidente mi riempiono la testa, mi sento sopraffatta dalla forza con cui si insinuano nei miei pensieri, sento qualcosa di caldo allungarsi giù per la mia guancia, per la prima e ultima volta da quella notte mi sto concedendo il lusso di piangere.

Mi sveglio all'improvviso, ma non è un incubo ad aver interrotto il mio sonno bensì la sveglia accanto al letto, forse qualche cambiamento il trasferimento potrebbe davvero portarlo ma preferisco non cantare vittoria troppo presto. Non ho la tipica divisa della Steward, immagino me la consegneranno oggi con l'orario delle lezioni, opto quindi per un paio di jeans aderenti e una canotta bianca che mette in risalto il mio lato a non proprio modesto, combino uno chignon veloce e l'effetto disordinato ottenuto mi piace, mi guardo allo specchio, era da tanto che non pensavo a cosa e come mettermi, pesco una borsa a caso dalla valigia che fortunatamente si adatta alla semplicità di cui mi sono fatta modella oggi. Saluto mio padre e Carry, la governante, esco di casa velocemente e mi accorgo solo dopo qualche passo di non aver nemmeno controllato cosa ci fosse per colazione, sono più in ansia di quanto pensassi, tanto da inciampare quasi in un marciapiede. Arrivo davanti all'enorme struttura e cerco di mimetizzarmi in mezzo ai numerosi gruppi di studenti che si affollano e salutano dinanzi al cancello, mimetizzarsi quando si è l'unica senza divisa si rivela più difficile del previsto ma mi carico di coraggio e cerco di ignorare le numerose occhiate e radiografie alle quali sono continuamente sottoposta. Dopo qualche minuto è il suono della campana a salvarmi, ora devo trovare velocemente il modo di raggiungere la segreteria prima che questa si affolli. Provo a capire da solo quale sia la giusta direzioni ma mi tocca arrendermi, mi guardo intorno alla ricerca di qualche viso simpatico a cui chiedere informazioni, sono disorientata come mai nella mia vita, nell'altra scuola mi era capitato di prendere in giro qualche nuovo arrivo, ora potevo constatare che trovarsi dall'altra parte non era piacevole allo stesso modo. Sento una mano sulla spalla, mi volto velocemente e mi ritrovo davanti una biondina che non perde tempo e mi squadra da cima a fondo.
-Tu devi essere nuova ragazza, e non pensare che lo abbia capito solo per il dettaglio divisa, si vede lontano un miglio- perfetto, questo si che era incoraggiante...
-Cerchi la segreteria? Aspetta.. mi capisci vero?- non so se piangere o riedere, crede che io non parli la lingua.
- Cerco la segreteria- dico senza esitare.
- Bene, seguimi- faccio come dice.
La segreteria è quasi deserta, forse potrei sopravvivere a questa giornata -Bene, grazie... - mi accorgo di non conoscere il nome della mia salvatrice -Jennifer, per gli amici e per te Jenny- dice porgendomi la mano.
-Becky- rispondo stringendola.
- Ok Becky, ti aspetto qui mentre ritiri orario e divisa, poi ti mostro dove andare - sta andando tutto per il verso giusto, quasi non ci credo, tutto mi aspettavo meno che farmi degli amici il primo giorno, forse avevo davvero la possibilità di ricominciare.
Ritirato tutto l'occorrente e firmato diversi moduli mi dirigo verso la porta, Jenny è ancora li ad aspettarmi ma non è solo, accanto a lei c'è una montagna di ragazzo con cui lei sembra ridersela a crepa pelle, il ragazzo è il primo ad accorgersi che li sto fissando, mi sento in imbarazzo, Jenny si volta nella mia direzione e mi sorride allargando le braccia.
-Oh eccoti finalmente, Becky lui è Cory il mio macho preferito nonché migliore amico, Cory lei è Becky la ragazza di cui ti parlavo-
Jenny gli stava parlando di me? Perfetto, l'imbarazzo è triplicato, Cory mi sorride mentre mi stringe la mano, lo guardo in faccia, ha deglio occhi che ricordano tanto l'oceano.
Jenny mi mostra l'aula di scienze, la prima del mio orario, purtroppo abbiamo poche ore insieme ma mi adatterò, mi lascia dicendo che ci rivedremo all'ora di pranzo, mi affido a quella promessa e mi faccio coraggio. Inizia la vera battaglia.

Rinasceremo insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora