TAYLER

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Maledizione, sono le 7.45, tra un quarto d'ora inizia la mia prima lezione di scienze e io sono ancora bloccato a casa perché quel coglione di Finnick oltre a non avermi svegliato si è anche portato dietro entrambi i mazzi di chiavi e io ho smesso di sperare nell'arrivo di mio cugino da diversi minuti ormai.
Il salto dalla finestra non si rivela poi cosi suicida come credevo ma so per certo che quello che mi anima oggi è un istinto omicida, meglio che Finnick abbia trovato un posto dove nascondersi.
Sono le 7.49, posso ancora farcela, sto praticamente correndo ma la paura di sembrare un coglione mi spinge a rallentare drasticamente il mio scatto finale. I corridoi si stanno svuotando rapidamente, cammino a testa bassa in moda da non incrociare lo sguardo con nessuno e non essere costretto poi a fermarmi per salutare e perdere ulterior tempo. Sono praticamente arrivato quando finisco contro qualosa, o meglio qualcuno, che a differenza mia sembra non essere destinato a rimanere in piedi, fortunatamente i riflessi pronti mi permettono di afferrare un braccio ed evitare la caduta, guardo la mia vittima che mi guarda a sua volta, gli occhi azzurri sembrano spaventati e passano subito a fissarsi il braccio che mi rendo conto di stringere ancora con forza, non esito a lasciarlo.
È nuova, lo si vede lontano un miglio, vorrei distogliere lo sguardo e non passare per uno con instabilità mentali ma davvero non ci riesco.

Rinasceremo insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora