Un regalo inaspettato

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I mercati centrali rappresentavano a Nalram l'unico luogo dove gli abitanti potevano comperare merci provenienti da fuori Knowdel, il solo continente in cui regna la pace. Il resto delle terre era del tutto invaso da saccheggi, agguati, e rapine da parte di predoni e malviventi. Oltretutto la città elfica era la capitale di tutta Knowdel, e per questo sempre piena di gente proveniente da ogni angolo dei paesi pacifici.
<<Che stupide storie mettono nelle teste dei giovani apprendisti. Come possono essere sicuri che la pace duri in eterno?>> pensò Mistal ad alta voce.
Mentre I pensieri invadevano la sua mente, era giunto all'ingresso di piazza Tamnen, dove su vecchi tavoli e banchi di legno consunto erano esposte merci di ogni tipo. Anche un forestiero avrebbe potuto distinguere cosa veniva venduto su un bancale osservando solamente la tipologia di acquirente che lo circondava; su quelli carichi di beni di prima necessità, tessuti pregiati e gioielli le donne si spingevano con foga per riuscire ad accaparrarsi gli articoli migliori.
Dal sorgere del sole fno a quando arrivava l'ora del pranzo, se cercavi un'elfa la potevi trovare nella quasi totalità dei casi intenta a barattare sul prezzo di qualche mantella o di un vaso di miele.
Più riservati e decisamente più pericolosi erano gli spazi riservati alle armi e alle pozioni. Non era raro assistere ad una rissa a causa di un litigio su chi meritasse maggiormente l'acquisto di un arco; e ancora meno essere spiacevole testimone di assassini, quando qualcuno faceva troppo il gradasso. Mistal si dirigeva da Jarfas, il suo mercante di fiducia. Lui sapeva sempre come fargli spendere I suoi mint duramente guadagnati, anche se non lo faceva con malizia.
<<Lok'Dak ragazzo! Cosa ti porta da queste parti?>>
<<Come se non lo sapessi, vecchia volpe>>
<<Ahah! Non dire fesserie, sono solo contento che trovi sempre il tempo di venire a trovare un vecchio come me, di tanto in tanto>>
<<Non potrei mai farne a meno. O forse dovrei riferirmi alle armi che possiedi>>
Un sopracciglio si inarcò sul suo viso;  gli piaceva molto scherzare con il suo amico, una grande amicizia li legava. Jarfasera uno degli elfi veterani sopravvissuti alla guerra di Nephelim; sul campo ha imparato tutto quello che c'è da sapere sulle armi elfiche e non solo. Era uno dei pochi elfi in grado di raccontare come sono fatti gli artigli dei Draconidi, e di come scintillano di luce azzurra le lame dei FerroManto quando sono incantate dagli stregoni.
<<Spiritoso, so benissimo che muori dalla voglia di sentire le mie storie. Oggi però è il tuo giorno fortunato, ho qualcosa qui, nella mia tasca che sono sicuro ti piacerà>>
Gli occhi di Mistal viaggiarono sulla tunica color arancio del mercante, in cerca di qualcosa che potesse attirare la sua attenzione. Ci volle poco, e si accorse che la spaziosa tasca destra conteneva un fagotto. La sua forma ricordava quella di una piccola bottiglia, pur ignorando il motivo della presenza di un'ampolla nel suo vestito.. Poi guardò meglio, e si accorse che all'inizio della fessura nel vestito, un'estremità del misterioso oggetto mostrava la sua vera natura: un elsa!
<<Ma... E' un pugnale?>>
<<Come hai fatto a indovin...>>
Le parole di Jafras furono bruscamente interrotte da un colpo in mezzo alle scapole. Dietro di lui c'era un Orco alto molto più dei due elfi assieme. L'istinto di Mistal scattò improvvisamente, e la sua mano destra si mosse velocissima verso il fodero sul lato sinistro del fianco, ma invano. Non era permesso agli apprendisti girare armati, e l'unica "arma" con cui poteva difendersi era una spada di legno usata per esercitarsi a duellare.
<<Bene - si disse -, a quanto pare dovrò combattere con questa inutile cianfrusaglia>>
L'Orco si rivolse a Jafras, dolorante a terra che cercava di riprendere fiato dopo che il manico dell'ascia gli aveva spezzato il respiro senza preavviso.
<<Bastardo! Come hai osato vendermi un'arma normalissima spacciandola per incantata?>>
<<Lord Yothaz, non avrei mai osato fare una cosa simile, lo sa benissimo!>>
Le parole di Jafras ad una prima impressione avrebbero potuto dare l'impressione di mostrare riverenza, ma Mistal sapeva benissimo che quello era timore. Sulle estremità laterali del mantello, l'orco indossava due spille raffiguranti un simbolo inconfondibile. Era l'ascia dei RocciaMagma, una delle gilde più potenti di tutta Knowdel e soprattutto tra le più temute. I loro modi erano assai ostili alle leggi e alle buone maniere; del resto cercare di insegnare la diplomazia ad un orco è come buttare giù da una rupe un nano e sperare che spicchi il volo, o perlomeno questa era una frase ricorrente tra gli elfi più longevi.
<<Dici di no, vecchio imbroglione? E allora perchè quest'arma che mi hai venduto poche ore fa non ha alcun tipo di incantamento al suo interno?>>
Mistal non poteva permettere oltre, la sua indole prese il sopravvento. Jarfas non avrebbe sopportato oltre quelle pubbliche offese. Afferrò un vecchio panno arrotolato  usato dagli armaioli per lucidare le armi bollenti mentre vengono modellate alla forgia, e ancora incandescente lo lanciò sul volto di Yothaz, sperando di riuscire a concedersi il tempo necessario per colpire. Ma nessuno di questi trucchi avrebbe mai potuto ingannare il generale dei pelleverde così facilmente. Con la mano sinistra evitò il panno, e con la destra - che in un frangente di secondo aveva già impugnato l'ascia tenendola dalla testa per non ferire gravemente- sferrò un colpo in pieno petto a Mistal, che ruzzolò su un vecchio tavolo rompendolo in mille pezzi.

Storie di Nalram Vol. 1: L'ira dei DraconidiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora