C'era qualcosa di strano, quella mattina.
Il sole batteva contro il mio viso quasi con dolcezza, delineandone il profilo, mentre qualcosa di morbido avvolgeva il mio corpo, raggomitolato su se stesso.
Socchiusi lievemente gli occhi, passandoci sopra le mani, in modo da potermi abituare alla luce mattutina.
Quando mi misi a sedere, però, notai che qualcosa mi teneva stretto a sé; voltai lievemente il capo, e notai un viso a pochi centimetri da me.
Aveva gli occhi chiusi e il volto rilassato, ma i capelli biondi gli ricadevano scomposti sulla fronte. Newt.
Allungai la mano e, quasi senza rendermene conto, scostai un ciuffo dal suo viso, passando i polpastrelli sulla pelle liscia.
Poi scesi con la mano sulla sua guancia, non potendo evitare di sorridere.
I ricordi della sera prima erano confusi, sapevo solo che mi ero addormentata sul retro del Casolare, e che il ragazzo mi aveva riaccompagnata dentro, probabilmente poi mi aveva fatta sdraiare e si era messo accanto a me.
«Mmmh» mugugnò, muovendo appena il capo, nel tentativo di svegliarsi completamente.
«Ehi» sussurrai scostandomi un po', in modo che potesse alzarsi.
Tuttavia lui si mosse solo di qualche centimetro, portando un braccio accanto alla nuca, in modo da poterla tenere sollevare.
«Sei già sveglia?» chiese, io annuii, rimettendomi sdraiata al suo fianco.
«Sì» mi limitai a dire, e lo vidi sorridere.
«Forse dovremmo raggiungere Alby e Minho» sussurrò.
«O forse potremmo rimanere qui ancora un po'» mugugnai accoccolandomi meglio su me stessa, e chiudendo gli occhi.
Il ragazzo non rispose, ma immaginai che stesse sorridendo, così socchiusi un occhio e, sorridendo a mia volta, sbuffai «Dobbiamo andare per forza, eh?».
«Possibile».
«E non ho alcuna possibilità di corromperti in modo da poter dormire altri due minuti, vero?» chiesi ghignando appena.
«Possibile».
Sospirando sconfitta, mi alzai e mi misi in piedi, porgendogli una mano.
Newt sorrise, alzando un sopracciglio e poi si alzò, ignorando, però, l'arto che gli avevo porto. Stavo per ritrarla, quando lui l'afferrò, intrecciando le nostre dita.
Poi si avvicinò «Andiamo» sussurrò.
Scavalcammo qualche corpo sdraiato sul suolo e uscimmo fuori. Newt lasciò la mia mano e, improvvisamente, sentii una sensazione di vuoto scuotermi le membra.
Mi guardai un po' attorno. Le mura erano chiuse, e nessun Velocista era ancora lì fuori.
«Mia» quando sentii una voce chiamarmi, mi voltai e notai un ragazzo venirmi incontro.
«Ehi» disse, ansimando lievemente, non appena mi fu accanto.
«Ehi, tu sei Jeff, vero?» chiesi. Se non sbagliavo, lui era uno dei Medicali che mi avevano aiutata quando ero arrivata nella Radura.
Lui annuì, e io continuai «Come posso aiutarti?».
In risposta, lui indicò la mia gamba, e io corrugai la fronte «Sto bene, sta guarendo».
Il lungo taglio che ne delineava il profilo si era rimarginato, certo, bruciava ancora, e nel Labirinto avevo avuto qualche fitta, ma decisamente sopportabile.
STAI LEGGENDO
Mia - The Maze
FanfictionMia. Proprietà della C.A.T.T.I.V.O. Gruppo B. Soggetto B5. La creatrice. Ci sono due Labirinti di proprietà della C.A.T.T.I.V.O., Mia apparteneva al gruppo B, ma, dopo un'improvvisa caduta in un luogo non ben definito, si ritrova circondata da una c...