Capitolo 2

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Mi sveglio, come sempre in ritardo. La scuola è ricominciata da qualche giorno e non sono ancora arrivata puntuale. Dopo aver fatto colazione ed essermi lavata mi sistemo i capelli. Mi do un' occhiata allo specchio: i ricci castano scuro scendono indomati sulle spalle... ricordo quando mamma me li accarezzava dolcemente. Li ho presi da lei, così come gli occhi. Ho ancora in mente il suo sguardo... Le urla di zia mi risvegliano e scendo subito. Esco e cammino fino a scuola. Per fortuna il tragitto è abbastanza breve e quando mi siedo nel mio banco la professoressa è appena entrata. Dopo il solito appello inizia a parlare. "Allora, come tutti voi sapete, arrivati al terzo anno di liceo si ha la possibilità di partire per il cosiddetto "Progetto Erasmus", uno scambio culturale con un altro paese. In parole povere, se volete per un anno potrete vivere e studiare in un altro paese, dal quale partirà un ragazzo del luogo scelto, che invece verrà da noi. È una grossa opportunità per tutti quelli che amano le lingue e che vogliono fare una nuova esperienza". Senza neanche pensarci alzo subito la mano. "Sì, signorina Black?"la professoressa mi da parola. "Possiamo scegliere noi la destinazione?"sono impaziente e allo stesso tempo in estasi per tutto questo. Conosco bene l'inglese e amo le lingue in generale. In più sono una persona avventurosa e amo viaggiare. La professoressa prende una cartelletta "Ci sono solo quattro posti in Europa tra cui scegliere: Germania, Italia, Irlanda o Belgio." Un po mi dispiace che non si possa andare anche in Giappone, in un certo senso ci speravo. Ma non importa, è comunque grandioso. La professoressa continua "Chi è interessato può rivolgersi in segreteria e richiedere il modulo da compilare. Ricordate che le iscrizioni sono a numero chiuso,perciò non tutti fra voi potranno partire." Ecco... era troppo bello per essere vero! Devo assolutamente passare. Dopo la lezione corro in segreteria e ritiro il modulo. Torno a casa in velocità e sbatto la porta appena entro. Non posso lasciarmi sfuggire un'occasione del genere! "Amaya piano! Sembra che sia appena entrata una mandria di buoi!" Zia Mary è seduta sul divano che sistema delle carte, sicuramente roba di lavoro. Ridacchio e mi avvicino a lei. La sto guardando con un sorriso a trentadue denti. "Cara non stare li in piedi a fare lo stoccafisso, siediti " nella sua voce c'è un tono di umorismo;bene,è di buon umore. "Senti zia... tu sai quanto ami le lingue, no?"dico dopo essermi seduta. "Mmh" fa in risposta. "Mi è stata data una grande occasione che può farmi crescere e... maturare e..." la zia mi blocca "Wo wo wo... a parole tue, altrimenti non sei credibile" ride mentre lo dice. Io sorrido pensando al mio fiacco tentativo di parlare come lei. "Ok ok... comunque dicevo, oggi a scuola la professoressa ha parlato del progetto Erasmus" prendo il modulo dalla borsa e glielo mostro. Lei si fa subito più attenta "e ho pensato che poteva essere davvero fantastico... cioè praticamente ti sto supplicando di farmi partecipare al concorso! Ci sarà un sorteggio e solo alcuni ragazzi potranno partire... Ho sempre voluto fare un'esperienza del genere e ora posso." Zia mi guarda, uno sguardo indecifrabile. Finalmente apre bocca "Non dico che non sia una bella cosa che tu sia così curiosa e voglia scoprire il mondo ma questa cosa te la devo chiedere" Ecco la domanda fatidica che aspettavo "È perché non stai bene con noi?" la guardo "Lo so, noi non potremmo mai sostituirLI" non li nomina mai, dice sempre 'loro', "ma io e Zio Paul ti vogliamo bene. Sei come una figlia per noi." Le metto una mano sulla spalla "Anche io vi voglio bene zia e non devi pensare che non sto bene con voi, solo... ho bisogno di novità! In tutta onestà sento che devo fare nuove avventure... io qui impazzisco" Zia mi abbraccia "Certo che puoi partire... ti avrei detto comunque di si solo per quel tuo bellissimo sorriso che hai sfoggiato appena entrata! Non ti vedevo così felice non so da quanto tempo! Non sei più stata la stessa dopo... hai capito... sei fredda, te ne stai spesso da sola in camera tua a fare non so che cosa... Dov'è la mia piccola May?" Ora ho lo sguardo basso. Mi faccio forza e lo alzo un poco "Sono sempre qui". Lei sorride tristemente "No, tu sei altrove". Cerco di svincolare la conversazione e gli passo il modulo. "Allora?" gli dico. Lei sembra tornata allegra e risponde "Facciamolo!" Mi abbraccia.
Dopo aver compilato la parte relativa alle miei informazioni personali, arriviamo alla scelta del luogo in cui andare. Ero così in estasi di partire che non ho neanche pensato alla destinazione. "Io direi di eliminare il Belgio... ci sono già stata e voglio visitare un posto nuovo " dico a zia. "Mh...Che ne dici della Germania?" chiede. "Non so parlare tedesco, ti ricordo che la prof. ha detto che bisogna scegliere un posto del quale si conosce già la lingua". Zia annuisce. "Irlanda! Si ho deciso! Il verde, le leggende sui folletti " Zia ride "... in più non ci sono mai stata e so parlare bene l'inglese" dico al settimo cielo. "Fantastico! E l'Italia per la prossima volta" sembriamo due bambine che hanno appena ricevuto un unicorno per il compleanno. "Mi sono perso qualcosa?" arriva zio Paul sorridendo.
Dopo avergli spiegato tutto lui è davvero felice e in ansia sperando che mi prendano. La partenza è abbastanza costosa e sono fortunata che gli zii siano molto benestanti... zio Paul è primario in medicina all'Ospedale di Copenhagen, il migliore in tutta la Danimarca. Tutti conoscono Paul Andersen.
Dopo aver cenato vado subito in camera e mi metto a scrivere. Ho una sorta di agenda/diario in cui annoto pensieri, considerazioni sulla mia vita e tutto ciò che mi circonda. Spesso ci disegno anche. A volte mi succede di usarlo come 'mezzo di comunicazione' con la mia famiglia. È un po da stupidi, ma mi serve. Quando mi sento sola scrivo sempre, in segreto. Nessuno sa della mia agenda o che amo scrivere. Nessuno dovrà mai sapere chi è dentro Amaya Black.

Finalmente meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora