Capitolo 4

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Appena salita in macchina c'era silenzio, poi il sign.Ross iniziò a parlare. "Allora...tua mamma ha detto che sei una persona difficile" mi guarda. Io mi pietrifico e con lo sguardo fermo altrove affermo fredda "Lei non è mia madre." Il sign. Ross è mortificato e cerca di scusarsi ma io gli dico che non importa. In realtà mi importava eccome, ma che ci posso fare? È inutile piangersi addosso, la fragilità non è certo un aspetto della mia vita che volevo mostrare. Sono stata definita spesso 'stronza' e non nego affatto di non esserlo. Mi va bene così. Cambio argomento "Posso sapere dove siamo diretti?" il tono della mia voce è cambiato, sono molto lunatica e riesco a far vedere di aver cambiato umore da un momento all'altro. "Io abito a sud di Dublino, nella Contea di Wicklow. È un paradiso naturale immerso nel verde, vedrai che ti piacerà" sembra un bambino che parla di quanto sia bella la sua collezione di figurine. "Allora Amaya, quanti anni hai?"chiede gentile. "Sedici " rispondo. Lui sorride "Allora credo andrai d'accordo con mio figlio Joshua. È circa un anno più grande di te, ma vedrai che farete amicizia" annuisco e non posso fare a meno di immaginarmi come potrebbe essere questo Joshua. Il sign. Ross richiama la mia attenzione "Siamo arrivati". Guardo fuori e vedo il verde sgargiante diviso dal cielo di un azzurro brillante. In lontananza scorgo un gigantesco giardino. "Tutto questo è vostro?!" sono senza parole. "Sì, il terreno è abbastanza esteso" ridacchia. "Abbastanza??? Wow" stavolta sono io che sembro una bambina. Ci avviciniamo a uno spiazzo con tettoia, dove parcheggia ed esce. Lo seguo a ruota guardandomi intorno. "Vieni" dice attraversando un viale in mezzo al giardino. È bellissimo. È pieno di fiori colorati e c'è pure una fontana al centro. Mi fermo un attimo a guardarla. C'è la statua di una bambina che accarezza una rana. Mi avvicino un po e noto che la bimba ha i tratti asiatici... sono molto incuriosita da questa fontana, non capisco questa rappresentazione, sono incuriosita e ho intenzione di scoprire il significato. Ora però voglio vedere dove abiteró. Raggiungo il sign.Ross. Davanti a noi una gigantesca villa bianca, con edere rampicanti che salgono ai lati. Sembra un po rurale ma moderna allo stesso tempo. Arriviamo al porticato dove ci sono un tavolo con delle sedie e una di quelle altalene a tre posti che ho sempre sognato di avere. "Ah che bella la gioventù! Hai un sorriso così grande che tra un po ti verrà una paralisi!" Ridacchio "Sono contento che ti piaccia qui" dice sorridendo. "Oh sì è tutto fantastico" rispondo felice. "Bene" dice mentre gira la chiave della porta d'ingresso. "Prego" apre la porta facendomi un gesto della mano per farmi entrare. Io squadro un po la situazione e poi piano entro guardandomi intorno. Ma quanto è grande l'ingresso?! Il sign. Ross chiude la porta e si avvicina per mostrarmi la casa. "Qui a sinistra c'è la cucina, la sala da pranzo e un ingresso che ti porta allo scantinato, a destra il salotto con il bagno. Di fronte le scale, con sotto la biblioteca, che portano alle camere da letto e la sala hobbie. Poi ci sono altre scale e si arriva alla soffitta, dove ci sono il mio studio e la mia camera da letto con bagno. In più c'è una enorme veranda in cui potrai affacciarti quando vorrai. La tua stanza è al primo piano, insieme alle altre. Ovviamente ogni camera ha il proprio bagno personale" lo ascolto con la bocca spalancata mentre mi conduce in salotto. È una gigantesca stanza con un divanone al centro, poltrone color sabbia e un tavolino davanti. Di fronte, un'enorme tv. Molti quadri ornano la stanza, grande quasi come metà della mia vecchia casa. Non può mancare una gigantesca vetrata che da al giardino; circonda tutta la villa, e gli da un aspetto misterioso. "Che capelli ricciosi" sento squillante come un uccellino. Mi giro e capisco che viene da una bambina che avrà si e no 6 anni. È biondissima e ha dei magnifici occhi azzurri. Ha delle simpatiche codette che le danno un aspetto simpatico. Somiglia proprio al padre. "Sign. Ross non credevo avesse un altra figlia" dico sorridendo alla bimba. Lei ricambia. "Oh Amaya, il meglio deve ancora venire..." viene interrotto da altri due bambini che si rincorrono. Si avvicinano a noi con il fiatone. Quello più piccolo ha un caschetto biondo, ma gli occhi sono castani. Quando guardo la bambina più grande invece, capisco che non è di certo irlandese. Capelli neri liscissimi, occhi a mandorla e naso piccolo. Ha i tratti asiatici, penso sia stata adottata. Ma quello che mi sconvolge di più è quando arriva la moglie del Sign. Ross. "Ciao, sono Yume Saīto, la moglie di Erik. Sono felicissima di conoscerti!" Ha un bellissimo sorriso ed è la copia della figlia (o meglio, il contrario). Ora capisco tutto, anche perché la fontana ritrae una bimba asiatica. Aspetta! Non saranno mica giapponesi... "Piacere signora Ross" le stringo la mano. "Chiamami Yume" annuisco "D'accordo signora Ro...Yume" Lei sorride e mette i suoi figli in fila dal più piccolo al più grande. "Questi sono i nostri figli: Diana, Andrew e Elizabeth" poi il sign.Ross la interrompe "E Joshua?". "È uscito, ha detto che 'non era necessaria la sua presenza' " la signora Yume sospira, sicuramente esasperata da suo figlio. Poi il marito rompe il breve silenzio. "Allora,perché voi tre non accompagnate Amaya a vedere la sua stanza?" i bambini saltellano verso le scale. Sono enormi, esattamente come le hanno sempre volute i miei. Se vedessero questa casa... Mi risveglio dai miei pensieri. Elizabeth apre l'ultima porta a destra "Questa è camera tua"entra seguita dagli altri e da me. È grande e il letto è a due piazze. C'è una cabina armadio, una toeletta, una scrivania, un enorme scaffale di libri e una veranda. I bambini mi guardano e io dico loro "È fantastica" appoggiando i miei bagagli. Si siedono sul letto e mi invitano a provarlo. È morbidissimo. "Quanti anni hai?" Chiede Andrew. "Sedici, tu?" Rispondo. "Io 8, Diana 6 e Beth 10" saltella su e giù nel letto. "Sei più simpatica di Josh" dice Diana. Beth ride e mi chiede "Vuoi giocare?". "Certo!" sorrido e mi alzo. Giochiamo a rincorrerci fuori ed è molto divertente. Mi riporta alla mia infanzia quando giocavo felice con Ash... Cazzo, poi è cambiato tutto. E allora a inseguirmi non era più un bambino felice. E io a quel gioco non volevo giocare. Ci fermiamo e andiamo dentro per bere un bicchiere d'acqua. La cucina è spaziosa e molto luminosa. Bevo il bicchiere d'acqua fresca. Ora è meglio che metta apposto la mia roba. "Ok a dopo!" I bambini escono e io salgo le scale ed entro nella mia stanza. Apro le valige e metto i vestiti nella cabina. Dopo aver finito passo ai miei amati libri. Dopo averli sistemati negli scaffali mi ricordo di mia zia e della promessa di chiamarla subito. Prendo il telefono e la chiamo velocemente. "Amaya?" sembra impaziente e sollevata. "Sì zia sono in Irlanda!" dico al settimo cielo. "Tutto apposto il viaggio? Qui a Dragør si sente già la tua mancanza... com'è lí? Ti trovi bene con la famiglia Ross?" Mi chiede. Così inizio a raccontarle del viaggio, dell'enorme villa, la misteriosa fontana e dei quattro figli di cui ero all'oscuro. "In più non sai che stupore quando ho scoperto che la moglie del Sign. Ross é straniera... credo, indovina, giapponese!" non riesco a credere che forse avrò l'occasione di chiedere più informazioni sul mio luogo di nascita. "Amaya... sono davvero felice ma ne abbiamo già parlato. Lascia stare questa storia del Giappone" Ecco... "Sì zia" non ribatto più, tanto se sono qui non mi può impedire di fare un bel niente. Ci salutiamo e chiudo. Ho finito di sistemare le mie cose così decido di farmi una doccia nel mio bagno personale (mi fa ancora strano dirlo) prima di mangiare. Dopo aver fatto il bagno metto l'accapatoio e infilo le pantofole. Prendo la spazzola, pettino i capelli ed esco. Mi guardo nello specchio della toeletta. All'improvviso qualcuno urla e spaventata mi giro. Sul mio letto c'è seduto un ragazzo coi capelli neri. "Chi cazzo sei tu?!" Mi guarda inorridito e io devo avere uno sguardo indecifrabile. "Semmai chi sei tu! Io sono Amaya Black, quella per cui 'non era necessaria la tua presenza' " rispondo citando le sue parole. Lui si alza squadrandomi dalla testa ai piedi. Rimango spiazzata dalla sua altezza imponente, quasi come il padre, rispetto alla mia statura abbastanza minuta. Si avvicina e noto che ha gli occhi celesti. Sembra un misto tra asiatico ed europeo. È affascinante. "Mi aspettavo di trovare una secchione danese, non una spagnola mezza nuda" mi guarda strano con un'aria un po divertita. "Prima di tutto io sono danese, e secondo sei tu che sei nella mia stanza" ma come si permette questo tipo. "Scusa scusa ero stanco e sono venuto qui per riposare. Non ricordavo ci fosse una spagnola che doveva abitare da noi" sembra divertito. "Ti ho già detto che sono danese! E comunque perché non vai nella tua stanza?" gli chiedo scocciata. "Qui c'è più tranquillità" ammicca. Ma che cazz... "e poi nella mia stanza non avrei mai avuto il piacere di questa visione" questo qui è pazzo! Stringo l'accapatoio notando i suoi occhi viaggiare troppo sul mio corpo. "Tu sei completamente andato! E ora vattene!" Lo spingo fuori. "Ok ok ora vado... ma ricordati che mi vedrai per forza perché ci abito anch'io in questa casa..." fa un sorrisino ed esce. Io sbuffo. Davvero dovrò vivere per un anno con un idiota del genere?! Ma sinceramente me ne frego. Niente può rovinare tutto questo. Niente.

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