Capitolo 4. Libertà.

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Vi risparmio tutto il racconto sugli esami. Sono andati bene, il dieci nella mia classe non lo danno e io sono uscita con nove.
Direi che sono felice, orgogliosa.
Questa mattina dovrei uscire con il mio gruppo di amici.
Matilde passa sotto casa mia è come sempre andiamo insieme a qualsiasi tipo di incontri, feste o uscite.
Dobbiamo incontrarci davanti a scuola e noi siamo ovviamente in ritardo.
Lo sapevano tutti, io e lei siamo le classiche ritardatarie. Sinceramente io sarei puntale, ma visto che devo aspettare lei... Beh, avete capito.
Siamo arrivate dieci minuti dopo, tutti erano allegramente incazzati.
"Oh cazzo" sussurrai.
"Cosa? Ehi, cos'hai?" Matilde continuava a sussurrare, per fortuna.
"C'è lui. Oddio. Oddio oddio oddio."
Dopo un lungo stato di estasi mi risveglio, lo guardo e lo vedo sorridere. Non è lo stesso sorriso che mi aveva fatto.
"Ciao ragazzi, eccoci qua!"
"Ciao" dico a malapena. Probabilmente sono viola in questo preciso istante nel quale Nicco mi sta guardando.
"Ma buongiorno bellissime!" Luca continua a sorridermi.
Ricambio il sorriso, ma a poco a poco se ne va.
Ci sono anche Vanessa e Carla, le classiche troie.
Pietro non le caga di striscio, ma Andrea si. Andrea lo conosco da una vita, però non mi sta simpatico e non ci tengo a conoscerlo. È uno di quei ragazzi superficiali, che guardano solo l'apparenza. Mi sta bene che è un figo e potrebbe avere (anzi, ha) moltissime ragazze che gli muoiono dietro, però non è il mio tipo.
Anche se non penso di avere un tipo, a parte lui ovviamente.
Chissà cosa pensava lui, perché sentivo il suo sguardo su di me, a parte quello di Luca.

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