CAPITOLO 5

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"Cosa?!" urlai a mia volta.

"Hai capito bene, piaci a Calum.
Lui lo ha detto a Luke, che lo ha detto a me e io l'ho detto a te" mi spiegò facendo dei gesti con le mani.

"Da quando?" sentivo chiaramente il rossore sulle guance, e la voce che faticava ad uscire.

"Credo... Da quando si è lasciato con Erika. La sua-"

"Sì, so chi è" la interruppi, perché già non la sopportavo se ci si metteva pure Bea avrei potuto spaccare qualche cosa.

"Amber" mi chiamò Calum da dietro"ora vado" disse e si abbassò alla mia altezza e mi diede un bacio sulla guancia.

Dopo quel gesto d'affetto mi spostai goffamente dal ragazzo. Lui se ne accorse e mi guardo strano, poi spostò lo sguardo su Bea e la salutò.

Finita quella situazione scomoda rientrai in camera e mi addormentai, se quello si poteva chiamare dormire.
Ripensai a quello che era successo poche ore fa.

__.__

Passarono due giorni, entrambi passati in casa.
Non riuscivo a non pensare a Calum.
Gli piacevo davvero?

Oggi dovrei andare da Bea e Charlotte per farmi spiegare le lezioni che ho perso. A dir la verità non ho la minima voglia di studiare ora come ora.
Ma devo pur uscire da questo posto.

"Chi si rivede? Ti sei fatta viva mrs.Hood" non ci posso credere Bea aveva raccontato tutto pure Charlotte.

"Ragazze, non ricominciate con questa storia. Vi prego" dissi loro.

Passarono due ore e non avevamo neanche terminato un esercizio o meglio, io non avevo terminato nemmeno un esercizio.
Decidemmo di lasciar stare gli studi a dopo e di uscire.
Andammo al bar vicino e quando entrai per ultima intravidi il ciuffo biondo di Luke e quello moro di Calum.

"Io esco" dissi, a bassa voce, all'orecchio di Bea.

"No, tu resti qua" qualcuno mi afferrò il braccio e di una cosa ero sicura non era di Bea.

Quando mi girai vidi Luke e cercai di liberarmi dalla sua presa senza alcun risultato.

"Tu non vai da nessuna parte. Chiaro?!" bastava guardarlo negli occhi per capire che era serio e non stava scherzando come suo solito.

Io e Calum ci comportammo come al solito due amici, niente di più niente di meno.

"Allora, domani pomeriggio tutti a vedere la partita di pallavole?"

Smisi per un attimo di bere la bibita che mi era stata messa davanti e iniziai a tossire.

"Che c'è?" mi disse Calum dall'altra parte del tavolo.

"Nulla" risposi con un sorrivo stampato sul viso, si poteva capire a distanza di chilometri che era finto.

Luke si alzó e mi venne incontro con uno sguardo che poteva incenerirti all'istante.

"Noi andiamo"disse il biondo voltandosi verso i ragazzi e Bea.

Una volta fuori:"ti devo dire una cosa" parlò prima lui.

"Se è per la storia di Calum, non sprecare fiato la so già"

" Ma allora perché ti comporti cosí, non dovresti esserne contenta?"

"Certo che lo sono,ma preferivo saperlo direttamente da lui non da alri"

"Cosa non preferivi sapere da altri?" s'intromise Calum da dietro Luke.

"Che a te p-" inizió Luke ma lo interruppi subito "nulla non ti preoccupare".

Calum non rispose ma continuava a spostare lo sguardo tra me e il biondo che si stava torturando il piercing al labbro.

"Allora... qual' era la cosa che dovevi dirmi?" chiesi a Luke dopo qualche minuto di silenzio.

"Quando magari ti sarai chiarita le idee ne riparleramo" girò i tacchi e se ne andò.

Feci la stessa cosa. Speravo che Calum iniziasse a seguire me invece fece tutto il contrario.

Quando rientrai in casa c'era mia madre e la cosa mi sorprese non poco.

"Come è andato lo studio?"

"Abbastanza bene" venni interrotta dallo squillo del telefono di casa.
Mia mamma si precipitó a rispondere come se stesse aspettando quella chiamata da anni.

Andai in camera e mentre preparavo lo zaino per domani mi arrivò un messaggio da Calum.

*Domani dobbiamo parlare urgentemente. Non puoi dire di no* di cosa voleva parlare? Non ne avevo idea anzi ce l'avevo e mi preoccupava.

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