I believe in yesterday (parte 3)

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La tensione cominciava lentamente a fare da padrone nel silenzio di quei pochi secondi e tutto l'universo sovrastante la spiaggia sembrava essersi fermato ed ogni cosa in quel luogo aveva abbandonato illogicamente la propria energia vitale.
Nessuno dei ragazzi dava segno di voler sciogliere quel ghiaccio freddo creatosi per colpa di una piccola e malconcia fotografia trovata per di più in un misterioso camioncino hippie abbandonato nel bel mezzo di una boscaglia dietro un avanzo di spiaggia dimenticata da Dio.
Molteplici furono le domande che,con ritmo veloce, si andavano formando in ognuna di quelle testoline presenti quella sera di fredda estate e la presenza inspiegabile di quella fotografia nel camioncino non riusciva a raggiungere nessuna risposta ed era, forse, per questo che Jared rimase silenziosamente impassibile per molto tempo facendo preoccupare in modo pazzesco tutti gli altri che rimasero comunque in religioso silenzio.
Frank ,d'altro canto,non dava nessun segno di vita e ,come il migliore amico, non avrebbe azzardato a dire una parola.
Si sarebbe potuto affermare che entrambi erano intimoriti dalla vecchia fotografia e a bloccarli era solo la paura, ma, in verità,era la presenza persistente del ricordo di una persona che, se non fosse stato per un destino perfido, in quel momento avrebbe potuto camminare, correre o raccontare storie assieme a loro in quel magico posto, in quello stesso momento, in quel preciso istante. Il futuro si sarebbe potuto tramutare in qualcosa di diverso, più felice o più difficile , ma, che importava!
L'unica cosa che avrebbe potuto dare un senso a tutto era vedere vivere una vita che non esisteva più, una vita morta.

Un forte rumore fece sobbalzare tutti quanti e velocemente si misero in allerta, ma, quando ebbero capito che si trattava solo di una vecchia radio, caduta da non si sapeva dove improvvisamente sulle gambe di Juliet, si tranquillizzarono immediatamente.
"Porca vacca che spavento!"
Esclamò ella tirando un sospiro di sollievo e,mentre tentava di togliere dalle proprie gambe la pesante radio, per errore posò un dito sopra un pulsante che fece partire una vecchia melodia senza tempo, una melodia non rovinata da un suono sporco e non più pulito come quello di un tempo quando le cassette avevano conquistato il mondo ,eppure, quella dolce melodia portava con sé moltissimi ricordi rimasti segnati a vita su un nastro che non si sarebbe mai consumato abbastanza per lasciare che fossero dimenticati.
"Oh!! Questa è la mia canzone preferita"
Silenziosa come sempre Lynz si avvicinò con l'orecchio alla cassa dello stereo e socchiudendo gli occhi tentò di ricordare chi fosse l'autore di quella stupenda canzone.
"Beatles,Yesterday. Difficile scordare il nome di una canzone simile"
Intervenne Andy senza ,però, lasciare i propri pensieri vagare dietro quella musica persuasiva ,ma, rimanendo sempre fisso sul mistero della fotografia.
"È difficile scordarsi del passato"
Riprese finalmente a parlare Jared anche se solo con un filo di voce.
Così Jamia, data la situazione,  tentò in qualche modo di sistemare le cose perché continuava a sentirsi in colpa per non essere riuscita a riconoscere subito Oliver e per non essere rimasta zitta finché non avrebbe trovato il momento giusto per mostrargliela ,ma, si sa che il futuro non è mai programmabile e basta una sola scelta per cambiare l'intero corso della storia.
"Jared, non sapevo che fosse tuo fratello nella foto e mi dispiace averti creato tutta questa tristezza. Credimi non avevo alcuna intenzione e volevo...".
"Scusarmi?Non ti devi scusare di nulla, non è assolutamente colpa tua. Conoscevi Oliver da poco ed era impossibile per te riconoscerlo in una foto sbiadita e rovinata dal tempo".
Ad un tratto la loro discussione venne interrotta cautamente dalla calda e profonda voce di Andy che introdusse qualcosa di inaspettato.
"Era il ragazzo più buono che avessi mai conosciuto sulla faccia della terra. Ricordo ancora quando prendevo con lui l'autobus per andare a lavorare alla pizzeria al centro della città e... ricordo che non appena arrivava il mezzo pubblico entravano, ci sedevamo sempre vicini ed ascoltavamo dal vecchio mp3 di mio padre tutte le canzoni del rock classico. La mia preferita era Dream on degli Aerosmith mentre la sua Yesterday dei Beatles".
Confidò mentre continuava a vagare con lo sguardo lontano da quel camioncino, da quella spiaggia e ,per la prima volta, avrebbe voluto essere nell'autobus assieme ad Oliver ascoltando ancora e ancora quelle meravigliose canzoni che segnarono permanentemente il suo udito.
Infine riprese a parlare:
"Avvolte maledico me stesso per non essere andato con lui quella dannata sera alla fermata. Ma... dovetti raggiungere mia zia in ospedale la quale finalmente dopo mesi che era stata male era tornata a stare benone..."
Ritirò su col naso tentando di non evidenziare gli occhi lucidi colmi di dolore.
"Non riesco proprio a dimenticare quella chiamata in cui sentii per l'ultima volta quella voce sottile infranta dal traffico delle sei. C'era troppo rumore per capire esattamente cosa stesse dicendo, ma, fortunatamente tutto mi parve assolutamente chiaro. 'Andy dove sei? L'autobus sta per arrivare'...io...io gli risposi che non sarei venuto quella sera, ma, che in seguito potevamo andarci a prendere una pizza con Jared e Frank... ma...ma lui non c'era più.  Lo sentivo benissimo che nessuno mi stava ascoltando dall'altro capo del telefono. Sussurai prima il suo nome poi arrivai ad urlarlo dimenticando il posto in cui mi trovavo e...e le persone che mi circondavano mi dicevano di stare calmo che non era successo niente ma..."
Una piccola lacrima scese lenta solcando quel volto magro e arrivando con immensa tranquillità sul mento tondeggiante di Andy. Non si può dimenticare il passato diceva Jared, ma, si può custodire per sempre nel cuore qualunque sia il dolore che ci si addensa assieme. È pur sempre un pezzo di noi e non si può tagliare via come nulla fosse.
"Sapete la cosa più brutta che accadde quella sera?"
Riprese Andy con un filo di voce.
"Vederlo entrare in ospedale, pallido con gli occhi socchiusi e le labbra bianche come la neve. Vedevo sul lettino solo un...un corpo morto. Quello non era Oliver, Oliver era fuggito via da questo mondo e non sarebbe mai più tornato...quello era un ragazzo divorato dalla malattia di un mondo crudele...di un mondo passivo al dolore altrui".
Alla soffice lacrima di poco fa vi si aggiunsero altre. Questa volta scorrevano come torrenti in piena, straripavano ovunque e cadevano bagnando le tante fotografie in disordine per terra.
Jared prese l'amico tra le braccia stringendolo forte e lasciando che il suo volto si andasse ad asciugare sulla propria maglietta e sperava con tutto il cuore di non dover asciugare anche le proprie di lacrime.
"Andy, Oliver non è mai morto"
Detto ciò dalla maglia di Jared lo sguardo stupito ,perso nell'oceano di lacrime, si andò a dirigere verso gli occhi indaco dell'amico.
"E non morirà mai. Lui vivrà sempre nei nostri cuori, nei nostri ricordi e nei nostri sogni. Ci guarderà sempre e non si scorderà mai di noi e di tutto ciò che abbiamo condiviso e..." Diede un occhiata a Frank "noi non lo perderemo mai perché così va la vita e così sarà per sempre".
Poi raccolse la fotografia e la strinse fra le dita.
"Questa è la prova che lui è sempre con noi."
~Oh, I believe in yesterday...mmh...~

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