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Sono una pazza.

Pensai, mentre correvo fuori dal ristorante.

Ero corsa via come una dannata pazza,  mi ero sentita soffocare, con Luke di fronte, come se dal pranzare con lui, ne susseguissero diverse responsabilità.

Ero stata per qualche ora, una delle tante ragazze invitate a pranzo da  Luke Hemmings, il giovane e incosciente, scapolo.

E la cosa non mi stava bene,  non sarei rimasta lì, a farmi prendere in giro.

Non avrei dovuto accettare il suo invito, le immagini di suo fratello ed Amanda erano ancora fresche nella mia mente,  e non potevo rischiare di aprire la mia boccaccia e rivelare tutto, per una volta, dovevo manipolare le cose a mio favore.

La mia famiglia non aveva ancora ricevuto la notizia del licenziamento, e per loro, sarebbe stata una grande delusione.

Mio padre mi aveva insegnato ad essere autonoma, nonostante i soldi in famiglia non mancassero, mi aveva cresciuta in modo da farmi essere responsabile e fiera di me, così tanto da non aver mai chiesto un soldo a loro, dopo aver ricevuto il mio lavoro a People Magazine.

Presi il mio cellulare dalla borsa, allontanandomi velocemente dal ristorante, ed entrando in un vicolo.

Il vicolo mi dava una sensazione di protezione, mentre componevo il numero di Amanda e chiudevo gli occhi, chiedendo silenziosamente scusa alla mia coscienza.

Dovevo riprendermi il mio lavoro e dimenticarmi di Luke Hemmings, non avrei voluto avere a che fare con un ragazzo viziato in ogni caso, non era il tipo di persona di cui volevo essere amica.

Mi sono sempre ripromessa di dare una seconda occasione a tutti, di non fermarmi alla prima apparenza, alla maschera, ma se mi fossi ricordata di Luke Hemmings solo come 'il ragazzo viziato' sarebbe stato più facile, allontanarmi da lui, da quei pochi momenti passati con lui e dalle sue fossette. 

''Allora?''

Amanda rispose con un tono freddo, come sempre.

Io guardai con sguardo assente il muro di fronte a me, prima di rispondere.

''Va bene''

Sospirai cercando di non chiudere la chiamata.

''Tornerò a People Magazine, e terrò il tuo stupido segreto per me''

Mi immaginai il sorriso di Amanda crescere, incorniciato da del rossetto rosso.

''Perfetto, ci vediamo  domani per discutere del tuo articolo Adelaide, non voglio più che scrivi quello riguardo il matrimonio''

La chiamata si chiuse improvvisamente, ed io non potei che odiare Amanda ed il suo ego.

Chiudere la chiamata per avere l'ultima parola, immatura.

Almeno non avrei dovuto scrivere un'articolo pieno di cazzate, come l'amore che trionfa o il matrimonio ed il suo vincolo sacro.

Almeno la mia etica riguardo l'amore, sarebbe rimasta intatta.

Appoggiai la schiena al muro freddo alle mie spalle, e respirai profondamente, cercando di non fare caso all'odore improbabile che si poteva sentire in ogni vicolo.

Sarei tornata a casa senza pensare a cose come l'onestà e l'etica, e mi sarei sdraiata sul letto, aspettando un telefonata da mia madre.

Da qualche giorno mentivo riguardo il mio  lavoro, ma ora non avrei dovuto farlo, tutto sarebbe tornato al proprio posto, con un pò di fortuna.

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''Ho detto di no, Hailey!''

Sorrisi come non facevo da giorni, spingendo una delle mie sorelle lontano da me.

''Daaai, avete limonato?''

Mi coprii le orecchie, cercando di non ascoltarla.

Mia sorella sedicenne, insisteva sul fatto che avessi un ragazzo, solo perchè quello stupido di Sam mi aveva mandato un messaggio di scuse, mentre lei usava il mio cellulare.

'' E' solo un mio amico, lo giuro''

Misi una mano sul cuore, cercando di restare seria, mia sorella Hailey continuava a guardare il mio cellulare, alla ricerca di qualche prova compromettente, ma non ne avrebbe trovate, direi proprio di no.

''Umh e chi è Luke?''

Si morse un labbro, mostrandomi lo schermo luminoso del mio cellulare.

'' E' per lavoro, Hailey''

Lei mi guardò con sguardo deluso, mentre io mi ripetevo, che tecnicamente, non avevo mentito.

''Non ho tempo per i ragazzi ora, lo sai''

Lei fece spallucce, sorridendo.

''Io si, invece''

Socchiusi gli occhi, cercando di sembrare il più cattiva possibile.

''Hai un ragazzo e non me l'hai detto?''

Lei annuì divertita, alzandosi dal letto e incamminandosi verso la cucina, da dove arrivava un delizioso profumo di pollo al curry.

Mi misi a sedere al solito posto, facendo cenno ad Hailey che ne avremmo parlato più tardi, poi mi concentrai sul mio piatto.

''Come va al lavoro, Ad?''

Alzai gli occhi in direzione di mio padre, che aveva appena parlato, chiamandomi con il solito abbreviativo.

''Bene, penso, come al solito''

Sorrisi, mentre prendevo un  boccone di pollo, assaporandolo.

''Hai bisogno di qualcosa? l'affitto dell'appartamento?''

Mandai giù un boccone di pollo, alzando le spalle leggermente.

''No, va tutto bene, sai che non ho bisogno d'aiuto''

Mia madre sorrise riempendosi un bicchiere d'acqua, guardandomi in modo fiero.

''Sono fiera di te Adelaide''

Mia padre sorride e smise di pensare alla mia vita, al mio lavoro e al mio stare bene, iniziando a gustarsi il pollo, insieme al resto della famiglia.

''Anche io mamma''

Anche io sono fiera di me, ma non sempre.



Spazio autrice:

OKAY SONO VIVA grazie per le stelline nello scorso capitolo, solo, si sono dimezzate :C 

so che magari ve lo scordate ,lo faccio anche io, però sarebbe carino se ci fossero più di 3 stelline (mi accontento di poco, giuro)

Questo capitolo è un pò un mortorio, si  introduce più nella mente di Adelaide e vi fa capire qual'è la sua situazione.

per interpretare Adelaide ho scelto un'altra Adelaide (?) Adelaide Kane, perchè trovo che sia semplice ma anche bella ,e non una modella super snella e alta, ma normale.

(l'avevo scelta anche per l'altra fanfiction che ho scritto ma ho tolto dalle pubblicazioni)

Twitter: berserkrshowl











H.R.H - Luke Hemmings -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora