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HO SCRITTO IL CAPITOLO ASCOLTANDO: Powerful - Major Lazer (se volete usatelo come sottofondo)

Allungai lentamente le dita verso il vetro di fronte a me, sentendone la fredezza pungermi le dita.
Mi alzai bruscamente dalla sedia dell'ufficio, ormai vuoto, e guardai la pioggia scendere giú dalle nuvole dense e grigie che quel giorno coprivano il cielo in modo peccaminoso.

I miei occhi stanchi erano socchiusi,mentre pensavo al fatto che avrei passato del tempo con Luke Hemmings.

Ringraziai mentalmente quella coincidenza, se Lucas non fosse arrivato a distogliermi dal mio programmma pomeridiano della metro, avrei preso cosí tanta pioggia da non voler fare la doccia per un mese.

Non che la pioggia mi dispiacesse, solo, quando si é soli, é più triste affrontare i pantaloni bagnati e appiccicati contro le gambe.
Presi tra le mani la cartellina beige di fronte a me, e la riposi in un cassetto in basso a destra della mia scrivania.
Mi voltai facendo stridire le scarpe contro il pavimento in marmo, ed andai verso l'appendi abiti.
Avevo il numero di Luke Hemmings, così, quando mi resi conto di doverlo avvertire di essere pronta, lo cercai in rubrica e lo chiamai , prima di pentirmene.
Sentii squillare un cellulare non appena misi piede sull'ultimo scalino della scale che stavo scendendo qualche attimo prima

"Sono qui"
Alzai lo sguardo repentinamente verso il suo viso pallido.
''Da quanto sei qui?"
Chiesi, mentre mi aggiustavo il cappotto sulle spalle.

"Qualche minuto"
Sorrise furbamente, concentrandosi sull'ombrello nelle sue mani, e capii che non era lí solo da qualche minuto.
Distolsi lo sguardo dal suo corpo, lasciando cadere le braccia inermi lungo i miei fianchi.

Stavo combattendo contro me stessa, divisa in due.
Da una parte volevo odiarlo, essere cattiva e allontanarlo dalla mia corazza, da me, ma da una parte, volevo solo capirlo, risolvere quell'enigma che vedevo alleggiare nei suoi occhi.
"Andiamo?"
Alzai lo sguardo verso i suoi occhi e me ne pentii quando mi fecero dolere lo stomaco come degli spilli appuntiti.
Sistemai le mani nelle tasche del mio cappotto e raggiunsi Luke, che inizió a camminare verso l'esterno dell'edificio in silenzio.

*

"Non importa, Lucas"
Dissi, per irritarlo a causa del suo nome e per tenerlo metaforicamente lontano da me, convinta che non donandogli la mia confidenza, sarebbe rimasto lontano dalla mia corazza.
"Pensi davvero che io sia cosí viziato da non voler entrare in un super mercato?"
Stetti un'attimo in silenzio, con gli occhi puntanti nei suoi
"No, non lo penso"

Guardai fuori dal finestrino del suo costoso fuori strada e esaminai attentamente il parcheggio semivuoto, constatando che non ci avrebbe visto nessuno.
"Andiamo "

Aprii lo sportello della macchina e quando dopo qualche passo sentii la mano di Luke raggiungere il mio fianco, sobbalzai, distanziandomi.
Lui non disse nulla e continuó a fissare il cemento bagnato da sotto il suo ombrello mentre io raggiunsi velocemente l'ingresso della struttura, sotto la pioggia.
Appena misi piede oltre le porte automatiche, sentii il mio polso essere afferrato bruscamente da delle dita gelide.
"Smettila, cazzo!"
Gli occhi di Luke si conficcarono dolorosamente nei miei, e quasi distolsi lo sguardo, mentre la mia mano libera raggiungeva quella bloccata.
Afferrai la sua mano stretta saldamente al mio polso e la strattonai via, sibilando di dolore.

"Non toccarmi, dannazione"
"Di cosa hai fottutamente paura? Uh?"
Luke scattó verso di me,avvicinandosi.
"Non ho paura"
"No? Allora perché accetti di passare del tempo con me se poi metti tra di noi una fottuta barriera spessa quanto il mio cazzo di ego?"

Mi morsi le labbra, guardandomi intorno.
"Lucas, smettila"
"Non chiamarmi Lucas, cazzo! Non sei mia madre, non sono qui per farmi trattare come un bambino!"
Non capii il suo collegamento e lui se ne accorse, perché cambió repentinamente argomento.
"Vuoi che io stia fottutamente qui?"
Sentii un brivido salirmi lungo la schiena, a causa del suo tono di voce e dei suoi occhi.
L'espressione che aveva sul volto mi fece sentire inerme e spaventata, fuori controllo.
Cercai qualcosa a cui aggrapparmi, mentre le mie barriere si sgretolavano lentamente nel vederlo fuori di se.

Scattai furbamente verso le porte automatiche, uscendo dall'edificio.
Sentivo gli sguardi dei clienti pungermi la schiena fino a qualche secondo prima.
Feci in tempo e fare due passi che sentii nuovamente qualcuno afferrarmi dal dietro, questa volta le braccia di Luke si avvolsero intorno al mio stomaco, non facendomi male.

"Stammi lontano, ti prego"
La voce mi si spezzó subito dopo aver iniziato quella piccola preghiera.

sentii la pioggia smettere di colpirmi il viso, mentre un'ombra si posava sopra di me.
Il rumore della pioggia che colpiva l'ombrello si confuse con la sua voce, creando un mix ovattato.

"Vuoi costringermi a lasciarti qui?"
Sembró quasi una battuta, ma quando l'obrello sopra la mia testa sparí, capii che con Luke non si scherzava, o tutto o niente.

"Mi dispiace"
Mormorai.
Raccolsi tutto il mio orgoglio, e lo misi da parte.
Dovevo sempre complicare tutto, far impazzire le persone, ed era cosí anche con Luke, lasciavo solo scorrere il mio essere un disastro sulle persone piú disastrate di me.

"Mi dispiace, per la barriera."

Luke non disse niente, solo, afferró il mio polso e mi condusse all'interno del supermercato, come se niente fosse, con i vestiti bagnati e i capelli appiccicati al collo.

" penso che dovremmo prendere un'asciugamano"

Disse.

Spazio autrice:

Non lo so, non so cosa mi passa per la testa.
Solo che avevo lasciato il capitolo lí, e quando ho avuto bisogno di riversare le emozioni, l'ho fatt scrivendo, quindi se come al solito vi confondo, sono spiacente.

Stelline per la mia pazzia?

LightBluez

GRAZIE A CHI HA VOTATO E A CHI LEGGE, HO TIPO RAGGIUNTO UN TRAGUARDO CHE NON PENSAVO NEANCHE DI POTER GUARDARE DA LONTANO, ANCHE SE PICCOLO.






H.R.H - Luke Hemmings -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora