(Gianluca's pov)
All'inizio l'inquadratura è puntata sulla custodia di un cd dalla copertina bordeaux, poi piano piano si allarga e mostra una tavola imbandita, targata McDonald's.
In un attimo si passa dall'obiettivo esterno a quello interno. Madh, capello all'indietro rigorosamente laccato e dilatatori neri ad entrambe le orecchie, mantiene il telefono mentre una sorridente Carolina fa capolino alle sue spalle tenendogli le braccia attorno al collo.
«Fragola, ciao!»
«Tesoro mio, come stai? Noi bene, stanchi ma abbiamo quasi finito. Qui sono le quattro del pomeriggio. Siamo rientrati giusto in tempo per vedere la partita in streaming, prima mangiamo qualcosa e poi ci riposiamo, direi che ce lo siamo meritati. Stasera invece usciamo a far baldoria»
«Oh allora non mi prendevi per il culo quando dicevi di essere bravo, che azione da fuoriclasse! Peccato t'abbiano fatto entrare tardi»
«La gamba è apposto, vero? Ci manchi tanto» sussurra e arriccia le labbra in un'espressione malinconica e dolce al tempo stesso.
Ha i capelli scompigliati e sul suo viso non compare neanche una linea di trucco. È bella come la luna, ardente come il sole, candida come la neve. Una visione celestiale.
«Sì però devo ammettere che ci stiamo proprio divertendo qua senza di lui» aggiunge Marco girando la testa e guardandola, e in tutta risposta riceve uno schiaffo sulla fronte.
«Stronzo! - sogghigna, poi torna a guardare nell'obiettivo - Mi rendi sempre fiera di te, anche sul campo di calcio! Mi raccomando, saluta tutti: tuo padre, Andrea, la Franci... ah, e anche i ragazzi de Il Volo! Fai i complimenti a Gianluca da parte mia per il goal, abbracciali e prometti loro che ci rivedremo presto!»
«Hai finito? Tocca a me? Io invece voglio salutare l'allenatore della Juventus, l'arcivescovo di Torino e il presidente della regione Piemonte, SAYO!» entrambi esplodono in una risata sincera, poi agitano le mani, mandano occhiolini e baci volanti e spariscono, lo schermo diventa nero.
Stavolta no, non sto sognando.
Si tratta di un video arrivato a Lorenzo direttamente da Los Angeles mentre eravamo a cena due sere fa, dopo la Partita del Cuore. Ho convinto Ignazio a chiedergli di inoltrarcelo e da quando mi è arrivato, ieri pomeriggio, non faccio altro che guardarlo. A ripetizione, senza sosta, premo play e lo faccio partire, perdendomi tra quegli sguardi, quelle parole, quei sorrisi.
Sento che prima o poi l'iPhone smetterà di funzionare, mi abbandonerà per protesta. Quei due minuti scarsi di ripresa sono diventati un'ossessione, soprattutto se ripenso a quella frase. Continua a rimbombarmi in testa.
"Prometti loro che ci rivedremo presto!"
*Presto quanto? Io ho bisogno di te*
-
Secondo il mio modesto parere, Verona è la città più bella d'Italia. Dopo Roma, ovviamente. E Montepagano, assieme a Roseto... casa mia, insomma.
Non riesco ancora a capire se il merito sia dell'aria romantica e sognante inspirata ogni volta che veniamo qui oppure del motivo per il quale torniamo spesso a farle visita.
Cantare nell'Arena provoca sensazioni indescrivibili, che Shakespeare nel cimentarsi in un'impresa del genere parrebbe un bambino delle elementari alle prese col suo primo tema scritto, singolarmente diverse rispetto a quelle della volta precedente. Abbiamo avuto spesso la fortuna di esibirci qui, per quanto riguarda stasera dobbiamo ringraziare i Wind Music Awards.
Siamo ripartiti da Torino solo oggi in tarda mattinata, abbiamo lasciato i bagagli in hotel e ci siamo fermati per il pranzo in un ristorante che affaccia su Piazza San Zeno. Veniamo raggiunti da Michele ed entriamo coi bodyguard nel suggestivo anfiteatro romano quando sono su per giù le cinque del pomeriggio.
È il momento delle prove, ma a quanto pare siamo arrivati in anticipo per il nostro turno.
Una musica, un mix di evocazioni orientali, jungle, pop e a tratti elettroniche, parte piano e aumenta d'intensità man mano che ci addentriamo nel gigantesco fabbricato.
"Sometimes I feel like living in a castle, sometimes I feel like lying in a basement. Sometimes I feel like bigger than an elephant, sometimes I'd rather be lighter, I'd rather be lighter than smoke."
Non credo di aver mai ascoltato questo pezzo prima d'ora, eppure la voce di chi canta a suo modo suona familiare.
«O sto diventando cieco come una talpa, o quello là è Madh!» esclama Ignazio cercando di sopraffare la melodia che riempie le gradinate mentre indica di fronte a se un puntino ancora troppo lontano per poter essere identificato.
Un nodo alla gola e per qualche istante sento mancare l'aria nei polmoni.
«Minchia, eccola! La ragazza là sotto, la vedete? È Carolina! Sta ballando sotto il palco!»
"All my life I've been walking following the river, and that river taught me how to watch the things I got around. All my life I've been feeling it as it was magic, now that magic is what is following me all around."
Indossa un'ampia camicia di voile bianca dallo stile etnico, shorts di jeans a vita alta e un paio di infradito Jimmy Choo colorate. Muove i fianchi e le braccia in movimenti perfettamente coordinati tra loro, si lascia andare, sicura di se stessa ed incurante di ciò che la circonda.
A me sembra di essere in paradiso.
È sexy da morire. Ogni singola parte del mio corpo approva.
Siamo sempre più vicini al palco, facciamo meno rumore possibile e continuiamo a goderci lo spettacolo. A dir la verità, spero che i miei due compari non la stiano fissando coi miei stessi occhi, altrimenti dovranno fare i conti col sottoscritto.
*Non è vero, so che di loro posso fidarmi alla cieca*
Marco si accorge finalmente della nostra presenza. Inizia a ridere, ride così tanto che devono fermare la base.
«Le loro facce, scusate, non ce l'ho fatta!»
Carolina allora si volta di scatto, forma una piccola "o" con la bocca dallo stupore e si porta le mani al viso per la vergogna.
*La mia bimba*
«No no, continua! È un piacere starti a guardare» esordisce Ignazio, che la abbraccia per salutarla, poi la raggiunge Piero. Io sono rimasto qualche passo indietro rispetto a loro.
Nel frattempo, Madh riparte dal punto in cui aveva lasciato.
«Aspetta, com'è che fa?» Barone si aggrega a Boschetto e iniziano tutti e due a muoversi come orsi in un negozio di porcellana. Adesso ridono pure le poltrone vuote in platea.
«Io non li conosco, non sono amici miei! - sollevo le mani in segno di resa, poi aggiungo ammiccando - Avrei preferito che continuassi tu, senza ombra di dubbio» Il coraggio è venuto a bussare alla mia porta.
Siamo oramai fianco a fianco ed è un piacere vedere arrossare la pelle liscia e morbida della sua guancia sotto il tocco delle mie labbra.
Il brano volge al termine e quando Piero ed Ignazio ci raggiungono, io sono avvinghiato a lei, con entrambe le braccia attorno alla sua vita.
«Ti sbrighi a mollare 'a picciridda? Dai che è tardi» Non voglio lasciarla andare neanche quando ci chiamano per provare, ma devo.
«Resti ancora un po' o vai di fretta anche tu?» le chiedo mentre mi posiziono sul palco. Si siede in prima fila, fermandosi ad ascoltarci mentre raccontiamo del nostro Grande Amore.
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Non te ne andare.
FanfictionI ragazzi de Il Volo (Gianluca Ginoble in particolare), Lorenzo Fragola, Federico Leonardo Lucia (Fedez) e una popstar inventata (Carolina Giambelli il suo nome di battesimo), alla quale verrà attribuito un repertorio misto di canzoni italiane e non...