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L'Armani/Bamboo Bar, con il suo soffitto a doppia altezza, gli elementi in onice retro illuminati, il marmo nero e l'ampia parete a vetrata dotata di louvre, offre una splendida vista sul maestoso panorama della città. È lì che io ed Ignazio siamo diretti, tra una chiacchiera e l'altra.

«Hai trovato la compagnia giusta per divertirti!» afferma sicuro di se mentre ci avviciniamo al tavolo.

«Miei cari, ho incontrato per caso questa bella fanciulla e ho pensato di invitarla ad intrattenersi con noi, trattatemela bene che ci tengo»

Nella mischia riesco a distinguere Michele, Celso, Barbara e Piero, che si precipita a salutarmi. Mi guardo attorno, ma non riesco a trovare Gianluca.

«Manca un pezzo, o sbaglio?» chiedo fingendo indifferenza.

«Sì, si è allontanato un attimo. Eccolo lì, guarda» Barone mi fa girare sulla destra e, dopo aver sollevato gli occhiali che gli stavano scivolando sul naso, indica un punto in lontananza di fronte a me.

Riconosco Ginoble, in un angolo della sala, che sta parlando con una finta bionda dagli abiti succinti. Tra una parola e l'altra lei gli tocca prima una spalla, poi un braccio. Se lo sta mangiando con gli occhi e a quanto pare non le basta. Vuole di più. Lui ci dà le spalle, io invece pagherei oro per poterlo guardare in viso. Mi basterebbe un solo secondo per capire se è interessato o meno a tutta la faccenda.

*Girati, cavolo, GIRATI!*

«Sai chi è? Te la ricordi?» la voce di Ignazio interrompe i miei pensieri e alla sua domanda scuoto la testa, mentre vengo assalita da un senso di nausea. Il nervosismo è alle stelle.

«Bazzicava nel backstage durante la settimana sanremese. Lavora come rappresentante per una ditta famosa, il nome al momento mi sfugge. Era alla ricerca di qualche occasione da sfruttare» dice, e Piero ridendo aggiunge «invece ha trovato Gianluca! Praticamente lo perseguita, e la cosa peggiore è che lui non la sopporta. Dovrebbe allontanarla ma è troppo buono e ha paura di ferire i suoi sentimenti, così lei ne approfitta»

«Se andassimo a riprendercelo, sembrerebbe scortese?»

«Da parte vostra penso di sì, però se ci andassi io...»

Mi ritrovo a camminare nella loro direzione, come se le gambe avessero preso autonomamente la decisione di agire, senza completare la frase né tantomeno dare il tempo agli altri di controbattere.

«Tesoro, mi spiace disturbare, odio interrompere le conversazioni ma di là ci stanno aspettando - parlo a Gianluca con voce bassa e faccio scivolare la mia mano lungo il suo braccio, dall'alto verso il basso fino a farla incastrare con la sua, poi rivolgo le mie attenzioni all'oca di turno - Uh, che scortese, non mi sono neanche presentata! Io sono Carolina, tu invece..?» Entrambi sgranano gli occhi dalla sorpresa, soprattutto Gianluca che durante la recita non riesce ad aprir bocca.

Nel frattempo, Ignazio e Piero si godono la scena appoggiati al bancone del bar.

Quando ci allontaniamo da Federica, Ludovica, non ricordo già più come si chiama, mi tiene ancora la mano. Io sono più avanti rispetto a lui e proseguo a passo veloce, quasi trascinandolo. Questione di un attimo, mi tira a se e mi ritrovo tra le sue braccia. Sento la punta del suo naso sotto il lobo del mio orecchio e il suo respiro sul collo. Sta sorridendo. Mi piace la maniera in cui mi stringe all'altezza del bacino, mi piace il suo profumo. È fresco, deciso e dolce al tempo stesso, sa di buono. Cerco di memorizzarne ogni singola componente prima di staccarci, per portalo con me anche quando saremo lontani.

«Mi hai salvato, non hai idea di quanto possa essere invadente quella ragazza»

«Ti dovevo un favore! Uno a uno, palla al centro» ammicco.

«Sono contento di vederti» e capisco che è sincero quando vedo un sorriso illuminargli il volto come un'alba estiva.

«Ragazzi siete bellissimi, davvero, però dobbiamo tornare nel salone principale. Sono usciti i primi camerieri coi vassoi, a meno che non vogliate rimanere digiuni»

Li saluto con la promessa che li avrei raggiunti tra una portata e l'altra più tardi e ritorno dal mio gruppo.

Durante la cena sono distratta, tocco cibo a malapena e mi ritrovo spesso a guardare, con la coda dell'occhio, in direzione del tavolo dei miei nuovi amici. Noto con piacere che Gianluca ricambia le occhiate.

Ad un certo punto della serata, quasi sul finale, in sala le luci si abbassano fino a diventare soffuse e due grandi fari bianchi illuminano il palco che si erge accanto alla porta d'ingresso. Alcuni tra i collaboratori più stretti di Giorgio iniziano a fare discorsi per idolatrare il padre fondatore della maison che io non ho la benché minima voglia di seguire. E a quanto pare non sono l'unica.

«Andiamo a fare un giro?» mi chiede Ginoble sorprendendomi alle spalle e premendo una mano sul mio ventre, così da farmi entrare in diretto contatto con tutto il suo corpo. Un brivido di piacere mi attraversa la schiena. Lo seguo senza indugi.

Rimaniamo a chiacchierare tranquillamente di fronte all'immensa vetrata mentre sorseggiamo champagne, Milano è sotto di noi e la vista di tutta la città illuminata mozza il fiato.

«Posso fare una cosa che non ho avuto il coraggio di fare a Sanremo? Sono abbastanza... timido, non so se si nota. Un po' per vergogna, un po' perché forse il contesto non era adatto, ho preferito lasciar perdere»

«Sì» e perdo qualche battito cardiaco per strada, ma si tratta di un semplice autoscatto che gli concedo volentieri.

*Cretina, che ti aspettavi?*

«Poi me la passi eh»

«Instagram?»

«Instagram!» ripeto sorridendo, dopodiché rientriamo per il taglio della torta.

Il party volge al termine ed io incontro di nuovo Gianluca fuori dal guardaroba. Mi aiuta ad infilare la giacca.

«Rimanete per il dj set? È all'ultimo piano, comincia tra poco»

«Magari! Ci sarebbe piaciuto tanto, se non fosse per il fatto che domattina presto dobbiamo essere in sala di registrazione con Danti e Roofio. Hanno bisogno dei nostri incisi prima di partire per New York» Guardo la scintilla che si era accesa nei suoi occhi affievolirsi piano piano.

«Aspetta dai, non te ne andare...» e suona quasi come una supplica.

«Gian non posso, davvero, scombussolerebbe tutti i miei piani»

«Okay, non insisto, scusami» solleva le mani in segno di resa.

Lo saluto con l'amaro in bocca e la consapevolezza di aver perso una buona occasione.

*Chissà adesso quando lo rivedi!* è il pensiero che mi tormenta fin sotto le coperte.

Prendo il cellulare con l'intenzione di spegnerlo, però finisco per accendere la connessione dati. Una notifica balza subito ai miei occhi.

"@gianginoble11 ha scattato una foto in cui ci sei tu - All'Armani dinner party con la più bella  <3 @caroluxg"

Sorrido e mi addormento, domandandomi quand'è stata l'ultima volta in cui un ragazzo mi ha fatta sentire così.

Non te ne andare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora