Capitolo II

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Will You stay with me?
I don't want to be alone..
Run, run, run,run...
Le ultime quattro parole di questa bellissima canzone mi rimangono sempre in mente, correre e andare via da qui.
Scappare.
Ma dovrei lasciare la mia famiglia, mia madre e il mio fratellino.
Non posso fargli questo. Così resto un'altra volta sotto le coperte a fissare il soffitto bianco e rifletto.
Voglio davvero passare un altro giorno in questa città? Con queste persone?
Beh, forse sì.
Nessuno mi vuole, faccio schifo in tutto ma nonostante questo qualcosa vuole che io resti.
Qualcuno vuole vedere quanto riesco a resistere, io ho paura di non farcela.
E se non ce la facessi a sopportare tutto questo dolore?
Run, run, run...
Mi avvolgo nelle coperte, fisso la mia collezione di peluche della Disney e stringo forte il mio grande Stitch.
'Notte piccolo mostriciattolo, ci vediamo domani. Almeno tu non abbandonarmi, ti prego'
Così caddi in un sonno profondo senza sogni e senza incubi.
Fino a quando sentii un piccolo rumore che proveniva da dietro la mia porta. Era un leggero rumore ma fastidioso. Mi alzai di scatto e aprii la porta.
Davanti a me c'era una delle visioni più brutte che la vita ti possa mai mostrare.
Alberto, mio fratello di appena 5 anni, era davanti a me con il sangue che gli scorreva dai lati della bocca. Era bianco in viso e tremava.
I suoi piccoli occhietti erano lucidi e spalancati.
Ero rimasta immobile davanti a lui mentre sulle mie guance scendevano alcune lacrime.
Ero sconvolta.
Lo presi subito in braccio e lo portai in bagno.
'Cos'è successo? Al ti prego dimmelo.
Respira piano.
Non piangere.
Sistemiamo tutto.
Sputa, ti prego sputa il sangue.
Non soffocare, continua a respirare.
Bravo, così.
Non chiudere gli occhi, ti prego.
Rimani sveglio.
È tutto un brutto sogno.
Calmati.
Andrà tutto bene, te lo prometto piccolo.
Non vomitare più.
Merda.
Respira.
1...2...3..
Guardami, guardami.
Ora respira.
Piccolo non lasciarmi..'
Dove cazzo sono i fazzoletti? Dio mio aiutami, non posso perdere anche lui.
Presi subito della carta igienica e gli pulii la bocca.
Gli lavai la faccia per bene e mi sedetti sul water con lui tra le mie braccia.
Lo tenni stretto a me e a quel punto notai di star tremando e di star piangendo.
'Manu?'
Mi girai di scatto per guardarlo. Ho paura.
'Ho sonno' mi disse.
Lo guardai e gli sorrisi.
Stava bene.
Gli diedi un bacio sulla fronte e lo portai nella mia camera.
Scostai le coperte e lo misi sul mio letto. Si addormentò dopo pochi secondi.
Mi asciugai le lacrime e gli cambiai il pigiamino ormai sporco di sangue.
Facendo il meno rumore possibile mi sdraiai accanto a lui e lo abbracciai forte.
'Ti voglio bene piccolo'
E mi addormentai anche io.
La mattina seguente sentii delle urla.
Mi svegliai di colpo, guardai le mie braccia e subito mi tranquillizzai.
Alberto era ancora tra le mie braccia.
Lentamente scesi dal letto e a punta di piedi camminai fino alla porta.
Posai la mano destra sulla maniglia e piano piano aprii la porta.
'Manuela!!! Albertoooo, nooo.'
Corsi in camera di Alberto e vidi mia mamma chinata sul suo letto che urlava.
'Mamma, calmati'
'D-do-dov è Alberto?' Disse mia mamma singhiozzando dopo aver visto il suo letto pieno di sangue.
'È con me, vieni ti devo dire una cosa.'
La presi per mano e la portai in salone. Le spiegai tutto quello che era successo la notte precedente e iniziò a piangere.
'Manuela.. Dobbiamo andare in ospedale' disse mia mamma singhiozzando.
Così mi vestii, presi in braccio mio fratello e insieme a mia mamma andammo in ospedale. Alberto si era svegliato in macchina e sembrava tranquillo come ogni mattina.
Appena arrivammo mia mamma prese Alberto ed entrò in ospedale.
Io rimasi in macchina ad ascoltare la musica mentre fissavo il vuoto fuori dal finestrino.
Andrà tutto bene, te lo prometto piccolo.
All my life
You stood by me
When no one else was ever behind me
All these lights
They can't blind me
With your love
Nobody can drag me down...

Il mio vero nemicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora