-Chi sei? Fatti vedere-. Gridai spaventata, con l'aggiunta di un certo nervosismo causato dal moro che, preso dalla noia, aveva iniziato a tirare una complessa sequenza di calci sulla mia schiena. Feci finta di niente continuando a guardarmi intorno, lui fece una smorfia sofferta. Osservai per bene la pineta nella speranza di cogliere qualche movimento sospetto. Il mio radar rivelava solo moscerini e mosche. Di certo quella creatura, qualunque cosa fosse, non aveva la voce da mostro, quindi per il momento scartai quell'ipotesi. Rimaneva il fattore "invisibilità". Possibile che l'uomo invisibile esistesse davvero e io stessi parlando con lui in questo stesso momento?
-La tua anima tormentataaa-. Rispose la creatura invisibile con voce bassa e tremante. Si capiva che stava mentendo. Udii il moro parlare a bassa voce. -Quando la smetterà?-. arricciò le labbra.
-Senti, mostrati o...-. Dovevo trovare il suo punto debole, ma come facevo senza conoscere neanche il suo aspetto. Il moro però lo conosceva, sorrisi tra me e me. - O non avrò timore a fargli del male-. Continuai decisa dopo un attimo di esitazione stringendo di più le gambe del moro tra le mie e spostando le mie mani sulla sua gola sottile, i suoi capelli lunghi mi facevano il solletico. Il ragazzo ruggì cercando di liberarsi in tutte le maniere. -Fai pure! -. Disse la voce invisibile, ne ebbi la certezza, trattenendo una risata.
-Leo questa mi uccide-. disse il moro osservando la mia espressione corrucciata. - E senza scrupoli-. Specificò. Gli sorrisi compiaciuta di me stessa, era quello che volevo facesse. l'aria da presuntuoso stava evaporando come acqua.
-E va bene, eccomi -. Disse con un tono leggermente cantilenante la voce invisibile. Mi apparve davanti il ragazzo riccio di prima. Notai com'era vestito e quasi mi sfuggì una risata. Indossava una semplice maglia bianca con l'aggiunta di due bretelle marroni, attaccate al pantalone, anch'esso marrone, lungo fino al ginocchio. Ma l'oggetto che catturò maggiormente la mia attenzione fu il cinturone situato in vita. Era un cinturone spesso munito di centinaia di tasche dalle quali spuntavano fuori strumenti di ogni genere; Martelli, cacciaviti e bulloni. Che ci faceva un ragazzo con tutte quelle cose a portata di mano? Ma la cosa più spettacolare era l'apparizione dal nulla del ragazzo, materializzatosi davanti a me senza neanche un rumore. Mi sarei aspettata una cosa tipo il mantello dell'invisibilità di Harry Potter. Dovevo avere la bocca aperta, mi affrettai a richiuderla. - Come hai fatto? Cioè come...-. Non trovavo le parole per esprimermi. Ero troppo confusa. Questa situazione mi sembrava così surreale.
-Ad apparire dal nulla? -. Concluse lui la mia domanda. Annuii. -Trucchetti professionali -. Rispose lui con un gesto vanitoso della mano.
-La vuoi fare finita?-. Chiese il moro al riccio con sguardo duro, indicandosi con lo sguardo. Come fosse ovvio che la prima cosa da fare fosse liberare lui.
-Oh e va bene -. Alzò gli occhi al cielo, scosse un attimo la testa facendo traballare i riccioli castani poi mi guardò. Aveva dei grandi occhi color nocciola e un nasino all'insù molto carino. -Iniziamo con le presentazioni. Io sono Leo -. Mi tese una mano e io, staccando una mano dalla gola di Nico, gliela strinsi. Lui si aprí calorosamente in un grande sorriso, non distogliendo mai lo sguardo dal mio.
-Piacere io sono Sabrina -. Sorrisi a mia volta. Lui sembrò rallegrarsi, girandosi verso il ragazzo sotto di me, non abbandonando mai l'espressione divertita. -E il tizio sotto di te è Nico-. Imbarazzata lo lasciai andare e mi alzai facendo leva sul ginocchio. Al contrario di me, lui si alzò a fatica, levandosi i resti di terra dai capelli. Qualche dolorino dovevo averglielo lasciato perchè si massaggiava ripetutamente le ginocchia. Non gli tesi la mano ma per educazione mi presentai anche a lui. -Sabrina -. Mi limitai a dire fissandolo. -Nico-. Disse sprezzante. Ognuno di noi aveva fatto cattiva impressione all'altro, su questo non c'era dubbio. Ma il mio carattere era parecchio impulsivo, riflettevo solo dopo su quello che avevo fatto. Tutto questo mentre Leo continuava a ridere, come se stesse assistendo alla scena divertente di un film. - Ei basta fare a gara a chi lancia più occhiate fulminanti -. Intervenne mettendosi in mezzo. - Nico cosa hai fatto questa volta? - Chiese divertito Leo.
-Nulla!-. Sbotto Nico e un attimo dopo iniziò a difendersi gesticolando animato. Evidentemente trovava necessario raccontare la sua versione dei fatti. -Le ho solo sfiorato la spalla per chiamarla e dopo un attimo di confusione me la sono ritrovata addosso.- Mi indicò accusatorio. Esagerato, non era mica morto. Leo trovò la situazione divertente. -Ti sei fatto una nuova amica allora!-.
-Ma che amica e amica! -Esclamammo entrambi contemporaneamente.
-E siete pure coordinati -. Ci incalzò continuando a ridere. -E bravo Nico!-. Mi fece l'occhiolino provocandomi una vaga sensazione omicida nei suoi confronti. Guardai torva Nico, per poi girarmi dalla parte opposta a braccia incrociate. Lo stesso fece lui, evitando però di incrociare le braccia.
-Uh, uh -. Fece Leo sarcastico. -Sento tensione nell'aria-.
-Ora vedi come ti tendo io...- Non prestai molta attenzione alla smorfia di Nico, che molto probabilmente si stava per buttare su di Leo, e guardai la professoressa di musica avanzare piano verso di noi.
-Nascondetevi! - Gridai spingendoli dietro una siepe.
-Ma sono modi?-. Riuscii a sentire la voce irritata di Nico, sminuita dal rumore delle foglie smosse dai loro corpi, ma non ci badai. Avevo capito che era un tipo propenso a criticare tutto e che aveva una lingua più lunga di quella di Charlotte. Con le mani tremanti presi il cellulare da terra per controllare l'ora, erano le undici passate. Parlando con Leo e Nico non mi ero accorta che la campanella che segnava la fine della ricreazione era suonata. Ecco perchè vedevo avanzare la Tedesco con un'espressione da Pitbull inferocito. Senza offesa per i Pitbull inferociti. Qualcuno, quasi sicuramente la mia migliore amica, che come dicevo prima aveva una lingua lunga, doveva essersi accorto che mancavo e la professoressa della terza ora doveva aver mandato a cercarmi la mia insegnante di musica. Proprio come avevo notato prima, dall'altro lato della pineta c'era la prof con il suo registratore in mano. Si stava avvicinando. Cosa avrei potuto dirle? Tutta questa storia non quadrava bene neanche alle mie orecchie, come poteva capirla lei che... aspettate un attimo, sbaglio o la sua pelle era diventata bianca? Mi strofinai gli occhi e li riaprii. Non credetti ai miei occhi, dietro la schiena le erano spuntate un paio d'ali tutte ammaccate e spellate. Iniziai ad avere paura, quella non era la mia professoressa di musica bensì un mostro alato munito di denti aguzzi che minacciava di uccidermi. Indietreggiai cautamente, cercando di non distogliere lo sguardo dal suo. Ma lei evidentemente non era disposta a venire a patti. Del tipo 'Tu non mi uccidi e io farò tutti i compiti che mi assegnerai per il resto dell'anno', perchè con uno scatto fulmineo delle zampe saltò verso di me. La mia mente iniziò a ragionare a velocità supersonica. "Sabrina scappa". Ma che razza di creatura era? "Muovi le chiappe". Si, mi avrebbe uccisa. Mi preparai al colpo ma qualcuno fu più veloce. La figura esile di Leo mi sorpassò facendomi scudo con il suo corpo, notai che sorrideva. Sorrideva davvero! e maneggiava una palla di fuoco sul palmo della mano. Perchè non si scottava?
-Vai via!- Gridò senza girarsi. Supposi che si riferisse a me, ma io non riuscii a muovere un passo. Dalle mani di Leo partì una palla di fuoco che andò a scottare la lingua del mostro, distraendolo un attimo. Evidentemente i mostri non erano immuni al dolore perchè quella si portò le sue rozze zampe bianche alla bocca per alleviare il dolore. -Oh ma che scocciatura. Queste furie non si stancano mai di attaccare i novellini? Sembra sia il loro passatempo preferito-. Si lamentò Leo con un'altra palla di fuoco pronta sul palmo della mano. Furia. Allora era così che si chiamava quella "cosa" che fino a qualche minuto fa era la tedesco. Non pensavo che l'avrei mai detto ma il look di prima le donava di più.
-Ci pensiamo noi a lei-. Disse Nico posizionandosi di fianco a Leo. L'espressione concentrata e il suo viso sottile e femminile lo facevano sembrare tanto un angelo vendicatore.
-O-okay-. Riuscii a balbettare. In un'altra situazione, se non fossi stata tanto scossa, mi sarei immersa nella battaglia, fino a ucciderla. Ma ora mi sentivo sotto shock.
-Vai li dietro e non ti muovere-. Mi indicò un cespuglio poco distante. Non gli risposi e corsi subito lì dietro, sperando in un salvataggio momentaneo. La visuale non mi era però stata coperta, perciò potevo vedere gli andamenti della lotta. Nico Corse incontro alla furia, con in mano una spada completamente nera. Un momento dopo il mostro emise un grido stridulo, segno che Nico era riuscito a colpirlo. Esultai silenziosamente. Spostai lo sguardo su Leo che in quel momento stava correndo verso la furia, ma quella accecata dalla rabbia per il colpo inflittole da Nico, iniziò a muoversi a scatti. E successe l'inevitabile, in un attimo Leo fu a terra.
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Una nuova semidea
FanfictionPer una ragazza normale, con una stupida dislessia come malattia e una passione sconfinata per la lettura e il disegno, deve essere difficile accettare di essere una specie di ragazza"anormale" con un padre-dio e dei super poteri superfighi da usare...