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- Connor! Travis! - Li chiamò a gran voce per sovrastare il chiasso del tavolo. Non si girarono. -Fratelli Stoll! -. Riprovò ma ancora niente. Erano troppo impegnati a tifare per una zuffa iniziata vicino al tavolo. La pazienza di Annabeth, la sua ferrea pazienza, si sgretolò. 

-Dolcetti gratiss! -. iniziò a gridare con le mani intorno alla bocca. I due ragazzi, contemporaneamente, girarono la testa sorridendo. Alla vista di Annabeth imbronciata con le mani sui fianchi, il sorriso sparì, rimpiazzato da una profonda noia. -Annabeth -. Disse uno annoiato, poco incline al saluto. 

-Qual buon vento ti porta a questo bellissimo tavolo? -. Chiese l'altro con sarcasmo. Erano ovviamente entrambi delusi dalla messinscena di Annabeth, entrambi scesero con un salto dal tavolo. Ora che li osservavo meglio, i due ragazzi, Travis e Connor, si assomigliavano molto, fino a sembrare perfino gemelli. Avevano entrambi una zazzera di capelli marroni che ricadevano intorno e davanti al viso, coprendo quasi metà degli occhi. Erano di corporatura molto magra. Mi ricordavano molto i gemelli di 'Dragon Trainer'. -Per vostra informazione c'è una nuova arrivata! -. Io, che fino a quel momento ero rimasta ad osservare in disparte, mi avvicinai con calma, osservai i ragazzi con entrambe le sopracciglia alzate. Intanto la loro espressione era cambiata, ora sorridevano furbi. - Una novellina -. Disse uno. 

-Salve -. Dissi appoggiando il peso del corpo su un piede. 

-Salve! - Risposero in coro sorridendo. Sembravano due folletti. 

-Benvenuta al tavolo di Ermes, il messaggero degli dei -. Disse uno.

-Gran furbone nostro padre -. Disse l'altro battendo cinque all'amico. Annabeth li guardò male. 

- Allora, lei è Sabrina. Trattatela con il massimo riguardo -. Pintò il suo sguardo negli occhi dei due ragazzi. -VI tengo d'occhio-. Quei due gli fecero il verso. Si girò verso me. -Se ti serve qualcosa, o se questi due -. Indicò Connor e Travis. - Ti danno fastidio, fammi un cenno. Io sto seduta li -. Mi indicò un tavolo poco distante. 

-Non mi faranno niente, so cavarmela -. Alzai un sopracciglio verso i due ragazzi. Lei mi salutò e corse dai  suoi amici. Connor e Travis, senza aspettare neanche un secondo mi presero di peso e mi fecero sedere a tavola. Per essere così magri erano forti. 

-Ecco... per il momento questo sarà il tuo posto -. Disse uno di loro. -Buona permanenza -. Mi sedetti inquieta. C'erano parecchi tavoli pieni, alcuni erano più piccoli di altri e v'era meno gente. Notai Percy seduto sorridente a un tavolo. C'era solo un piccolo problema. Era solo. Doveva essere brutto stare seduti da soli, mentre tutti gli altri scherzavano e si divertivano con gli amici. Non avrebbero potuto avere pietà di lui e inserirlo in qualche tavolo? Avevano regole così ferree? Gli sorrisi ma lui non mi vide. Dalla mia postazione, coperta da uno sciame di ragazzi, non riuscivo a vedere molto altro. Ci fu un suono di scodelle e tutti si girarono meccanicamente verso una parte della sala. Seguii i loro sguardi, fino ad arrivare ad un tavolo a due posti. Al tavolo erano seduti un Chirone e una Rachel molto sorridenti. Ci avevo sentito giusto, Chirone era munito di una scodella, che colpiva forte con un cucchiaio per ottenere silenzio. Tutta la sala si zittì di colpo. -Allora Semidei -. Chirone prese la parola. -Oggi, qui al campo, abbiamo una nuova arrivata. Vi presento Sabrina -. Tutti si girarono verso di me, applaudendo come forsennati. Capii solo dopo perchè mi avessero riconosciuta subito. Connor e travis di erano improvvisati frecce viventi, indicandomi con le loro quattro braccia, tutti sorridenti. Ero di certo al centro dell'attenzione. Sorrisi e salutai. Di solito ero timida solo in presenza dei miei genitori, o per meglio dire di mia madre, in questo caso non lo ero per niente. Guardai Rachel, che mi fissava con sguardo vuoto, distolsi subito lo sguardo. Mi ero persa sicuramente qualcosa perchè molti ragazzi si stavano alzando diretti verso un tavolo gigante imbandito. Su di esso erano presenti tutti i cibi possibili e immaginabili. Vari tipi di carne e pollo, insalate di vari tipi, salse, pane e... patatine fritte!! I morsi della fame mi stavano attanagliando lo stomaco, non mangiavo da chissà quanto tempo. Mi fiondai correndo e spingendo verso il tavolo, non badando ai gridolini incavolati, presi un piatto al volo e velocemente iniziai a buttarci dentro più patatine possibili. Le adoravo. Io vivevo solo per quelle, non potevo farne a meno. Mi girai ghignando e ... tutti si erano bloccati. Mi bloccai sul posto con il piatto pieno di patatine e salse, guardando un po' tutti per capire perchè mi stessero guardando come si potrebbe guardare un alieno che balla il can can. Solo la vista di Leo, che stava per morire dal troppo trattenersi per non ridere, mi fece capire. Ero l'unica ad avere paura che le patatine finissero e che si era fiondata sul loro vassoio. Avrei voluto dire tante cose, tipo che non intendevo creare scompiglio o che mi dispiaceva di aver finito quasi tutte le patatine, ma riuscii a dire solo. -Che c'è? Amo le patatine -. Feci un gesto scocciato con la mano e, sicura di me, mi diressi al mio tavolo, seguita da una serie di mormorii e sguardi straniti. Molte persone avevano iniziato d'accapo a mangiare e a riempirsi i piatti, ma solo una mi prese per il polso prima che mi sedessi. Era Leo.

Una nuova semideaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora