Ottavo Capitolo

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Così seguii Tommaso fino ad un prato fiorito.
C'erano tantissimi fiori, farfalle che si appoggiavano ai rami degli alberi, api che indugiavano su quale fiore posarsi.
Ci stendemmo sull'erba e Tommaso iniziò a fissare le nuvole.
"Perché mi hai portata qui?"
Interruppi il silenzio.
"Perché qui si sta bene"

Cosa? Solo per quello?
Beh.. In fondo cosa mi aspettavo? Siamo amici da poco, non posso pretendere che mi prenda un cavallo bianco e mi porti nel mondo delle favole. Eppure sembrava così strano... Lui è sempre stato un ragazzo dalle mille pretese. Un ragazzo euforico, pieno di idee...
"Sicuro? Solo per ammirare il panorama? Perché si sta bene?"
"No"
Si girò di profilo, e, sentendolo muoversi mi girai anche io d'istinto. Il suo viso imbarazzato era fantastico.
Mi diede un bacio, proprio come mi aspettavo.  Gli sorrisi imbarazzata cercando di trovare qualche scusa per tornare indietro; quando scorsi Lorenzo, dietro un cespuglio.
Mi alzai in piedi e con ira urlai
"E così ci stavi spiando?"
Lorenzo uscì dal cespuglio:
"Mi spieghi cosa combini? Sta lontana da quello!"
"Senti, io e te non abbiamo proprio nulla. Abbiamo ballato una sera a casa tua e ci siamo visti un film horror. Non credere che per questo adesso sia la tua ragazza o il tuo burattino personale, perché non sono proprio nessuno"
A queste mie ultime parole, Lorenzo se ne andò affranto, colpito dai sensi di colpa.
Tommaso mi si avvicinò, cercando di consolarmi:
"Ehm Elena, non ci fare caso..."
"Sì invece, ci faccio caso sai? Meglio che me ne vada"
Scappai via cercando un sentiero per tornare indietro ma non riuscivo a trovare nessun sentiero.
Ero in trappola.
Mi ero addentrata così tanto nel bosco, scappando via, che non sapevo neanche dove andavo. Non conoscevo quel posto, era tutto così inquietante.

Ad un certo punto, ecco spuntare Veronica, una salvezza almeno.

"Per Fortuna che sei qui, mi sono persa"

Mi guardò maliziosa e poi iniziò a parlare:
" Oh, io non sarei così felice"
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire. Stai lontana da Tommaso. Sono mesi che gli vado dietro, dalla fine della terza media, e adesso arrivare una come te e crede di portarmelo via? No."
"Guarda che io non gli vado affatto dietro"
"Vi ho visti sai, vi siete baciati.
Preparati al peggio"
Si fece in avanti, ed io indietreggiai, indietreggiai fino a che non inciampai in quella che doveva essere una corda messa apposta lì. Aveva previsto tutto.
Prese una rete e mi intrappolo lì dentro. Mi legò le mani e i piedi.
Urlavo, urlavo come una pazza, provavo a liberarmi ma non c'era nulla da fare.
Veronica, con sguardo compiaciuto se ne andò, guardandomi con la coda dell'occhio.
Ero sola. In un bosco. Legata e intrappolata in una rete.
Cercai di liberarmi in ogni modo, ma era impossibile.
Quando ad un certo punto sentii un rumore provenire dai cespugli.
Mi preparai al peggio. Chi altro poteva essere?

Il mio anno al liceoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora