Decimo Capitolo

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E così entrammo nella casa. Era inquietante.
Mi tenevo stretta a Tommaso come una bambina spaventata, lo stringevo appena potevo, fingevo di inciampare su vecchi chiodi per potergli cadere addosso... Il mio piano stava funzionando.
E così alcuni di noi scelsero stanze diverse.
Chi andava in cucina, chi si nascondeva nel bagno.
Tommaso propose di dirigerci in salotto, una delle stanze più grandi e più lontane dall'uscita.
Accettai e Tommaso, una ragazza bionda di nome Laila, Luca, un moro di nome Thomas ed io entrammo nella stanza.
Avevo perso di vista Lorenzo già da qualche minuto, probabilmente era in un altra stanza... Perché non portare la sua gelosia allo spavento?
Stavo progettando il mio piano, quando del sangue iniziò a scendere dalle pareti.. Indietreggiai ed iniziai ad urlare.
Quando anche gli altri si accorsero del sangue colante sul muro, fecero per uscire dalla casa.
Tommaso li fermò e ci disse di mantenere la calma.
"ha un odore insolito... Sicuri che sia sangue?"
Si avvicinò alla poltiglia rossa e ne assaggiò un po...
"Ketchup..."
Tirai un sospiro di sollievo e mi congratulai con Tommaso.
Qualcuno aveva provato a spaventarci, con pessimi risultati.
Avevo pianificato la mia tattica per spaventare Lorenzo, ma prima di tutto dovevo scoprire dove si era cacciato.
Mi addentrai nel bagno ma non lo trovai, quindi andai in cucina.
Quella cucina, sembrava tutto pur che una cucina.
Aveva pezzi di materassi bucati e di televisioni rotte ovunque...
Vidi Lorenzo che stava cercando qualcosa in un cassetto.. Anche lui voleva farmi uno scherzo?
Stavo per nascondermi, ma non feci in tempo; mi vide e mi fermò?
"Che ci fai qui? Non dovresti essere con il tuo eroe?"
"Eroe?"
"Tommaso"
"Ah, geloso?"
"Tanto. Cazzo. Te ne vai ad abbracciare il ragazzo che ti ama. Minchia, proprio crudele"
"Già"
Con la mano destra mi prese per la vita e mi strinse forte a lui. Non tentai di fermarlo ed appoggiai la mia testa sul suo petto.
Ad un tratto mostrò la mano sinistra dove teneva un coltello ed urlò:
"Preparati a morire!"
Urlai come una pazza in preda alla disperazione e cercai in tutti i modi l'uscita
E così il mio ragazzo era un pazzo assassino?
Davvero ero così credulona?
Sbuffai e mi fermai. Iniziai a fargli il solletico e lui in modo scherzoso:
"Ahahahah, nono mi arrendo dai basta"
"Ci hai provato"
"Ehi, ve che ci sono quasi riuscito"
Lo vidi sorridere e quasi mi sciolsi. Guardai l'orario ed erano già le due di notte.
"E se noi dormissimo?"
"Non dovremo spaventare gli altri?"
"E se loro spaventassero noi? Se invece noi ci mettessimo a dormire adesso, nessuno ci potrebbe spaventare"
"Solo se dormi con me"
Così ci appoggiammo su un vecchio di vano, mi stesi appoggiando la testa sopra il suo petto e ci addormentammo così.

Il mio anno al liceoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora