Chapter three

161 13 2
                                    

La luce del sole infastidì i miei occhi e li costrinse ad aprire.
Levai dal mio corpo le pesanti coperte e mi alzai avvicinandomi alla finestra che si trovava a pochi passi dal letto. Guardai con attenzione e intravidi, ad ogni metro, una guardia diversa con un fucile in mano. Come potevo scappare? Era una cosa da pazzi! Mi avrebbero sicuramente uccisa o riportata indietro da quel mostro d'uomo che mi aveva rinchiusa qui dentro. Mi ricordo ancora quando mi svegliai in questo posto, sicuramente ero stata sedata e rinchiusa qui.

Tremavo come una foglia e per giorni cercai una via d'uscita e dopo tempo, mi resi conto che era impossibile scappare... Quanto tempo era passato? Mesi? Anni?

D'un tratto sentii la porta aprirsi e tutti i miei pensieri cessarono. Mi girai piano e scorsi la figura dell'uomo che mi aveva portato in questa stanza. Era sempre vestito con una veste nera ed era incappucciato.

<<Il signore la vuole vedere nel suo ufficio.>> Disse con voce graffiata.

Mi avvicinai alla porta e lui mi seguì. Un senso di libertà mi innebriò, finalmente ero uscita da quella stanza. L'uomo mi condusse fino ad un corridoio lungo e stretto. Camminammo per almeno cinque minuti buoni e finalmente mi ritrovai davanti ad una porta. Nemmeno il tempo di dire una parola che subito l'aprì e mi spinse dentro.

Una stanza ampia e oscura si aprì davanti ai miei occhi ed una scrivania giaceva al centro di essa.
L'uomo era lì. Lo stesso uomo che il giorno precedente mi aveva rivelato il mio nome.
Non sapevo nulla della mia storia, né di come fossi arrivata qui, né quale fosse la mia famiglia. Nulla.

Non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo e guardare avanti a me, quindi mi limitai solo a guardare i miei piccoli piedi.

<<Annabell...>> Al suono di quel nome alzai involontariamente la testa e guardai il giovane uomo davanti a me.
<<Avvicinati.>> sussurrò piano e con passo svelto raggiunsi la sedia davanti alla scrivania coperta da documenti e scarabocchi vari.
Mi sedetti e aspettai che dicesse qualcosa, ma non aprì bocca.

Dopo due minuti buoni si alzò e il mio corpo cominciò a tremare dalla paura e l'ansia si impossessò di me.
<<Sai Annabell... Tu ora sarai molto confusa e non ricorderai nulla, ma con il tempo comincerai a farlo, devi solo avere pazienza.>>

Ricordare? Ma cosa? Il mio passato?
Avevo paura, paura di non riuscire a scappare da questo posto, paura di non essere libera.
Si avvicinò alle mie spalle e cominciò a massaggiarle piano, cominciando successivamente ad accarezzare anche le mie braccia, fino ad arrivare alle mani, stringendole.

<<Sei così fragile...Così pura...>>
La sua voce cominciò ad inquietarmi e la paura salì alle stelle. Cosa voleva da me?
<<Ti prego non farmi del male...>> sussurrai con voce strozzata, bloccando le sue mani, che nel frattempo erano sulle mie cosce.
Mi azzittì all'istante, la mia schiena era attaccata al suo petto e d'un tratto sentii una scarica di brividi a causa dei suoi baci sul collo.
<<Shh... Lasciati andare...>> continuò a sussurrare accarezzandomi la schiena con le mani.
Approfittai di quel momento coraggioso e mi girai, rimanendo faccia a faccia con lui.

Grazie alla poca luce, che si intravedeva dalla finestra, riuscii a scorgere il suo volto,
prima che lui, con un gesto veloce, si ricoprì.

<<Dimmi chi sei!>> sussurrai con voce strozzata.
<<Mi chiamo Zayn, ma tu lo dovresti sapere benissimo...>>

Number Five   [Z.M.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora