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Dopo quella mattina non riuscii più a parlare con Anna. Era come scomparsa e io non riuscivo più a rintracciarla. A casa non la trovavo e non rispondeva a nessun messaggio e chiamata.

Ero preoccupata, non sapevo cosa significasse quel -scusami-.

Le uniche volte che la vedevo era a scuola, ma per qualche motivo si fece spostare in un banco lontano da me. Quando ci incrociavamo nei corridoi lei cambiava strada.

Così mi ritrovai di nuovo sola e triste.

Poi una mattina, dopo settimane di totale ignoranza, quella arrogante di Lisa, mentre mi dirigevo in bagno, mi si piazzò davanti e mi disse:- Non ti vergogni ad essere amica di quella ruba ragazzi?- Io non compresi il discorso e lei accorgendosene, continuò -Come, non te l'ha detto che si è messa con Giacomo? Bella amica!- poi se ne andò via senza salutare, lasciandomi come un sasso in mezzo ad un fiume di ragazzi e ragazze consapevoli della verità, mentre io ero l'unica ignara dei fatti.

Era la cosa peggiore che potesse accadermi. La mia unica migliore amica si era messa con il mio primo amore.

Come era potuto succedere? Non mi ero accorta di nulla!

E poi era stata Anna a dirmi di tuffarmi in questo amore, di farmi avanti, perché era giusto; e Giacomo quella sera mi aveva detto che gli piacevo.

Mi avevano preso in giro entrambi, ma perchè?

Il vuoto si impossessò del mio cuore e tutte le mie certezze crollarono. I libri non mi davano sollievo e nulla riusciva a sollevarmi il morale.

Poi accadde qualcosa che mi avrebbe sconvolto per sempre.

Un sabato pomeriggio di solitudine totale, in cui mi ero immersa nella rivoluzione francese per non pensare ai miei problemi, sentì un rumore assordante provenire da fuori. In casa non vi era nessuno.

I gemelli erano da papà mentre la mamma era a un convegno di non so cosa.

In primo luogo non mi preoccupai molto, ma poi il rumore venne seguito da voci lontane che si avvicinavano e allora mi incuriosii. Quando aprì il portone di casa vidi un enorme camion da trasloco di una ditta a me sconosciuta (cosa molto rara visto che per aiutare papà con il trasloco avevo cercato la migliore ditta di tutta la regione!).

Aveva una grossa scritta su tutto il lato a me visibile, era di colore blu con una striscia gialla con la scritta all'interno -TRASLOCHI-. Questo camion era proprio davanti al cancello di casa mia; così dopo un po' di timore iniziale, mi avvicinai per vedere meglio.

Uscita dal cancello e girato tutto il camion vidi due uomini che stavano scaricando un divano bianco a due posti, poi un comodino e infine un grande armadio di legno massiccio.

La cosa che mi impressionò subito fu la cura con cui portavano questi mobili, cosa che non avrei mai detto vedendoli. Erano persone muscolose, con spalle enormi e degli occhi che avrebbero fatto paura a chiunque. Poi si aggiungevano anche la stanchezza sul volto e il sudore. Erano molto attenti a portare quei mobili antichi in un modo impressionante.

Questo modo di vedere le cose era nuovo per me, ma dopo quello che mi era accaduto facevo molta più attenzione ai particolari. Quando questi finirono il loro lavoro di portare mobili dal camion alla casa che si trovava vicino alla mia, vidi uscire dall'edificio una signora con i capelli castani e molto alta che ringraziava i due uomini forzuti del loro contributo, saldando il pagamento.

Poi li salutò l'ultima volta prima che il grosso camion sparì girando l'angolo.

Non feci in tempo a dire una parola che la donna era tornata in casa. Allora decisi di fare anch'io così.

Il momento di cambiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora