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Mentre mi preparavo per tornare a scuola ripensai a quello che era successo la settimana precedente, quando venni a sapere dalla ragazza meno sopportabile della scuola che la mia migliore e sola amica mi aveva tradito mettendosi con il ragazzo che faceva battere il mio cuore.

Questo pensiero mi perseguitava e non riuscivo a non immaginare lei avvinghiata a lui mentre si baciano.

Uscita mi fermai davanti alla casa di Luca pensando che non gli avevo chiesto quando avrebbe iniziato la scuola; tra poco sarebbero arrivate le vacanze di Natale. Poi mi avviai.

Faceva più freddo del solito e anche la professoressa era più noiosa del solito, i compagni sempre gli stessi.

Ad un tratto si sentì bussare la porta e vidi entrare il preside seguito da Luca!

Cosa ci faceva qua, non mi aveva detto nulla!?!

Dopo le presentazioni il preside gli fece una bella ramanzina sul suo abbigliamento "non idoneo all'ambiente scolastico" e anche al ritardo di due ore.

La scusa che utilizzò non fu molto creativa, la solita -la sveglia non è suonata-, ma essendo appena arrivato il preside ci mise una pietra sopra.

Essendo il banco vicino a me l'unico vuoto (a causa del precedente spostamento di Anna) mi ritrovai quello strano ragazzo come vicino, di nuovo!

Sembrava molto felice della notizia ricevuta e si sedette con tranquillità facendomi un cenno con il capo al quale risposi con una smorfia.

Per tutta la lezione lo vidi disegnare strani scarabocchi su un foglio e quando gli chiesi cosa erano mi rispose sorridendo: -Capolavori d'arte moderna! Sono un artista, non si vede?- Da esporre a una galleria!

Durante l'intervallo metà scuola venne a vedere il nuovo strano arrivato; tutti gli chiedevano per quale motivo era vestito così e cose del genere.

Io, avendo già ascoltato la storia, decisi di tornare sotto il mio adorato albero e di leggermi un libro che aveva dato il professore.

Non era niente di bello e mi stancai subito.

Quando chiusi il libro, alzai gli occhi al cielo e mi appoggiai al tronco dell'albero.

Notai che l'albero, spoglio delle sue foglie, era vuoto come il mio cuore senza Anna.

Non riuscivo ad odiarla, come non riuscivo a disprezzare Giacomo, solo che non comprendevo quello che mi avevano fatto, il motivo della loro azione.

Continuavo a sospirare e ripensavo ai loro comportamenti quando sentii una strana sensazione e, abbassando gli occhi, vidi Patrick vicinissimo a me, che mi fissava.

Mi chiese a cosa pensavo e io cercai di dissuaderlo dandogli come risposta un semplice -niente-.

Visto che non era uno stupido non accettò la mia affermazione, ma non volle infastidirmi.

Allora, dopo essere stato qualche minuto in silenzio seduto vicino a me, mi disse con tranquillità e sicurezza: -Questo sabato ti porto fuori. Sei mai andata al lunapark?-

Io scioccata dalla frase appena sentita, feci un cenno di no con il capo seguita dal sorriso sereno di lui.

-Allora andiamo al lunapark! Ci divertiremo così tanto che non avrai neanche un secondo per pensare ai problemi che ti assillano, okay?-

Non mi fece neanche rispondere che se n'era già andato, lasciandomi lì, sotto l'albero con un'appuntamento sabato con un ragazzo strano e tanto simpatico di nome Luca, soprannominato Romeo.

Dopo quell'intervallo, Luca non accennò più all'appuntamento datomi e io, pensando che fosse uno scherzo, non l'ho presi sul serio. Fino a quando, venerdì, all'uscita dalla scuola, esclamò: -Ti vengo a prendere alle 16 domani.- e poi se ne andò via con un gruppo di ragazzi.

Il momento di cambiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora