capitolo 11

4.1K 149 8
                                    

Eccoci nella mia camera da letto pronta per fare l'amore con lui.

Fino a 10 minuti fa ero quo in camera a piangere e a consumare fazzolettini.

E ora sono distesa sotto Guido, non so se quello che sto facendo sia la cosa giusta ma so che lo voglio.

Aspetta qui  disse Guido dirigendosi in bagno.

Io ero stesa sul letto con il clirotide pulsante fra le gambe.

Ho provato a stringere le gambe a sfregarle ma non trovo alcun sollievo.

Così spalancai le gambe e comincia a disegnare cerchi circolari sul mio clirotide con le dite.

Io piacere era immenso. Gettai la testa all'indietro e chiusi gli occhi per assorbire tutte le sensazioni.

Cominciai ad irrigidirmi segno che stavo per venire, ma un colpo di toss mi fermare.

Guido era in piedi davanti la porta con la giuntura dell'accappatio in una mano, e l'altra massagiava il suo membro.

Bimba cattiva chi ti ha detto che potevi darti piacere da sola? Forse non ricordi che sono io che comando qui. Disse avvicinandosi minacciosamente al letto.

E le bambine cattive vengono punite. Disse con un ghigno malizioso sul volto.

Io ero un misto tra eccitazione e paura, ma prevaleva di più l'eccitazione.

Salì addosso a me e mi levò maglia e reggiseno,poi mi prese i polsi e me li legò alla tastiere del letto.

Poi mi sfilò i pantaloni e le mutandine facendomi rimanere nuda davanti a lui.

Io ero li sul letto vogliosa che mi desse piacere anche se so che non accadrà facilmente.

Lui cominciò a spogliarsi molto lentamente tolse prima la camicia, poi le scarpe, i calzini, i pantaloni, e in fine in boxer, cosi da rimanere, gloriosamente nudo davanti a me.

Lo vidi chinarsi davanti a terra per prendere la sua cintura e una bustina di plastica quadrata.

Si mise di fianco a me, io sul letto e lui impiedi,

Ora la tua punizione per averti dato piacere da sola, il tuo piacere deve essere solo mio disse per poi far schioccare la cintura sulla mia pancia.

Un forte dolore mi fece inarcare la schiena, avevo la pancia in fiamme, ma piano piano il dolore si trasformava in piacere.

Piacere che dalla mia piacia ormai arrossata per i troppi colpi, scendeva fino al mio sesso.

Incomincia ad inarcare la schiena per andare incontro alla cintura, ne volevo di più sempre di più.

E incredibile pensare che uno strumento visto sempre come portatore di dolore riesca a dare un piacere tanto forte.

Dopo non so quanti colpi Guido si arresto di colpo, si mise a cavalcioni su di me, e mi penetrò con due dita, e inizio a pompare dentro e fuori.

Quarda il tuo corpo come ha gradito sei bagnata fradicia.

Disse aumentando il ritmo delle sue mani. Io incominciai ad andare incontro alle sue dita muovendo i fianchi per averne sempre di più.

Ero quasi vicina all'orgasmo quando lui tolse le mani, guadagnandosi un grido di frustrazione da parte mia.

Guido si allungò sul comodino per prendere il preservativo, lo apri con i denti e se lo infilò.

Si posizionò su di me facendomi divaricare le gambe in una maniera sovrumana quasi a farmi fare una spaccata.

Posizionò il suo membro davanti al mio sesso, e con una spinta veloce e precisa mi penetrò.

Le spinte erano veloci e violente, tremendamente violenta, io non avevo nemmeno la forza di gemere, mi trovavo in un assurdo stato di estasi.

Le spinte si fecero sempre più veloci e il mio corpo si contorveva in maniera anomale.

Quando con l'ultima spinta Guido tocco il mio punto sensibile, io venni in un orgasmo mai avuto prima talmente potente, da farmi gridare il suo nome tanto forte da far rimbombare ma mia voce nella stanza.

Dopo un po venne anche lui, e si accasciò sul mio petto.

Ci addormentano così stretti l'uno all'altro dopo esserci finalmente ritrovati.

Ecco l'undicesimo capitolo cosa ne pensate? Commentate

Ritorna da me ( #Wattys 2015)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora