I giorni si trasformarono in settimane, le settimane in mesi, e Steve non vedeva quasi più Peggy: il direttore Coulson l'aveva fatta entrare subito nello SHIELD con un Benvenuta al livello sette, agente Carter, e l'aveva subito messa al lavoro con le matricole desiderose di entrare a far parte degli agenti dell'organizzazione.
Il Capitano aveva persino provato ad andare a trovarla durante le sessioni di allenamento, ma Peggy gli aveva risposto chiaro e tondo che non voleva distrazioni durante il lavoro, anche perchè i ragazzi che allenava guardavano Steve con ammirazione e rimanevano a fissarlo come stoccafissi.
Peggy invece cercava di spronare i ragazzi a fare ore in più, ad allenarsi duramente anche fino a notte fonda, e quando tornava nell'appartamento di Steve, stremata, lui era là sveglio che l'aspettava. La giovane donna si chiedeva il perchè e non sapeva in che modo rispondersi. Nel suo cuore pensava che lo faceva perchè era innamorato di lei, ma nella sua mente era l'esatto contrario. Era confusa, e voleva soltanto che tornasse tutto come prima.
Una sera, sarà stata mezzanotte, come al solito Peggy entrò nel piccolo appartamento e naturalmente c'era Steve seduto sul divano che l'aspettava girandosi tra le mani una bottiglia di birra vuota.
Appena sentì la porta chiudersi, il ragazzo si alzò e posò la bottiglia sul tavolo.
"Ehilà Peg"
"Steve." rispose lei atona al saluto, e fece per entrare nella camera da letto, quando un pensiero istantaneo la fece voltare e dirigersi verso il Capitano che aveva mutato il volto: la guardava con una faccia interrogatoria. Peggy si sedette sul divano e si appoggiò sullo schienale, guardando Steve.
Lui, come se fosse stato ipnotizzato, si sedette vicino a lei e la guardò negli occhi.
Sembravano attratti l'uno dall'altra, come se per distogliere lo sguardo dovessero venir strappati via da qualcuno.
"Perchè mi aspetti sempre fino a notte inoltrata, Steve?" chiese lei dopo un po' di tempo, per rompere il silenzio.
"Ho dormito per settant'anni, non ho tanto sonno." rispose il ragazzo cercando di mantenere una maschera di indifferenza nei confronti di Peggy.
Lei alzò un sopracciglio, e si passò una mano tra i capelli.
"Non me la bevo." replicò lei sospirando. "Qual è la vera ragione per cui mi aspetti alzato ogni santa sera?"
È ora, pensò Steve, Ma non sono pronto.
Devi farlo, rispose una vocina dentro di lui, Non hai altra scelta se vuoi che continui a fidarsi di te.
"Perchè mi dispiace." rispose, prendendo tempo. "Mi dispiace di averti urlato, e detesto ammetterlo ma hai ragione anche sul fatto che io devo combattere per gli Stati Uniti, non contro. Me ne sono reso conto solo ora."
Peggy trattenne il fiato, ma annuì.
"Tutti questi mesi... Per dirmi questo?" chiese la ragazza riprendendosi dal leggero stato di shock.
Steve, sospirò. "C'è dell'altro."
"Hai divorziato poco prima che tornassi? O la ragazza ti ha lasciato?"
"Divorziato? Ragazza?" ripetè il ragazzo, sorpreso. Quella situazione gli faceva quasi ridere. "Non mi sono mai sposato e non ho mai avuto una ragazza. Famiglia, stabilità... L'uomo che voleva tutto quello è finito nel ghiaccio settant'anni fa." rispose, e si accorse solo dopo aver pronunciato quelle parole che aveva completamente sbagliato persona a cui dirlo. Idiota, pensò, Ora l'hai persa per sempre.
Peggy cercò di incassare alla meglio il colpo, e si ricompose alla meglio.
"E allora di cosa volevi parlarmi?" mormorò piano.
"Io..." Steve sapeva di averla fatta grossa. Non si sarebbe mai perdonato per questo. "Niente." riuscì a dire infine dopo un paio di minuti di esitazione.
Ti amo!, avrebbe voluto gridarle... Se solo avesse avuto il coraggio di pronunciare quelle due parole.
Peggy alzò un sopracciglio ma non disse nulla, anzi, sorrise leggermente e lo guardò:
"Ti va di guardare... Un film?"
Steve rimase scioccato. Davvero, dopo tutto quello che le aveva detto, voleva guardare un film? Non avrebbe mai capito come pensava Peggy Carter.
"Certo." rispose, e ricambiò il sorriso alzandosi per andare a prendere il telecomando.
"Hai preferenze sul genere?" chiese poi il ragazzo.
La ragazza ridacchiò senza un motivo preciso, e rispose:
"Basta che non sia qualcosa di romantico o strappalacrime."
Steve sorrise e fece un sospiro di sollievo, e si sedette accanto a lei aprendo la televisione.
"Dicono che è molto bello questo film." disse cliccando su un'icona dove si vedeva la locandina del film in questione.
"Allora vada per questo." Peggy sorrise, e il film partì. Non si accorse che a metà le venne spontaneo appoggiarsi contro il petto di Steve e chiudere gli occhi per addormentarsi, e il Capitano di certo non si lamentò.
Quando lo schermo si spense, il ragazzo ebbe appena il tempo di appoggiare sul tavolo il telecomando che cadde stanco morto sul divano, senza accorgersi di non aver portato la ragazza nel suo letto, senza accorgersi che nel sonno le sue braccia avevano stretto verso di sè Peggy facendo in modo che lui la abbracciasse.
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Welcome back to the future, darling
FanfictionE se Howard Stark avesse congelato la sua amica Peggy Carter, sapendo che il loro amico Steve Rogers era da qualche parte tra i ghiacciai e che, secondo i suoi calcoli, si sarebbe risvegliato settant'anni dopo? E se la Peggy Carter dei documentari e...