True Love?

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Quando, la mattina dopo, Peggy si svegliò, le ci volle un secondo per capire dove si trovava.
Era distesa sul divano, e due braccia muscolose e rassicuranti la stavano abbracciando da dietro. Era certa che era Steve.
Le piaceva stare così, adorava il modo in cui la teneva, come se fosse fatta di porcellana. Più di ogni altra cosa però, adorava lui. Era dannatamente perfetto, sotto ogni aspetto. Anche quando era arrabbiato o addormentato. Anzi, forse era anche meglio, si disse Peg, con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, dormiva come un bambino che aveva passato la giornata a divertirsi sulle giostre.
Facendo ben attenzione a non svegliarlo, la ragazza sgusciò via dalle sue braccia, e senza fare rumore andò nel piccolo bagno a farsi una doccia e cambiarsi.
Era piacevole quel getto di acqua fredda che le punzecchiava la pelle rinfrescandola, ma sopratutto svegliandola dal torpore che aveva appena alzata.
Quando uscì con i capelli ben asciutti, Steve si stava svegliando, e lei decise di sedersi vicino a lui e accarezzargli dolcemente i corti capelli dorati.
"Peg..." mormorò il ragazzo socchiudendo gli occhi e mostrando uno scorcio delle sue iridi color fiordaliso. Sono così belli i suoi occhi, si ritrovò a pensare Peggy.
"Buongiorno" mormorò lei mentre il giovane si alzava lentamente e si metteva seduto vicino a lei.
"Peggy, avrei voluto..." cominciò lui, ma la ragazza non lo fece finire mettendo un dito davanti alle labbra di Steve.
"Shhhhh" mormorò, "non fa niente. Ho dormito... Bene."
"Lo speravo."
Peggy annuí, e si alzò in piedi, facendo come per andare a preparare la colazione, ma una mano dolce la fermò prendendola per il polso e facendola voltare verso di lui.
Steve era davanti a lei, decisamente più alto, mentre la ragazza gli arrivava appena fino alle spalle. Sembrava così piccola e fragile vicino a lui, ed era così che si sentiva in quel momento, come se appena lui si fosse spostato qualcuno avrebbe potuto romperla.
"Steve? Tutto okay?" chiese Peggy, alzando lo sguardo.
Lui annuì.
"Io... Ho capito." replicò il ragazzo, e la guardò negli occhi.
La ragazza lo guardò con una faccia interrogativa.
"Ho capito" continuò Steve "che quando qualcuno si innamora di qualcun'altro non può negarlo a se stesso, tantomeno agli altri. Ho capito che ero perdutamente e completamente innamorato di qualcuno solo quando sono finito nel ghiaccio. Avrei voluto urlare. Avrei voluto scalciare, liberarmi da quel freddo, ma più ci provavo, più il buio e le tenebre mi avvolgevano e mi facevano addormentare. E riuscivo a pensare solo a una cosa: quella persona, quella ragazza che avevo lasciato, quella ragazza a cui avevo appena promesso un ballo, non l'avrei più rivista. Ero destinato a morire là, sepolto nei ghiacciai, o peggio, a restare là per sempre, a congelare.
Ma poi, ad un certo punto, ero al caldo, ero tornato. Purtroppo, ero settanta anni in ritardo. Quando pensavo che ogni traccia della ragazza che amavo fosse sparita, e che la vecchiaia l'avesse prosciugata, eccola. E scopro che quella povera anziana era solo una copertura per un esperimento di un mio amico che adorava la Fondue." fece una leggera risata, mentre delle lacrime di commozione cominciarono a rigare il volto di Peggy.
"Margaret 'Peggy' Carter, sono innamorato di te."
E la ragazza, che ormai aveva capito, non se lo fece ripetere due volte: gli prese il volto tra le mani e lo baciò appassionatamente come non aveva fatto nemmeno la prima volta.
"Ti amo, Steve."
"Ti amo anche io, Peg."

Welcome back to the future, darlingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora