Capitolo III - Il Sorriso del Cheshire

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BUNNY POV

Mi svegliai di soprassalto. Avevo fatto un incubo eravamo arrivati nella Tana del Coniglio quando una mano verde mi aveva afferrata e mi aveva trascinata via. Ma quando mi guardai intorno mi accorsi che non era un sogno.
Ero legata, mani e piedi, con delle cinghie ad un muro di pietra grigio. Intorno a me si ergeva una grotta ovale con un tetto di cristalli colorati. Era splendida. Cercai di liberarmi con la dorza ma non ci riuscii. Provai ad chiamare aiuto, ma avevo la bocca scocciata. Lo scotch era verde. Ad un certo punto una figura bassa, minuta e verde si avvicina a me.
-Ben svegliata!
Mi agitai, stridendo. Ma niente da fare.
- Siamo di malumore oggi?
Si avvicinò, guardandomi negli occhi. Poi avvicinò la lanterna che teneva in mano al mio viso e solo alla luce notai che quella strana creautura verde aveva un lungo naso e delle orecchie a punta e dalle mani rugose spuntavano lunghi artigli. Gli occhi gialli fluorescenti mi squadravano. Mi tolse lo scotch con uno strappo ed io gemetti per il dolore.
-Stupido folletto!- gli urlai.
-Non sono un folletto! Sono un Netherling!
-Un Nethe-che? Che cosa vuoi da me?
-Oh, ma é molto semplice.- rispose con la sua vocina acuta e pungente -Voglio la chiave della Tana del Coniglio. Per accedere al vostro mondo.
-Stupido elfo cretino, non...
Prima che potessi dire altro mi ritappò la bocca con lo scotch.
Se ne andò. I suoi passetti si allontanarono piano piano, finché nella grotta non piombò il silenzio, coronato solo dal gocciolio di una stalattite.

ALISTAR POV

Arrivammo al lago salato di corsa e costruimmo una zattera con dei pezzi di tronco che trovammo lí, arrangiandoci.
-Ecco fatto!- esclamai -Una zattera nuova di zecca!
Il risultato era un disastro: c'erano dei pezzi di tronco fissati a caso con del nettare colloso.
-Testiamola!- disse Maddie. Si sedette sopra la costruzione e distrusse il tutto.
-Ops...
Ora eravamo davvero disperati.
-Non riusciremo mai a salvare Bunny e scoprire che succede!- piansi io.
-Non ti scoraggiare.- mi incoraggiò Lizzie -Troveremo una soluzione!
In quel momento una barca arrancò davanti a noi. Ne uscí un tricheco. Sí, proprio un tricheco. Insieme a lui un carpentiere reggeva una pila di vongole.
-Signori, volete un passaggio?- si offrí il tricheco.
E cosí riuscimmo ad arrivare dall'altra sponda grazie ad un tricheco mangiavongole e il suo amico carpentiere.
La radura dopo il lago era cosí fitta e buia che una volta entrati il cielo non si vedeva proprio. Entrammo e ci incamminammo dritti, verso la casetta a forma di coniglio. Gli alberi erano altissimi e abitati e i nostri passi facevano frusciare il fogliame sotto i nostri piedi. Il soffitto era fatto di rami intrecciati e folte chiome verdi. Arrivammo alla fine del bosco e ci imbattemmo in un amico che non vedevamo da tempo.
Un gatto grosso e lungo, blu e grigio era appollaiato su un ramo. Il suo sorriso smagliante e bianchissimo mi scrutava dentro. Come se un falcaerba si fosse introdotto in casa mia e avesse fatto il pandemonio. La furbizia e l'orgoglio che emanava facevano invidia al sorriso della figlia.
-Papà!- esclamò Kitty, accarezzando il gattino. Era difficile pensare che fosse figlia... di un gatto! Ma le cose si misero subito in chiaro quando esso scomparve e riapparve davanti a noi sottoforma di umano. Portava i capelli grigi in piedi sistemati dal gel, gli occhi gialli divisi da una pupilla verticale e il viso tondo e bianco. Lo smoking grigio con cravatta blu si abbinava perfettamente ai polisini e al collare di pelo. Calzava degli anfibi blu con orgoglio. Tutto era cambiato, tranne una cosa: il sorriso, quello era rimasto uguale.
-Giorno.- sorrise.
E in quel momento la mia mente si scolse all'istante.
Il gatto mannaro scomparve, lasciando di lui solo il sorriso.
-Gatto...- mi schiarii la voce -Abbiamo bisogno del tuo aiuto.
-Davvero?- la sua voce era profonda e fredda e risuonava come una vecchia, triste, malinconica e inquietante ninna nanna. Il suo sorriso persuasivo e i suoi occhi infiniti ti scrutavano dentro. Non si puo descrivere la sensazione che provavo in quel momento.
-Sí, papi.- si fece avanti Kitty -Cosa succede nel Paese delle Meraviglie? Chi ha rapito Bunny Blanc, figlia del Coniglio Bianco? La Regina Rossa ha combinato l'ennesimo guaio? Un sacco di domande.
-Bene!- rispose, sempre col sorriso stampato sul viso -Posso rispondere a una sole delle vostre domande. Tua madre...- disse indicando Lizzie- La Regina Rossa. Vecchia nemica. Lei non c'entra. Fatele visita, dopo che sarete andati dal Cappellaio.
-Aspetti...- dissi -Come fa a sapere che...
-La minaccia é vicina.- mi interrompe. E con queste ultime parole, scomparve definitivamente. Tornammo sul nostro cammino.
-Allora, dovremmo fare visita a mia madre!- disse Lizzie eccitata.
-Non sappiamo se possiamo fidarci del Gatto del Cheshire. Potrebbe essere una trappola.
-Cosa?- chiese offesa Kitty -Mio papà é sempre stato nemico della Regina di Cuori.
-E poi- aggiunse Lizzie -Se mia mamma non c'entra... Non c'entra!
-Sí come no!- risi io.
-Potrei farti tagliare la testa, folle ragazzino delle Meraviglie!- mi minacciò.
Ridemmo tutti e quattro. E cosí arivammo al tavolo da té.

ANGOLO AUTRICE
Scusate lo so che nell'immagine il Gatto è una femmina. Perdonatemi

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