Capitolo 27

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Prima di chiudere definitivamente gli occhi, vidi delle immagini sfocate di persone intorno a me. Non le vedevo chiaramente e il suono delle loro voci,si disperdeva lentamente nell'aria. Non riuscivo a sentirle,ma potevo benissimo percepire che stessero parlando,per il semplice movimento delle labbra. Dopodiché, i miei occhi si chiusero e fui sommersa dal buio più assoluto.

********************

Mentre ero in uno stato di "sonno profondo", sognai. Sognai parecchio.
Sognai tutta la mia vita fino a quel momento. Dalla mia infanzia fino ad allora,facendo esaltare il momento che mai più scorderò, e che terrò sempre ben sigillato nel mio cuore. E cosa più importante,sognai la persona che mi aveva messa al mondo. La donna più forte e coraggiosa che avessi mai potuto vedere. Mia madre.

Dopo non so quanto tempo,mi svegliai. Riaprii di nuovo gli occhi al mondo.
Non era proprio il mondo che aspettavo,ma andava bene.
Prima di aprire gli occhi,senti una delle mie mani (mi trovavo in uno stato talmente confusionale, da non capire quale fosse delle due),stretta in un'altra. Forse era Paul.
Forse si era ripreso prima di me e si era seduto accando al mio letto finché non mi svegliavo. Che carino!
Ma,purtroppo,quando aprii gli occhi,vidi altri due molto familiari! Troppo scuri per essere quelli di Paul.
Proprio come pensavo!

- Erik! Farfugliai,a voce bassa!

- Michelle! Sei sveglia! Ribatté sorridendomi.

-Da quanto tempo sono qui?

-Ferma!Non muoverti! Esclamò dolcemente, riferendosi ai miei strani movimenti per cercare di mettermi seduta. Sei qui da due giorni. Eri stata rapita. Ricordi? Continuò cercando di tenermi ferma.

-Ah! Si, certo! Toller e la sua Eva Kant!

-Chi scusa? Chiese lui,inarcando un sopracciglio.

-Nessuno! Lo rassicurai, accennando un sorriso.

-Paul dov'è? Lui,lui sta bene? Domandai preoccupata.

- È proprio accanto a te! Rispose,guardando nella direzione da lui indicata.

Voltai lentamente la testa ancora dolente e lo vidi li,sdraiato in quel letto, ancora dormiente. Mi venne da piangere,ma per fortuna,trattenni le lacrime.

- Paul,amore mio! Mi scappò dalle labbra,davanti a mio fratello che era ancora all'oscuro di tutto.
Mi voltai di nuovo verso Erik e solo allora mi accorsi di aver detto una cosa che non avrei dovuto dire. Non all'ora. Non in quel modo.
Rendendomi conto di ciò che avevo detto,lo guardai molto stranamente. Come se volessi chiedergli la sua approvazione.

-Tranquilla! Avete la mia benedizione! Te lo meriti dopo tutto quello che hai passato! Disse,capendo a volo la mia espressione.
Insomma,era mio fratello. Se non mi capiva lui,chi altro se no?

-Grazie, fratellone! Ti voglio bene!

- Anch'io te ne voglio, sorellina! Rispose abbracciandomi. E comunque...già sapevo tutto! Continuò, con un sorisetto sulle labbra.

- Come te ne sei accorto?

-Anche un cieco se ne accorgerebbe! E poi,non credo che tutte quelle uscite nel cuore della notte, erano per prendere un po d'aria.
Disse,sapendo già cosa stava insinuando.

- Cosa? Vuol dire che mentre uscivo,tu eri sveglio? Chiesi un pò stupita.

-Michelle,lo sai che io non ho il sonno pesante! Rispose sorridendomi.

Io risi.

Tre giorni dopo...

Erano passati tre giorni dal mio risveglio in ospedale. Io,ero in buone condizioni,mentre,Paul era ancora li nel suo letto con gli occhi chiusi,immerso probabilmente nei suoi sogni. Non mi andava più di vederlo in quello stato. Aveva perso molto sangue all'addome,prima e dopo l'arrivo dell'autobulanza. I medici,dicevano che le condizioni erano stabili e che non c'era nulla di cui preoccuparsi,ma io intanto,lo facevo lo stesso.Mi mancavano i suoi occhi,il suo sorriso,la sua voce, i suoi baci sul collo,i suoi abbracci da dietro, insomma,praticamente tutto.
Mentre io me ne stavo nel mio letto,a ricevere visite,lui se ne stava li,incapace di fare qualsiasi cosa.
Mi voltai verso di lui,e cercavo,con la mia mano,di raggiungere la sua e di stringerla il più forte che potevo, per sentirlo più vicino.
Mentre tesi la mano nella direzione del suo letto, la porta della stanza si aprì.
A quel punto,ritirai velocemente la mano e la riportai di nuovo nello stesso posto dove si trovava l'altra.

A special friend//•Paul Walker•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora