Con l'esaurirsi dell'adrenalina, stanchezza, sonno e tutto quello che avevo provato in quelle svariate ore dopo il mio risveglio, mi si abbatterono addosso con tanta violenza che non mi resi neanche conto che ero svenuta.
Mannaggia proprio ora che mi stavano per dare qualche risposta su tutta questa faccenda.
Quando ripresi conoscenza, mi ritrovai sdraiata di schiena su un morbido letto sotto soffici coperte, con i tiepidi raggi del sole che facevano capolino dalla finestra. Mi rannicchiai in posizione fetale e sospirai di sollievo.
-Certo che di sogni strani ne faccio troppi ultimamente, che cavolo era la roba che mi ha dato Agata ieri notte?- borbottai a mezza voce restia ad alzarmi dal letto.
-Allora sei sveglia piccolo troll?.- Will. Non è possibile, di nuovo mi ero illusa di essermi sognata tutto.
Tirai di scatto le coperte fin sopra il mento e gli lanciai un'occhiataccia.
-Si cafone sono sveglia. Problemi in contrario?- gli chiesi irritata dal fatto che ancora mi chiamasse in quel modo. Gli lanciai una rapida occhiata, per vederlo alla luce del giorno dato che la notte precedente avevo capito solo che era uno stupido.
Oddio. Non era giusto così però!
Will era un vero spettacolo di fuochi d'artificio. I più bei fuochi d'artificio che avessi mai visto. Capelli scuri e corti incorniciavano una volto che di infantile aveva più ben poco ormai, occhi blu, ma di quella tonalità che variava dall'elettrico al mare in tempesta, in qualunque caso bellissimi.
Labbra leggermente carnose, erano atteggiate ad una linea dura che gli conferiva un'aria seriosa, e mi chiesi lì per lì come sarebbe stato se avesse sorriso o meglio ancora che sapore avessero avuto contro le mie.
Scesi ancora e tralasciando il fatto di come era vestito, vestiti veramente molto ridicoli, si intuiva che avesse un bel fisico scolpito: spalle larghe e fianchi stretti. Era più alto di me di almeno due spanne buone; da precisare, non ero affatto bassa. Io con il mio metro e settanta abbondante non avevo mai avuto problemi con i vestiti come capitava al resto delle mie amiche, anzi semmai mi dovevo preoccupare che non mi stessero corti.
Will era decisamente un grande idiota. Un gran bel pezzo di idiota, però, bisognava ammettere.
Era appoggiato contro un muro vicino alla porta della stanza in cui ci trovavamo e con un colpo deciso di reni si staccò e avanzò verso di me.
Il primo pensiero che bussò alla mia mente fu: "sono spettinata", e automaticamente mi passai le mani fra i capelli, ma incontrai solo nodi e quindi desistetti.
Era una tortura guardare un dio come lui che avanzava verso di me, seduta su un letto. Le sue labbra si schiusero a regalarmi una sorrisetto strafottente che mi diede immediatamente sui neri.
-No, per niente anzi è un bene- disse con voce rauca e volutamente ridotta a quasi un sussurro.
Faticai un attimo a capire che aveva risposto alla mia domanda, ero leggermente distratta dalla sua improvvisa vicinanza e al suo odore di erba bagnata.
Non doveva avere più di vent'anni, pensai facendo scivolare nuovamente il mio sguardo sulle sue labbra, le quali aumentarono quel sorrisetto odioso.
-Vedi qualcosa che ti interessa in particolare?- chiese sta volta sussurrandomi nell'orecchio e facendomi venire brividi lungo la spina dorsale.
Non riuscivo a rispondere, non capivo che cavolo mi prendeva. Di solito ero io che seducevo e non il contrario. Di solito.
Chinò leggermente la testa fino a portare ad un non nulla le sue labbra dalle mie, sentivo il calore del suo respiro su di me. Stavo letteralmente partendo di testa, il mio corpo non rispondeva più. Volevo solo quelle labbra.
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Helender_ Un mondo dentro un libro
AdventureMagia e irreale sono per Vittoria cose superflue, che distolgono l'attenzione dalla vita vera: piatta e banale. Ma ben presto sarà costretta a ricredersi, quando, curiosando a casa della misteriosa nonna, la ragazza si imbatterà in qualcosa di molto...