CAPITOLO 2

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Mi svegliai presa dal panico, mi asciugai le gocce di sudore che cadevano impetuose sul mio viso, continuando a ripetermi che era solo un sogno.

Era ormai calata la notte e io (come al solito) non riuscii a prendere sonno. Andai a prendere un cartone con dei CD vicino al televisore che si trovava difronte al mio letto. Dentro quei piccoli CD era rinchiusa tutta la mia infanzia e tutti i ricordi di essa. Misi il primo CD e mi misi a sedere per terra, davanti alla tv. Parti' un filmato in cui io avevo 4 anni e stavo giocando con le bambole nel giardino di casa con mia madre. Era cosi' bello poterla vedere anche solo in video, mia madre era tutto per me e quando se n'è andata, con se, si è portata via una parte di me. Appaio una ragazza allegra, sorridente, ma in realtà sto morendo, sto morendo dentro. Passo notti a piangere e a pensare, perchè tutto questo doveva capitare proprio a me. Fini' il video e una lacrima rigò il mio viso, asciugai subito quella lacrima e mi alzai da terra, andai a prendere 'città di carta' di john green, sperando che leggendo mi sarebbe venuta voglia di dormire.

Senti' un tonfo, mi alzai di scatto, stranamente ero riuscita a riaddormentarmi. Guardai con lo sguardo in torno alla stanza per capire che cos'era o che cos'ha causato quel tonfo, ma non vidi niente, quando il mio sguardo si punto' su un angolo al buio della stanza vicino alla finestra aperta, intravidi la sagoma di qualcosa o meglio di qualcuno.

Emisi un urlo sdridulo, esso/a mi si avvicinò e mi mise una mano sulla bocca e mi disse di stare zitta.

Si avvicinò alla finestra, guardò giu' di sotto come se stesse controllando qualcosa, lo sentii fare un sospiro di sollievo, poi si girò verso di me e mi scrutò dalla testa hai piedi e si avvicinò a me.

<< ti prego non farmi del male>> dissi spaventata chiudendo gli occhi.

<< cosa?! no, io non voglio farti del male>>. Mi sentii sollevata, non mi potevo fidare.

Venne piu' vicino a me e illuminato dalla luce della lampada che illuminava poco la stanza lo vidi. Era un ragazzo, devo ammettere che è davvero bello. è piu' alto di me, ha i capelli un pò scompigliati di un nero cenere, alcune ciocche li ricadevano davanti agli occhi, gli occhi, mi ero gia' persa in quegli occhi, erano di un blu notte intenso, dentro di me sentivo un calore che non avevo mai provato, non so cosa sia, non sapevo cosa fosse.

<< c-chi sei? e c-cosa ci fai qui?>> dissi insicura.

<< mi chiamo jack waters, non volevo spaventarti, ma dei farabutti mi stavano inseguendo e non sapevo dove nascondermi. tu invece? come ti chiami?>> disse guardandomi dritta negli occhi.

<< D-Diana, Diana Dallen, perchè ti stavano inseguendo?>>

<< ehmm, diciamo che io e loro non siamo in ottimi rapporti....è difficile da spiegare>> disse mentre si strofinava la mano sula nuca.

Non dissi nulla, stavo li come una scema a guardarlo, un silenzio imbarazzante circondo' la stanza.

<< bhe, ora, credo di dover andare>> disse mentre si avvicinava alla finestra.

Volevo rivederlo, non avevo mai parlato con nessuno in questi anni, presi coraggio e prima che se ne andasse li dissi:<< Tornerai a trovarmi?>> dissi imbarazzata.

Lui si girò verso di me e mi fece un sorriso, un sorriso che mi era rimasto impresso nella testa.

<< prima di quanto tu possa immaginare signorina Dallen>>. IO non potei fare altro che ricambiare il sorriso.

Lui se ne andò lasciandomi da sola, nel completo silenzio della mia stanza.

•La ragazza dagli occhi azzurri•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora