Capitolo 4

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Il mio cuore perse un battito, se non si fermò completamente. La vista mi si annebbiò mi cedettero le ginocchia. L'ultima cosa che vidi furono due uomini in divisa dalle spalle larghe come armadi che venivano nella mia direzione.

Quando ripresi conoscenza ebbi appena il tempo di aprire gli occhi che sobbalzai sbattendo la testa sul tettuccio di quella che probabilmente doveva essere un'auto.

«Ahi!» mi lasciai sfuggire un gemito di dolore.

«La bella addormentata si è finalmente svegliata!» esclamò una voce maschile dal sedile del conducente «Dormito bene?»

E pensare che non ricordavo nemmeno di essermi addormentata o di come fossi arrivata fin lì.

«Dove... Dove mi trovo?» chiesi con voce rauca.

«Ti facevo più perspicace bambolina. Questa qui è una Porsche, un'auto. Siamo in viaggio»

In altre circostanze avrei avuto da ridire su quel ridicolo nomignolo, ma al momento avevo altro per la mente:«Si, ma dove mi state portando? Come ci sono arrivata qui? E tu chi sei?»

«Ehi ehi, calma bambolina» fece lui continuando ad utilizzare quel soprannome irritante «Per prima cosa caricarti in auto è stato più semplice del previsto, considerando che dopo essere svenuta in aula non volevi più svegliarti. E per quel che riguarda il luogo dove siamo diretti dovresti avere le idee piuttosto chiare»

Vedendo che continuavo a non capire continuò:«Stiamo andando a casa Malfoy, i tuoi nuovi padroni»

Come in un grande puzzle, pezzo dopo pezzo, immagine dopo immagine, mi rividi al processo, seduta davanti alla Umbridge che estraeva il biglietto, quel biglietto, e mi condannava per sempre.

Inevitabilmente gli occhi mi si riempirono di lacrime e a breve mi ritrovai con le guance umide.

L'autista, o quello che era, parve accorgersene perché tento di consolarmi, inutilmente:«Su su bambolina, vedrai che non sarà poi così male. A proposito, io sono Luke, l'autista».

Mi porse la mano che non reggeva il volante e gliela strinsi.

E così ebbi risposta anche all'ultima delle mie domande.

Il resto del viaggio, che durò una decina di minuti, trascorse nel più totale silenzio.

E fu in silenzio che la Porsche nera si fermò nel vialetto d'accesso di un'imponente costruzione di mattoni: Villa Malfoy.

-

Non pensavo di soffrire di claustrofobia, ma non appena varcai i cancelli di Villa Malfoy mi sentii schiacciare al suolo, soffocare, e subito mi prese una voglia incontrollabile di fuggire, cosa che avrei sicuramente fatto se non ci fosse stato Luke a pochi metri di distanza.

Rivolsi un ultimo sguardo d'addio al cielo ed entrai.

Non so esattamente cosa mi aspettassi, probabilmente una specie di covo oscuro, ma nulla di quello che vedevo rispecchiava le mie fantasie: il salone in cui ci trovavamo era molto spazioso e ben illuminato da grandi finestre alle pareti e un grande tappeto verde acido si stendeva su gran parte del pavimento e sulle scale che portavano al piano superiore.

Feci per proseguire, ma l'autista si fermo sulla soglia, mi strizzò l'occhio e se ne andò senza proferire parola. Ed io ero troppo sconvolta per chiedere spiegazioni.

Così rimasi impalata davanti al portone, in attesa. E infatti dopo non molto mi ritrovai davanti un ometto alto e secco, sbucato da chissà dove.
«Signorina Granger?»
Annuii, sorpresa di venir trattata con rispetto.
«Mi segua» e fece per prendermi lo zaino, ma preferii tenerlo in spalla, sia per gelosia sia per paura che le sue gracili braccia si sarebbero spezzate sotto il peso del bagaglio.

Dirty blood ||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora