Capitolo 6

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Avevo appena finito di pulire l'ultima finestra di villa Malfoy quando la pergamena iniziò a brillare come previsto da Alfred. Mi sentivo la schiena e le ginocchia a pezzi per aver passato l'intera mattinata china sul pavimento del salone d'ingresso, ripassando ogni mattonella per ben due volte e assicurandomi che brillasse. Ovviamente odiavo tutto ciò e di certo non passavo ore a spezzarmi la schiena per amore dei miei padroni (né tantomeno del loro pavimento), ma bensì perché Lucius, non contento del lavoro che avevo svolto con la tappezzeria, mi aveva costretta a scrivere per 10 volte  "Mezzosangue" con una piuma stregata in modo che la scritta mi rimanesse dolorosamente incisa nella pelle, ed ero ben determinata a non ripetere l'accaduto: insomma, mi avevano in pugno.

Sempre per paura delle conseguenze, ignorai il dolore alla schiena e controllai la pergamena. Tra tutte le faccende domestiche che mi sarei potuta immaginare, comprese quelle più crudeli e disgustose quali pulire ogni bagno della casa a mani nude o lucidare i pavimenti con la lingua, mai avrei pensato proprio a quello, qualsiasi cosa significasse. Bianco su nero, 5 lettere: Draco.

Come se si fosse sentito chiamato in causa, quest'ultimo comparve in cima alle scale che dall'ingresso portavano al piano superiore.

«Sorpresa, bambolina?»

Subito mi tornò in mente l'episodio della sera prima e una sensazione di disgusto, ma molto più simile alla paura, mi impedì di parlare. Vedendomi lì impalata e muta come un pesce, Draco iniziò a scendere lentamente le scale. Volevo evitare a tutti i costi che si avvicinasse più del necessario quindi gli domandai in tono sprezzante: «Cosa vuoi?»

«Divertirmi, non è ovvio?»

«Ti prego Draco, dimmi solo cosa vuoi e perché è comparso il tuo nome su quella pergamena»

«Dio quanto mi piace essere scongiurato. Anzi, facciamo così: se ti metterai in ginocchio ai miei piedi prometto di lasciarti stare.. Per il momento»
Poi quasi immediatamente aggiunse sogghignando: «Andiamo Granger, non dirmi che non ti sei mai inginocchiata davanti a quel tuo Weasley»

Non so se fosse per l'allusione sessuale o per il semplice fatto di aver nominato Ron, ma in un decimo di secondo la paura scomparve, lasciando spazio all'odio puro. E alla rabbia. Tanta rabbia che offuscava tutta la razionalità che avevo in corpo. Senza aver controllo delle mie azioni, vidi la mia mano destra alzarsi e colpire la guancia del biondino di fronte a me, che subito mutò il suo ghigno perverso in uno sguardo confuso.

Appena si rese conto di quello che era successo (e appena io realizzai quello che avevo fatto), mi afferrò per un polso e mi trascino verso le scale.

«Questo non dovevi farlo Granger»
La sua presa era d'acciaio, non avevo alcuna possibilità di liberarmene. E anche nel caso fossi riuscita a scappare, dove sarei potuta andare?

Sempre stringendomi nella sua morsa, mi trascinò per due rape di scale e poi lungo un corridoio dalle pareti tappezzate di carta da parati nera con rose bianche. Sorpassammo circa un decina di porte e ci fermammo davanti all'ultima, totalmente diversa dalle altre: invece di essere in legno d'ebano come tutte le porte della casa, questa era di un  bianco latte, quasi accecante, e la maniglia, un serpente verde smeraldo, formava un groviglio unico con la serratura. Draco vi avvicinò la bacchetta e pronuncio una serie di parole a me incomprensibili, forse serpentese.

Quando ebbe finito di parlare, il serpente-maniglia prese vita e, dopo aver sibilato qualcosa di altrettanto incomprensibile mostrando la sua orribile linguetta biforcuta,  si insinuò strisciando all'interno della serratura e scomparve. Dopo pochi secondi la porta si spalancò.

Giusto il tempo di guardarsi rapidamente intorno e Draco mi spinse dentro quella che, come mi accorsi solo in seguito, doveva essere camera sua.
La spinta che mi diede fu talmente violenta che persi l'equilibrio e finii a terra, sul tappeto verde.

Dirty blood ||DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora