Capitolo 2

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Mr. Jones: «Salve Signorina Koolcat. Le volevo annunciare il fatto che lei è stata scelta dal sottoscritto per un soggiorno di due giorni nella mia...dimora.» rimase sull'orlo della porta mentre esplorava con gli occhi la mia camera. Rimasi impietrita. Aveva davvero scelto me? Non oso immaginare cosa potrebbe farmi...spero solo che ci sia anche Neville.

Io: «P-potrei sapere chi sarà l'altro...» balbettai ma non potei finire perché mi interruppe.

Mr. Jones: «Patel. Neville Patel.» pronunciò quel nome con freddezza. Perchè? «Le consiglio di cominciare a sistemare i suoi effetti, Amanda...la Signorina Adams verrà a prenderla tra non meno di 30 minuti."»

Abbassai lo sguardo e sussurrai un semplice e debole 'D'accordo', non sapevo proprio che dire. Ero felicissima perché c'era Neville, ma allo stesso tempo spaventata per cioé che potrebbe succedere. Il Signor Jones fece un cordiale saluto con la mano e chiuse la porta, potei notare perfettamente il ghigno che aveva in viso. Avevo solo un mezz'oretta per prendere quelle poche cose che possedevo e metterle in uno zainetto. Misi tutto l'occorrente nello zaino e mi cambiai. Indossai una semplice felpa nera e dei jeans stretti con un paio di converse nere, erano passati come minimo 20 minuti abbondanti. La porta si aprì senza preavviso, la Direttrice era in anticipo.

Direttrice: «Non sei ancora pronta? Patel è stato molto più veloce di te. Avanti, vieni!» detto questo prese il mio zaino da sopra il letto e il mio polso, cominciando a trascinarmi fuori dalla mia camera. Arrivammo all'ingresso dove trovai il Signor Jones e Neville che aveva una sacca accanto i suoi piedi.

Mr. Jones: «Bene, direi che siamo tutti pronti. Prego...» si avvicinó a me e mi prese per mano trascinandomi fuori l'istituto, Neville era dietro di noi e potei notare che lanciava delle occhiate fulminanti al Signor Jones anche se, quest'ultimo, non se ne accorse. La Direttrice ci guardava come se stesse dicendo 'non fidatevi di lui'. Ma allora perché non ha fatto niente per non farci portare via da questo svitato?
Appena usciti trovammo una limousine nera ad aspettarci. Un signore, abbastanza vecchio, scese dal veicolo. Probabilmente é l'autista, perché indossava una divisa e un cappello entrambi di colore nero. Aveva un paio di baffi bianchi e i suoi occhi...erano come.. dispiaciuti (?) Aprí lo sportello e ci fece entrare tutti e tre, aveva dei sedili molto comodi. Non ero mai stata in un'automobile né tanto meno in una simile! Mi sedetti vicino Neville, teneva la sua sacca stretta tra le braccia mentre io avevo lo zaino in spalle ancora ma non avevo intenzione di levarlo. Il Signor Jones si sedette di fronte a me, non mi toglieva lo sguardo di dosso.
Passammo 10 minuti in silenzio, nessuno osò parlare, finna quando non arrivammo a destinazione.
L'anziano autista scese dalla limousine e ci aprí per farci scendere. Neville scese per primo, seguito da me e da Mr. Jones che...stranamente, mi sentivo i suoi occhi addosso.

Mi ritrovai davanti un'enorme villa a tre piani, era circondata da delle siepe e staccionate di ferro con un cancello altissimo dello stesso materiale con su scritto 'Dreams House'.

Mr.Jones: «Benvenuti alla Dreams House miei cari...spero che le giornate prossime le passerete al meglio possibile." detto questo fece un grande sorriso e l'autista aprí il cancello per poi risalire sulla limousine e andarsene..
Neville sembrava piuttosto affascinato da quella struttura, bhe...si anche io, ma avevo paura di quello che poteva succedere quindi mi aggrappai al suo braccio e lui mi guardò interrogativo.

Neville: «Tranquilla...ci sono io.» sussurrò al mio orecchio mentre mi accarezzo la schiena con una mano. Questo ragazzo mi stupisce sempre di piú.
Mr. Jones ci fece segno di entrare, cosí fecimo. Attraversammo un giardino, pieno di fiori di ogni tipo! E il bosco di abeti dietro la grande villa era proprio... Wow.
I lampioncini illuminavano tutto il passaggio sulla ghiaia, il giardino e anche il bosco.
Ci trovammo davanti il portone di legno dell'edificio. Il Signor Jones l'aprí con una chiave che prese dalla tasca dei suoi pantaloni, e ci fece entrare.
Rimasi a bocca aperta, era praticamente tutto in marmo e il pavimento era di parquet. Una rampa di scale a destra e una sinistra che portavano al piano superiore, inutile spiegarvi come era tutto perché se vi dicessi che era un castello, abbastanza moderno, avreste già la scena in mente.

Mr. Jones: «Jeremy!!» chiamò. Un signore, 40 anni come minimo, sbucó fuori e si posizionó davanti a noi. Aveva dei capelli neri e un paio di occhi verde smeraldo, sarà il margiodomo? Mi sà di si.

Jeremy: «... padrone?» fece un inchino. Sembrava un pinguino ammaestrato ma vabbé...

Mr. Jones: «Accompagna i nostri ospiti nelle loro apposite stanze, credo che siano abbastanza stanchi anche perché si é fatto molto tardi. Ah, perfavore...dai la nostra stanza piú lussuosa alla Signorina Koolcat basta che il Signor Patel stia nella camera accato..credo che quella al secondo piano, sul corridorio di destra vada piú che bene.» mi indicò con un gesto della mano. Una camera piú lussuosa? Sono senza parole..

Jeremy: «Come desidera. Prego, seguitemi.» prese il mio zaino, che avevo tenuto in spalle tutto il tempo, e la sacca di Neville. Quest'ultimo lo guardó malissimo. Perché teneva tanto a quella sacca? Cosa c'era dentro?

Salimmo al piano superiore camminando su un tappeto bordeaux lungo tutto il corridorio.

Jeremy: «Signorino, questa é la sua stanza. Questa invece é la sua.» ci diede le nostre borse e indicò le suddette porte. «É assolutamente vietato l'accesso al terzo piano, il Padrone ha esplicitamente detto che non dovete per nessun motivo addentrarvi in esso. Poiché il Padrone passa maggior parte del suo tempo lí, non vuole essere disturbato.»

Detto questo se ne andó lasciando me e Neville lí davanti. Neville entró per primo dandomi la buonanotte che io ricambiai, poi decisi di entrare nella mia camera. Appena entrata non potei non notare il bellissimo letto a balconcino di legno con delle lenzuola color rosso scuro ricamate e dai bordi dorati. Un'enorme finestra mostrava il giardino sul retro dove si trovava anche quel bosco di abeti, un grande armadio di legno con uno specchio su ogni sportello era posizionato davanti il letto e al lato un divanetto rosso posizionato davanti il camino che si trovava accanto la finestra. Sul soffitto c'erano delle decorazioni disegnate e fatte anche con lo stucco, e un lampadario molto grande che emanava una luce che illuminava l'intera stanza. Posai lo zaino sul letto dopo di che mi sedetti su di esso. Potevo sprofondarci! Era morbidissimo e con quelle coperte cosí calde non avrei potuto mai sentire freddo durante la notte!

Mi cambiai e mi infilai sotto le coperte. Giurai di aver visto qualcosa muoversi la fuori, dalla finestra, ma non ci feci caso perché essendo vicino un bosco era normale che ci fossero degli animali. Dopo circa 5 minuti passati, mi addormentai.

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