Eighteenth

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Eighteenth.

Caro Zayn,
Ti ricordi le nostre scappatelle? Quando ci trovavamo nel vicolo durante le lezioni. Se ci penso posso ancora sentire l'odore delle tue sigarette. Parlavi piano, e il tuo respiro si trasformava in nuvole di fumo. Hai odiato quando ti ho chiesto di farmi provare a fumare, so che lo hai fatto per il mio bene. Non mi hai mai detto perché lo facevi.
Quei momenti erano nostri. Quando il metallo freddo della porta d'emergenza premeva contro la mia schiena e mi provocava la pelle d'oca, contrastato dai tuoi baci caldi sul collo.
Oppure quella volta che con una bomboletta spray hai fatto un piccolo disegno sul muro, raffigurante una chiave. Avevi detto che un giorno mi avresti spiegato il motivo di quel disegno, ma ora non c'è più tempo.
Nessuna via di mezzo: eri il ragazzo sbagliato. Lo dicevano tutti, non li ho mai ascoltati. Forse perché insieme eravamo maledettamente giusti.
Ricordo ogni piccolo particolare di te, dal modo in cui le nostre mani si intrecciavano alla piccola imperfezione sull'occhio sinistro.
Ho adorato tracciare il contorno di tutti quei tatuaggi, che forse su altri non sarebbero stati così bene. Per non parlare di quando guidavi, potevo vedere i muscoli delle braccia flettersi per cambiare marcia, o quando appoggiavi una mano sulle mie gambe e rimanevano in silenzio, soprattutto se fuori era buio. Amavamo fare viaggi in macchina con il cielo cosparso di stelle. A volte mi sembra di vederti, sei una piccola stella, ma brilli moltissimo; passi inosservato ma appena vieni notato non si può fare a meno di guardarti.
Adoravo guardarti mentre ti sistemavi i capelli, e lì si che eri concentrato. Ci rimanevi tantissimo, finché non eri soddisfatto del risultato.
Una cosa che adoravi invece, me lo hai detto spesso, era quando indossavo le tue magliette. Lo vedevo nei tuoi occhi mentre mi scrutavi, in quelle tue magliette nere che erano grandi anche per te.
Oppure quando lasciavi a casa la macchina e sfrecciavamo sulla tua moto, ed io ero costretta a stringermi alla tua vita per non cadere.
Ne abbiamo passate tante, come quella volta in cui avevamo litigato ed ero andata in discoteca e tu sei venuto a riprendermi quando ormai non capivo più niente.
In un certo senso sei sempre stato il mio angelo custode.
E Dio, avrei così tante cose da dirti. Ad esempio ricordi il ballo studentesco? È stato un bel po' di tempo fa, ma spero che non te lo sia dimenticato, signorino memoria-corta. Io avevo un vestito di seta nero, tu il tuo solito giaccone di pelle, ma la camicia bianca alla fine te la sei messa. Te lo giuro, non ho mai visto qualcuno più bello di te. Nemmeno la mattina quando eri spettinato e avevi le occhiaie. Nemmeno quando avevi la febbre, sei sempre stato bellissimo amore. E sto tremando ora, perché non so nemmeno se ci troveremo: non sono sicura che esista il Paradiso, perché se Dio esistesse tu saresti ancora qui.
Ti dico queste cose, ma so che le sai già. Anzi so che sei qui con me ora, ti sento e vorrei tanto che fossi in grado di abbracciarti.
Voglio ricordarti per tutto quello che sei, per il tuo essere dannatamente orgoglioso, come me d'altronde, permaloso e schizzinoso. Oh Maria, penso che non ci siano persone più schizzinose e così poco modeste. Voglio ricordare il tuo amore per le sigarette alla menta, ma anche per gli orsetti gommosi rossi, quelli gialli me li dovevo mangiare tutti io. E soprattutto il tuo modo di morderti le labbra, continuavi a stuzzicarmi con quel gesto e mi mettevi sempre in imbarazzo.
Ho amato ogni millimetro di te.
Questa sarà l'ultima volta che sentiranno parlare di me, Blue Scott.
Diciottesima lettera, diciotto anni, ci siamo conosciuti a diciotto anni.
Penso sia ora di finirla.
La mia ormai non è più vita.
È sofferenza.
È dolore.
È mancanza.
Ho demoni che aspettano solo di essere liberati, che urlano come posseduti.
La mia vita è finita, in quella fredda sera di fine inverno, assieme alla tua.
Scusa.
So che non saresti felice della mia scelta, ma ormai è tardi.
Ormai è troppo tardi, amore.
Sai, ormai è già arrivata la primavera.
Non fa così freddo, c'è qualche fiore coraggioso già sbocciato.
Mi piace la primavera.
Non me la sarei mai aspettata così, la mia fine.
Pensavo arrivasse a novant'anni, i miei figli avrebbero messo dei fiori sulla tomba della loro mamma.
Ma non andrà così.
Nessuno verrà a mettere i fiori sulla mia tomba.
Nessuno si ricorderà di me.
Spero metteranno le nostre anime vicine, amore.
Fra poco ti raggiungerò, e morirò un'altra volta.
Morirò di felicità.
Le nostre anime potranno fondersi insieme ancora una volta.
E stavolta neanche il destino potrà dividerci.
Non rimpiangerò questa mia scelta.
La vita, non è per tutti.
Non faceva per me, non se senza te al mio fianco.
Ma tu, tu eri bello da vivere.
Volevo viverti un altro po'.
Volevo assaporare il gusto della vita, con te.
Volevo, quante cose, troppe.
Si, so cosa stai pensando.
Questa è l'unica via d'uscita.
Mi tremano un po' le mani, ma con te non avrò più paura.
Avremo il nostro lieto fine, ci credi?
Insegnami a volare amore, sto arrivando da te.
Ti amo.
Tua per sempre
Blue.

La ragazza posò la penna sul tavolo, vicino alla sua ultima lettera.
Si guardò intorno per l'ultima volta, il suo sguardo cadde sulla sua foto con Zayn.
La accarezzò piano, come se potesse romperla e sorrise.
Scese le scale e aprì la porta.
La richiuse alle sue spalle e si incamminò, senza più guardarsi indietro.
Lei, un mondo senza Zayn Malik, non lo voleva vedere.

Angel - z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora