Tornata a casa la mamma mi fa la solita domanda...<<cosa hai fatto a scuola?>> << le solite cose mamma>>. Mentre aspetto che la mamma cucini il pranzo vado in camera mia,mi butto sul mio letto soffice e accogliente e mi dico 'Chiara sei una stronza..non sei buona a niente! Guardati! Chi mai vorrebbe una come te! Non sei buona a niente, non sai neanche aiutate una amica che chiede aiuto,muori che è meglio'. E li sento come se la lametta mi dicesse "vieni,solo io posso aiutarti,sono nel terzo cassetto sotto una massa di libri,tutti i tuoi tagli saranno proporzionati in base al dolore che senti,prendimi,dopo ti sentirai meglio,ti spianerò la strada verso la felicità,verso la libertà che desideravi,pian piano ti condurrò via da questo mondo che non ti appartiene. Vieni con me. Questo non è luogo adatto a te ti renderò felice". A quel punto presi la lametta mi chiusi in bagno e Iniziai a tagliare...un po' come se facessi a fettine il pollo...Iniziai a fare 1,2,3 tagli e poi 4,5 e 6 tagli,in quel momento non davo retta al dolore e iniziavo a sfogarmi con me stessa,piangevo con tutto il sangue che mi colava sul braccio. <<Chiaraaa!! A mangiare muoviti che la pasta si fa fredda!>>. In quel momento ero in totale panico, iniziavo a sciaquarmi la faccia per non far notare che avevo pianto, mi ero sporccata la maglia con una goccia di sangue, sciaquavo il braccio per far fermare il sangue e in tutta questa confusione rispondevo..<<si un attimo arrivo>>
Esco dal bagno e cerco di coprire sia la macchia di sangue che i tagli e la mamma non si accorge di nulla.
Il pomeriggio tre volte a settimana andavo in palestra per allenarmi a pallavolo dato che tra pochi giorni iniziavano i campionati. A pallavolo si suda e quindi non potevo andare a maniche lunghe e così mi venne l'idea di usare i polsini. Scesi da casa un po prima per andare in un negozio che vendeva articoli sportivi per comprarli. Loro, i miei polsini neri della Nike erano la mia salvezza. Feci una corsa per arrivare in palestra anche perché non era molto vicina e dopo il riscaldamento iniziamo ad allenarci con i bagher. Il mister schiacciva e noi dovevamo prendere la palla in bagher. Li morivo dentro perché i tagli facevano tanto,tanto male. Ma a pallavolo c'era anche una persona che mi faceva sempre sorridere anche quando non ne avevo voglia. A pallavolo c'era anche il mio migliore amico, Salvatore, che restava a guardarmi dato che lui aveva finito prima gli allenamenti. Salvatore era una persona che riusciva a capirti anche solo guardandoti negli occhi,era una persona molto speciale per me e poi era bellissimo. Aveva gli occhi verdi e i capelli castani chiaro,alto e robusto. Quando mi abbracciava mi sentivo a casa,protetta in quelle sue braccia enormi rispetto al mio corpo piccolo. Come nella maggior parte dei casi molte persone si innamorano del proprio migliore amico ed io feci la stessa fine. Cercavo di non far notare a nessuno e soprattutto a lui che mi piaceva e stavamo anche in classe insieme. Più i giorni passano e più mi innamoravo di lui
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Spero che la storia vi stia piacendo..fatemelo.sapere con una stellina <3
Un abbraccio
FUK_YOU02