Si stavano baciando. Loro fanno finta di niente ed io inizio a correre piangendo,Cinzia non riesce a starmi dietro. Inizia a piovere e Cinzia mi perde di vista così lei va a casa tutta bagnata e cerca di chiamarmi. Io corro,corro più veloce che posso ma ad un certo punto mi fermo per prendere fiato. Ho le gambe che tremano,faccio fatica a reggermi in piedi,le mie lacrime si confondono con le gocce di pioggia sul mio viso. Mi siedo a terra e sento il cellulare vibrare. È Cinzia, decido di non rispondere perché non mi va di parlare con nessuno e non avevo voglia di seguire i consigli degli altri come se cambiasse qualcosa. Avevo freddo,ero tutta bagnata,volevo tagliarmi,ma la lametta l'aveva lanciata Cinzia. Ero nervosa e avevo l'istinto di trovare a terra qualcosa di tagliente. Non c'era niente,con le mie unghie iniziavo a graffiarmi le gambe ma non era il giusto dolore che volevo provare. Non ero abituata a quel tipo di dolore,volevo qualcosa di più forte,che ti facesse male,male davvero,il dolore che mi avevano procurato Rosa è Salvatore non era abbastanza. Mi dirigo verso la scuola dove li vicino c'è la casa abbandonata. Resto li per tutta la notte. Il cellulare continua a squillare ma io non rispondo,ad un certo punto mi scoccio e lancio il cellulare dal balcone così si spacca e non suona più. Mia madre mi stava cercando ed anche Cinzia,erano disperate. Mia madre chiama la polizia e Cinzia gli racconta tutto. Pensavano fossi morta,ma non avevano trovato nessun cadavere e quindi pensavano che mi avessero rapita. Rosa e Salvatore si sentono in colpa. È strano che solo da morta riescono ad apprezzarti.
[...]
Il mattino seguente mi sveglio e mi ritrovo in ospedale...vestita di bianco,con delle fasce sui polsi e attaccata ad una macchina per vedere il battito del cuore. Mi tolgo tutti quegli aggeggi da dosso ed esco dalla mia stanza. Vedo i mie genitori che piangono,mi nascondo e sento il medico che dice<<la ragazzina ancora non si è svegliata,non so se potrà farcela,i tagli sono molto profondi e c'è il rischio che ha toccato qualche vena>> viene una signora e mi dice<<piccola non devi stare in giro per l'ospedale, ti accompagno nella tua stanza>>. Io scappo da lei e mi scontro con Salvatore, lui mi ferma per parlarmi ma io non voglio neanche vederlo,inizio a correre ma lui mi ferma per i fianchi,mi tira a se e mi da un bacio sul collo,io mi giro e lui mi da un altro bacio sulla guancia,era dolcissimo. Vedo arrivare Rosa in lontananza,mi stacco da Salvatore e continuo a correre. I miei genitori vanno in camera e non mi trovano,chiamano il dottore ma una dottoressa interviene e dice di avermi vista ma io sono scappata. Continuano a cercami ma nell ospedale non mi trovano Perché sono andata nella casa abbandonata. Appena entro non c'è nessuno ma.quando arrivo sul terrazzo c'è Rosa. <<Rosa che ci fai qui?>><<niente,sono venuta perché sapevo saresti venuta tu>> Non pensavo mi conoscesse così bene ma se sapeva veramente dove mi nascondevo perché non l ha detto ai miei genitori?
<<cosa vuoi da me?io con te ho chiuso>> sentivo la sirena dei carabinieri in lontananza,sapevo che mi stavano cercando. Volevo morire,morire e levarmi da mezzo così da non dare fastidio a nessuno. Ero stanca di questa vita di merda volevo farla finita,una volta per tutte. Ecco stavo corredo, arrivo alla ringhiera << Chiara ma che vuoi fare?>>scavalco la ringhiera<<Sei pazza non farlo,vieni subito qui,no chiara ti prego>> cercava di fermarmi. Con le lacrime a gli occhi mi pregava di non buttarmi. Io non le ho dato retta e...si,sono caduta nel vuoto,mi sono lanciata, pensavo di morire di avercela finalmente fatta,ma...
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Lo scoprirete nel prossimo capitolo Un abbraccio
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