Lasciai l'ospedale totalmente sconvolto e preoccupato. Non riuscivo a togliermi dalla mente quei bellissimi occhi grigi, così terrorizzati.
Perché una ragazza così bella avrebbe dovuto suicidarsi, proprio non riuscivo a spiegarmelo. Chiamai un taxi e mi feci portare all'albergo dove i miei amici quasi sicuramente mi stavano aspettando. La mezzanotte era passata da un bel po' ed io avevo perso lo spettacolo; pazienza.
Li avevo lasciati a Times Square e me n'ero poi andato in un posto più tranquillo, perché lì, con tutta quella gente, non si riusciva nemmeno a respirare.
"C'è un ponte fuori dal centro. Non è molto lontano, ma da lì la vista è stupenda!" mi aveva consigliato una coppia di newyorkesi che avevo incontrato alla pista di pattinaggio. E così li avevo ascoltati.
Non amavo particolarmente la confusione, al contrario dei miei amici festaioli. Preferivo starmene seduto su una panchina isolata a guardare il panorama, ascoltando un po' di musica.
Ero assorto nei miei pensieri con le cuffiette alle orecchie quando la vidi, le braccia aperte e il viso rivolto verso l'alto. Il vestito blu svolazzava da tutte le parti, come anche i lunghi capelli castani che le arrivavano a metà schiena. Teneva le punte dei piedi leggermente alzate e gli occhi chiusi.
Sembrava la perfezione. La perfezione che sarebbe crollata da un momento all'altro; ed io non lo potevo permettere.
Così feci la prima cosa che mi venne in mente; la presi da dietro e la riportai a terra, tenendola tra le mie braccia per riscaldarla più che potevo. La feci voltare verso di me e sentii le sue minuscole mani stringermi di più a sè e la sua testa poggiata sul mio petto, il respiro affannoso.
Era così fragile e bella.
E quando alzò gli occhi tutto attorno a noi si fermò. Non so dire per quanto tempo rimanemmo in quella posizione, con gli sguardi incatenati, ma so per certo che non mi ero mai sentito così prima.* * * *
-Buon anno, Jason! Dove cazzo eri finito?- mi chiese Scott, dandomi una pacca sulla spalla appena entrai in camera.
-Ho avuto un contrattempo...
-Chi era la sfortunata, J?- esclamò Noah, in tono malizioso.
Sfortunata non direi..le ho appena salvato la vita pensai, ma era meglio non dire niente.
Tutti i miei amici sembravano aspettare uno dei soliti racconti stupidi e fantasiosi. Ma non ero certo il tipo che si inventava una scopata pazzesca con una ragazza sexy sotto un ponte, con gli occhi dei senza tetto puntati addosso.
-C'era traffico, niente di più.
I ragazzi sembravano abbastanza delusi dalla mia risposta, così mi affrettai a chiedere qualcosa.
-Com'è andata a voi? Trovato qualche ragazza carina da baciare? O ragazzo- aggiunsi, lanciando un'occhiata a Max, sorridendo.
E le loro reazioni chiarirono tutto.
-Diciamo che è stata la serata più bella della mia vita!- disse Noah, buttandosi sul letto a pancia in giù e affondando la testa sul cuscino, per poi cominciare a ridere.
-Peccato che tu non ci fossi! Penso che ti saresti potuto divertire anche tu!
-Sai che non è il mio genere di cose, Scott.
Mi sedetti sul mio letto e mi tolsi la maglietta e i pantaloni, per poi infilarmi sotto il piumino con addosso solo un paio di boxer neri. Avevo freddo, ma in un certo senso volevo provare quello che aveva provato la ragazza del ponte.
-Buonanotte- dissi, chiudendo gli occhi e provocando una risata generale.
-Stai scherzando vero? Dobbiamo festeggiare l'anno nuovo!
-Fate pure, io sono stanco
Presi il cellulare e lo infilai sotto il cuscino senza farmi vedere.
Pensai al numero che avevo scritto sul braccio della ragazza, mentre era ancora addormentata sul lettino d'ospedale, e mi chiesi se fosse stata una buona idea. Forse no... Infondo non la conoscevo nemmeno.
Sì, ok, era stata un'idea stupida e avventata, ma volevo in qualche modo sapere come stava, se era ancora viva o qualsiasi altra cosa. Volevo che mi scrivesse e basta, che dedicasse un minuto del suo tempo a me e solo a me. Mi sentivo così infantile, eppure lo desideravo più di ogni altra cosa in quel momento. Un piccolo regalo di anno nuovo.
E così, alle quattro e ventisette del mattino, quando i miei amici si erano finalmente si erano addormentati, ricevetti un messaggio da un numero sconosciuto e, senza nemmeno rendermene conto, le mie labbra si allargarono in un sorriso di pura felicità.
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Text Me / Concorso Nazuhi
Teen FictionUna sensazione di sollievo pervase il mio corpo, facendomi sentire "protetta" per la prima volta dopo tempo. Questa storia partecipa al concorso di Nazuhi IN REVISIONE