1 marzo
Erano passati ormai due mesi dal mio tentato suicidio e non avevo più provato a fare una cosa del genere.
L'avevo promesso allo sconosciuto Jason, che non avevo più sentito da quella notte. Eppure ogni tanto mi capitava di pensarlo, di immaginare cosa sarebbe successo se non fosse arrivato lui; forse mi sarei suicidata, forse no...
Comunque ora non avevo più intenzione di farla finita. Era cambiato qualcosa, anche se non sapevo cosa di preciso. Avevo un nuovo lavoro, sì, ma non era solo quello che mi aveva cambiata.
Mi fermai da Starbucks e presi un caffè alla vaniglia da portare via. Indossavo un cappotto grigio e delle cuffie pelose dello stesso colore che usavo per ascoltare un po' di musica durante il tragitto verso il negozio dove lavoravo da poco più di due settimane.
Bevvi un sorso di caffè e il mio corpo si riscaldò all'istante, facendomi sentire molto meglio e portando i miei pensieri a quella notte e all'abbraccio di Jason.
È il passato, Scarlett! Non devi più pensare a lui e a quello che stava per accadere. Devi voltare pagina.
Entrai al negozio, dopo aver buttato nel cestino il bicchiere e aver tolto le cuffie.
L'atmosfera era accogliente come sempre. Adoravo quel posto e sinceramente sarei andata a vivere lì dentro piuttosto che stare a casa di mio padre e della sua nuova famiglia.
Ma ovviamente Jonathan non me lo avrebbe mai permesso; nonostante avesse più o meno la mia età era riuscito ad aprire un negozio di musica nel centro di Manhattan.
-Ehi, Scarlett! Sei arrivata presto anche questa mattina!- mi accolse Jonathan, con un ampio sorriso.
Stava mettendo a posto i dischi in vinile negli appositi scaffali e sembrava davvero indaffarato.
-Perché? Che ore sono scusa?
-Nemmeno le nove! Non dovresti arrivare alle dieci tu?
-Ah, già...beh, preferisco venire prima!
Appoggiai la borsa dietro il bancale e mi legai i capelli in una coda di cavallo leggermente disordinata.
-Sei sicura di star bene?- mi chiese il ragazzo dai capelli biondi, poggiando gli ultimi dischi su uno scaffale e avvicinandosi a me, con un'espressione preoccupata in volto.
-Sì, certo! Perché non dovrei?- lo rassicurai, con un sorriso.
"Certo che c'è qualcosa che non va! È il primo marzo, sono passati due mesi esatti ed io sono ancora qui."
-Allora, che devo fare?- chiesi, avvicinandomi agli scaffali e guardando i dischi davanti a me.
-Aspettare che qualche cliente entri ed aiutarlo a fare la sua scelta. E sorridere ovviamente.
-Intendevo qualcosa di diverso dal solito.
-Accendi la radio e metti in vetrina il nuovo libro di chitarre elettriche che c'è dentro quello scatolone- disse lui, indicando il bancone.
-Okay...
Non è che facessi molto in quel negozio, ma era rilassante ascoltare musica tutto il giorno. Era la mia via di fuga dalla realtà, come i libri del resto. Vivere senza nessuna di queste distrazioni mi riportava sempre a pensare ai miei momenti bui. E non era una buona cosa.
Premetti il pulsante play dello stereo e le note di "Smells like teen spirit" dei Nirvana invasero la stanza.
-Mio dio, che diavolo è questa cosa?- esclamai, prendendo il libro di chitarre elettriche, arrossendo all'istante.
Jonathan emise una risatina, grattandosi la nuca imbarazzato.
Iniziai a sfogliare il libro, per poi chiuderlo e buttarlo sul bancone, portandomi una mano in volto e scuotendo la testa.
-Jonathan, che diavolo ti salta in mente? Io di certo non metto in vetrina un libro di ragazze nude coperte solo da una misera chitarra!- sbottai, incamminandosi verso il retro del negozio.
-Sono le più belle chitarre del secolo, un po' di rispetto!
-E un po' di rispetto per le donne no?
E così lo zittii.
-Okay, è il tuo negozio e puoi vendere quel diavolo che ti pare, ma ti prego, non farmi più vedere queste cose...
-Povera Scarlett, troppo piccola per queste cose!- mi stuzzicò lui, avvicinandosi e accarezzandomi una ciocca di capelli che era sfuggita alla coda di cavallo.
-Se vuoi la prossima volta compro quello con gli uomini
-Finiscila!- lo spinsi via io, ridendo divertita.
-Vedo che qui le cose procedono bene!- disse una voce, facendoci voltare. Mitch.
No, stiamo scherzando vero?
-Che cosa vuoi e come facevi a sapere che ero qui?- sibilai io, incenerendolo con lo sguardo.
-Tranquilla, non sono venuta per te. Sono qui per prendere una batteria.
-Ah, da quando la sai suonare? Pensavo sbattessi solo le ragazze, guarda un po'!
Jonathan si trattenne per non ridere, mentre Mitch cercava di stare il più calmo possibile. Di certo non avrebbe potuto schiaffeggiarmi come faceva sempre davanti ad un'altra persona.
-Non è per me, è un regalo di compleanno per mio fratello. Quindi beh, vorrei sapere i prezzi.
-Bene, Jonathan, servi il cliente- forzai un sorriso verso il biondino e andai alla cassa.
-Mi spiace, Scarlett. Questo è il tuo lavoro.
-Stai scherzando spero. Non ho intenzione nemmeno di guardarlo quel pezzo di merda!
Ma la sua occhiata era più che chiara.
Dio, quanto lo odiavo! Gli avevo raccontato qualcosa di Mitch, ma a lui sembrava non importasse, visto quello che mi aveva appena fatto fare.
-Fantastico...- sibilai, sbattendo un pugno sul banco e tornando dal mio ex ragazzo.
-Aiutare il cliente e sorridere, mi raccomando!- disse Jonathan, prima di sparire in bagno.
-Siamo soli...- sussurrò Mitch, prendendomi per i polsi e attirandomi a sè.
-Cosa. Vuoi. Mitch.- scandii bene le parole, quando le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie.
-Voglio te.
-Non sono io quella da sbattere, ma la batteria, te l'ho già detto. Allora, ce n'è una sui 1200 euro se non mi sbaglio, poi ce n'è un'altra veramente-
Ma fui interrotta dalla sua bocca famelica sulla mia. Cercai di liberarmi dalla sua presa, che lui non accennava ad allentare. Così presi l'iniziativa ed alzai il ginocchi con poca delicatezza, facendolo urlare di dolore.
-Allora, la vuoi ancora la batteria?- gli sussurrai, con un ghigno stampato in volto.
Lui scosse la testa, ancora piegato in due.
-N-non finisce qui- sibilò, lanciandomi un'occhiata infuocata. Poi, cercando di ricomporsi, uscì dal negozio."A: Sconosciuto Jason
Da: Scarlett
Inviato alle ore 9.14 a.m.
La promessa, Jason. La promessa...non so se riuscirò a mantenerla."
STAI LEGGENDO
Text Me / Concorso Nazuhi
Teen FictionUna sensazione di sollievo pervase il mio corpo, facendomi sentire "protetta" per la prima volta dopo tempo. Questa storia partecipa al concorso di Nazuhi IN REVISIONE