No Ego - America

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Tutto è iniziato con il campeggio scout. Non vedevo l'ora di partire. Avrei passato i pomeriggi in tenda con le mie amiche Allison, Elis e Laura o a lavare le pentole insieme a tutti quelli del primo anno. Però non è andata così. Non sarebbe andata così. Quel maledetto campeggio mi avrebbe cambiato per sempre la vita.

Il primo giorno eravamo tutti contenti, ma la felicità finì quando iniziamo a montare le cucine, i tavoli, i ripiani di lavoro e le tende con più di trenta gradi sotto il sole.
La mia squadriglia, le Cobra, montò la propria vicino la tenda dei Rinoceronti, squadriglia nella quale si trovavano tre dei miei migliori amici: Benny, Leo e Feder, e quella delle Farfalle, squadriglia di Elis e Laura. Cucina e tavoli li montammo vicino a quelli della squadriglia di Allison, le Volpi.
Io e Allison eravamo amiche dalla nascita, ogni weekand ci ritrovavamo a casa sua per vedere la nostra serie TV preferita, Teen Wolf.
Una volta finito di montare tutto, i capi (Jennifer e Uch, capi-reparto da anni) ci diedero il permesso di fare una doccia veloce e di vestirsi pesante per il gioco serale. Era già scesa la notte.
Il campo era diviso in quattro terrazzamenti: quello più in basso per le tende, poi quello dell'alzabandiera, delle cucine, dei bagni e infine, più in cima di tutti, quello con i tavoli.
Mentre noi montavamo le tende, i capi avevano installato lunghi lavatoi per la doccia dei maschi e per lavare i piatti. Le femmine avrebbero fatto la doccia più appartate, dietro un bagno chimico un po' infrattate nel bosco con due tubi.
Lavai i miei capelli castani lunghi fino alla spalle e poi diedi una sciacquata veloce al corpo. Attesi che anche Allison finisse di sciacquare i suoi capelli mori e scendemmo. Infilai leggins nere, una t-shirt della squadra di calcio di mio fratello e una felpona blu sopra. Legai i capelli in un cipollotto e mi sedetti davanti la tenda delle Farfalle. Elis e Laura ne riemersero con indosso entrambe un maglione senza forma. Stava bene a entrambe.
Ogni tanto mi sentivo un po' eclissata dalla bellezza di Laura, Elis e Allison, tutte e tre belle a modo loro. Laura aveva dei ricci castani perfetti che le incorniciavano il volto e le fossette. Elis era biondissima, un po' bassa e con un grande seno. Allison aveva dei capelli neri a spaghetto, magrissima, altissima e con le lentiggini. E io? Abbastanza alta (se 166cm potrebbero significare essere alta), occhi nocciola, capelli castani, zero curve e pure l'apparecchio per i denti.
Dopo un po' arrivò anche Allison e tutte e 4 ci dirigemmo verso il falò allestito nel braciere. Da mangiare ci passarono alcune scatolette di tonno e delle pesche. Successivamente ci spiegarono il gioco notturno: una normale lotta allo scalpo, squadriglia contro squadriglia, ogni componente con tre vite e, se vieni scalpato, devi dare una vita a chi ti ha eliminato. Scalpo era il gioco preferito dagli scout. Ogni componente doveva avere il fazzoletto simbolo della città e del proprio gruppo infilato nei pantaloni, lo scalpo, poi doveva cercare di toglierlo agli altri. Se ci riuscivi, dovevi urlare "scalpato!". Il tutto cercando di non farti scalpare.
Infilai il fazzolettone nei leggins e lo coprii leggermente con la felpa. Poi diedero il via.
A scalpo ero sempre stata abbastanza forte: ero veloce e agile, nessuno mi batteva. La mia tecnica era sempre la stessa: infrattati, così nessuno viene a scalparti. Tutti i più grandi se la prendevano sempre con i più piccoli, facendoli fuori subito, poi se la battevano tra di loro.
Mentre salivo una ripida salita sentii le urla dal campo. Da quanto udivo, due o tre più piccoli erano stati fatti fuori. Sperai con tutto il mio cuore  che uno di questi fosse Laura. Non avevo niente contro di lei ma la mia amica è robusta, quindi forte.
Una volta finita la salita, la strada era tutta in piano. Mi chiesi tra me e me se non mi stessi allontanando troppo, ma non mi preoccupai: da lì sentivo tutte le voci provenienti dal campo, quindi avrei udito anche il fischio della fine del gioco. Corsi ancora un po', le foglie secche scricchiolavano sotto le scarpe da ginnastica. Arrivai a una rete alta un metro buono più di me. Oltre c'era una strada e... Una casa?
All'improvviso uno scricchiolio mi distrasse. Quando mi girai vidi Elis, Laura, Benny, uno del primo anno, molto simpatico, Philip e Richard, terzo anno. Cinque contro uno non mi sembrava giusto. Erano fermi e mi guardavano come si guarda un dolce. Nella lotta corpo a corpo non ero forte. Poi i loro sguardi incontrarono all'unisono qualcosa alta più di me, esterrefatti. Mi girai lentamente, la paura che mi cresceva dentro. Un uomo, no un lupo, no un incrocio, era davanti a me. Gli occhi rossi come il sangue, artigli e zanne affilatissime.
-Correte!- urlai con tutta la forza che avevo in corpo.
Richard fu il primo ad andarsene, seguito a ruota da Philip. Laura e Elis iniziarono a correre insieme a me, Benny poco più avanti a noi. Ero la più veloce delle tre. Laura inciampò in un ramo, il mostro appena dietro di lei. Io e Elis la aiutammo a rimettersi in piedi. Le due partirono sparate, senza accorgersi che il mostro mi aveva preso per la caviglia. Caddi, urlai con tutta la forza che avevo in corpo. Le due continuarono a correre, senza girarsi.
-Stronze!- gridai.
Diedi un calcio in faccia al mostro per liberarmi, ma feci peggio. Mi immobilizzò anche l'altra gamba. Le lacrime premevano agli occhi, ma non era il momento per farsi prendere dal panico. Mi sdraiai sulla schiena. La bestia dagli occhi rossi aveva lasciato il posto a una con gli occhi gialli. Alzai il testa. Un altro mostro arrivò e mi prese le braccia, una mano teneva i polsi incrociati sopra la testa e l'altra tirava giù la felpa, scoprendo l'avambraccio destro. Cercai di liberarmi, ma quei tizi avevano una forza inumana.
Il mostro dagli occhi rossi ricomparve alla mia destra, le zanne bianche splendevano alla luce della luna. All'improvviso si chinò e mi morse la pelle bianca latte. Un dolore lancinante si diramò in tutto il corpo. Digrignai i denti dal dolore. Sangue rosso iniziò a uscire dalla ferita, sporcandomi la felpa. Con le poche forze rimaste misi in atto tutte le lezione anti-stupro fatte a scuola. Liberai le gambe e diedi un calcio in faccia a occhi-rossi e occhi-gialli. Mi alzai in piedi. Occhi-blu mi guardava, un sorriso malizioso dipinto sulla bocca. Aveva delle meravigliosi fossette. Wood non è il momento di guardare un ragazzo carino, soprattutto uno che ti ha morsa! Gli diedi un pugno con la mano buona e corsi via. Le gambe iniziarono a cedere, lacrime calde mi rigarono il viso. Caddi per tutta la discesa. Una volta in fondo sentii alcune torce puntate addosso, urla che chiamavano aiuto, passi nella mia direzione. Mi rannicchiai. Sentii le voci di Allison, Benny, Elis. Con una mano nascosi il morso sanguinante e per un momento, un unico momento, mi sembrò che il ragazzo con gli occhi blu mi stesse osservando divertito.

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