Oceans - URBAN STRANGERS

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Improvvisamente quei bagni che qualche ora prima mi disgustavano tanto erano diventati un nascondiglio.
Uch e Jennifer dovevano aspettare per legge minimo 48h prima di fare la denuncia. 24 di queste erano già passate.
Stavo appoggiata alla porta, a guardare la Luna calante e a piangere. Perché io sapevo cosa stava veramente accadendo, a differenza degli altri.
Peter aveva scoperto la mia esistenza. E, come giusto che sia, stava attaccando il punto debole del branco.
Mi tormentavo gli Occhi e gli artigli, facendoli apparire e poi scomparire. Mi sembrava una cosa intelligente da fare. Ma non lo era.
-Non riesci a dormire neanche tu eh?
Mi assalì il panico quando sentii la voce di Elis. Dalla sua espressione, capii che non aveva visto niente. Si sedette accanto a me, tenendosi in equilibrio sui talloni per evitare di sporcarsi la felpa firmata.
-Secondo te perché se n'è andata?
-Non lo so.
-Un attimo prima c'era, faceva legna accanto a me, l'attimo dopo...
Elis non finì la frase che si accese una sigaretta.
-Non sapevo fumassi.
-Mia sorella. Mi passa vecchi vestiti e brutte abitudini.
Risi.
-Vuoi un tiro? Mi aiuta a calmarmi. Magari funziona anche con te.
Presi una lunga boccata dalla sua sigaretta, fino a consumarla quasi fino al filtro. Il fumo invase i miei polmoni, per poi fuoriuscire.
-Mi piace indovinare a che cosa sembrano le forme del fumo. Ad esempio, la tua sembra una casa. Vedi? La punta è il tetto e la parte sotto i muri.
Risi per lo stupido ragionamento di Elis, ridandole la sigaretta. Guardai bene il fumo. La casa era simile a quella che avevo visto la prima sera, oltre la recinzione. Oltre la recinzione...
-Io vado a dormire ok? Notte.
Salutai Elis e corsi, fidandomi dell'istinto. Arrivata alla recinzione la scavalcai, attraversai la strada e corsi fino al portone. Sembrava una di quelle vecchie case dell'Ottocento, con le colonne e suddivisa in ala est e ovest.
Sperai in tutto il cuore che Allison fosse lì, anche se sapevo che molto probabilmente sarei sembrata una scema che fa irruzione in una proprietà privata. Meglio essere in due.
Ruggii come Zack mi aveva insegnato. Poco dopo sentii la sua risposta.
-È l'una del mattino non dovresti dormire nanerottola?
Era appoggiato alla ringhiera del portico, vicino una sedia a dondolo. Salii due scalini e lo raggiunsi. Da vicino la sua faccia assonnata era adorabile.
-Allison è stata rapita.
-Lo so. Molto probabilmente dal branco di Peter. Ma cosa c'entra la sua vecchia casa con tutti questo?
-Come scusa?
-Ah vero, tu sei l'ultima arrivata. Questa era la vecchia casa di Peter e Alpha, prima del loro litigio.
-Penso che Allison possa essere qui.
-Ah... Illusa.
-Lo so che non ha senso, ma la mia migliore amica è stata rapita dal branco di Peter, che sa di me. E, se proprio dobbiamo puntare il dito contro qualcuno, la colpa è tua e di Alpha, che mi avete trasformata e messa in questo casino. Quindi questa me la devi.
E detto questo entrai, sollevando un gran polverone. Sentii dei passi dietro di me. Era Zack.
-Non posso lasciarti ammazzare, Alpha non me lo permetterebbe.
Al pensiero di morire tremai. Non avevo portato la pistola con me.
-Ti copro le spalle.- mi sussurrò.
Il salotto era enorme, pieno di mobili coperti da teli impolverati. Due scale a chiocciola partivano da lì, una diretta all'ala est, una alla ovest. La grande finestra dai vetri sporchi dava su un giardino d'inverno, pieno di bonsai e con una piccola fontanella al centro. Feci scorrere la manica fino alle dita e pulii il vetro per vedere meglio. Dalla fontana, però, non usciva acqua. Bensì un liquido nero e viscoso. Per terra, l'ombra di una sagoma umana si ergeva accanto ad essa.

Volevo urlare, ma Zack mi coprì con la mano la bocca, stringendomi contro il suo petto. Il rumore dello scricchiolio del legno sotto dei passi mi fece accapponare la pelle.
-Sono qui.- mi sussurrò all'orecchio.
I miei occhi scorsero lungo i muri. I quadri degli antenati di Peter mi fissavano. Alcuni erano inquietanti. Altri sembravano spaventati. Poi mi accorsi dell'ombra all'inizio delle scale.
-Tieni.- Zack mi passò una pistola da sotto la felpa. -È una pistola con pallottole allo Strozzalupo. Uno sparo e sono morti. Ora corri verso l'altra rampa di scale. Sul terzo scalino c'è una botola. Aprila, entraci e cerca Allison. Promettimi che rimarrai viva.
-Se tu farai lo stesso.- gli risposi guardandolo negli occhi.
Un lampo di felicità gli passò negli occhi, per poi scomparire.
-Ora, corri!
La figura si gettò su Zack, che gli ruggì  contro. Corsi verso la rampa di scale. Al terzo scalino trovai un lucchetto sopra un'apertura. Senza esitazioni, impugnai la pistola, tolsi la sicura e sparai. Il lucchetto si spezzò a metà rivelando un'apertura. Spinsi e la aprii. Sotto di me c'era buio.
Sentii ringhiare. Guardai in alto. Un'altra sagoma dagli occhi gialli mi guardava all'inizio delle scale. Mi voltai verso Zack. Aveva una manica del giubbetto strappato e si stava avventando contro il suo nemico.
-Wood corri!
Chiusi l'apertura in tempo per vedere Zack squarciare il petto del lupo.

Tastai il muro, fino a trovare una cordicella. La tirai e una lampadina appesa al soffitto si accese. La stanza era di legno, con una scrivania mal ridotta, sormontata da cartine e foto. Mi avvicinai. Erano una cartina della foresta, con puntine collegate tra loro da fili rossi. Una era su un paesino qui vicino, una in una zona sperduta nel bosco, una sul campo. Sopra ogni puntina, c'era una foto. Alpha. Zack. E io. Qualcuno mi prese per le spalle e mi fece girare. In una attimo, la mia pistola era alla sua tempia.
-Sono io... Sono io.- disse Zack con il respiro affannoso.
-Ops... Scusa.- dissi togliendo l'arma. Eravamo vicinissimi: il suo naso contro la mia fronte, il suo respiro sulle mie labbra. Sarebbe stato un momento se non fosse stato per il fatto che stava sanguinando.
-Che ti è successo?- chiesi, vedendo la sua maglietta squarciata da degli artigli, sul ventre una profonda ferita.
-Sto guarendo. Non ti preoccupare, nanerottola.
Quel soprannome cominciava a piacermi.
Improvvisamente un odore pungente mi invase i polmoni. Vaniglia. Vaniglia e cannella. Un'accoppiamento che mi faceva venire la nausea ma che piaceva tanto a... Allison. Usava sempre uno shampoo alla cannella e alla vaniglia.
Seguii l'odore, fino ad arrivare in un'altra stanza del seminterrato. Questa era vuota e molto stretta. In un angolo eccola lì. Allison aveva i capelli bagnati, il trucco scolato, era legata ai piedi a alle mani e aveva un bavaglio in bocca. Singhiozzava. Feci per andarla a liberare, quando...
-Non così in fretta.
Mi girai. Una ragazza dagli occhi gialli da lupo mi scrutava, accanto a lei Peter. Sembrava molto più vecchio rispetto ad Alpha. I capelli neri erano tirati all'indietro da un quintale di gel, gli occhi enormi splendevano di un rosso simile al sangue e i suoi artigli arrivavano a metà polpaccio. Sembrava Edward mani di forbice dagli occhi rossi.
Peter, con calma, si piegò verso la ragazza e le sussurrò.
-Uccidili.
Zack si avventò contro di lui ruggendo. Con un movimento agile, lo prese per la gola e lo bloccò al muro. Ero sola.
-Non ti preoccupare...- cominciò la ragazza con voce stridula -Non ti farà tanto male.
Ruggì e mi si avventò contro. Bloccai un paio di colpi con le mani. Cercai di farle lo sgambetto (molto intelligente Wood, congratulazioni), ma lei lo schivò con un salto mortale. Mi diede un calcio allo stomaco, facendomi cadere a terra. Lei si mise a cavalcioni sopra di me, gli artigli affilati a pochi centimetri dal mio collo. Mentre prendeva lo slancio, prima di tagliarmi la gola, tirai fuori la pistola, ruggii e le sparai.
Mi alzai in piedi, il suo corpo inerme in una pozza di sangue. Volevo vomitare. Peter mi guardava un po' stupito, un po' come interessato. Aveva lasciato Zack, che era a terra. Allison piangeva in un angolino.
Avevo ucciso la ragazza, ma Alpha aveva un branco enorme.
-Siamo fottuti.
Sentii Zack ridere in un angolo. Peter avrebbe chiamato il suo branco, ci avrebbe ucciso, e lui rideva?
-Per questa volta vi lascio andare.- cominciò Peter piano -Ma solo perché il mio "amato fratellino" non è qui. Ora sparite. E portatevi via anche lei. È una frignona.
Zack prese Allison in braccio e corremmo via da quella casa.

Fuori era ancora notte. Arrivammo fino ai bagni, da lì in poi avremmo continuato sole.
-Ce la fai a portarla?- chiese, mentre con gli artigli tagliava le corde.
-Sì, non ti preoccupare.
Mi sorrise e gli apparvero le fossette ai lati della bocca. Allison ronfava beata.
-Allora, notte.
Lo bloccai per un braccio prima che se ne andasse. Era caldissimo, i muscoli tirati a causa della guarigione.
-Che cosa le dico? Lei ci ha visto.
-Forse è meglio che le racconti la verità.
Lascio la presa e lui se ne va, scomparendo nei boschi.

       Maria ti va bene il capitolo?
Ok dopo questo breve messaggio per una mia amica
E vi consiglio la sua storia (Banshee)
Spero che il capitolo vi piaccia
Scusate se non
Aggiorno sempre ma ho deciso che sarò più regolare
Preciso ciò che succede coi titoli
Sono tutte canzoni
Che io amo e che vi consiglio
Come quella sopra
Ciaone
<3<3<3

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