28.

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Luisa uscì dall' ospedale dopo un mese.
Era libera e viva.
Ma dentro si sentiva morta.
Non aveva ancora superato per bene il lutto di Lorenzo.
Ogni tanto permettevo a Lorenzo di starle un po' accanto e di aiutarla giorno dopo giorno.
Presentò addirittura la domanda per poter diventare il suo angelo custode.
Ma non sapeva che solo gli angeli del paradiso posso diventare angeli custodi, quindi la sua richiesta non fu accettata.
I mesi passarono, le cose accadevano e tutto andava per il verso giusto.
Alcune volte Luisa si faceva prendere dalla malinconia, ripensando a Lorenzo.
E io, vedendolo soffrire a sua volta, glielo mandavo un po' accanto, a fargli compagnia.
Luisa non andava alla ricerca dell' amore.
Restava fedele a Lorenzo.
Ogni giorno lei andava al cimitero e posava sulla sua tomba un foglietto con su scritto -You're my hope, Lorenzo-.
Il lutto però non migliorava le sue condizioni.
Nonostante fosse scampata alla morte dopo un anno di coma, doveva restare sotto controllo.
Doveva abituarsi piano piano a vivere da sola, senza l' ausilio dei macchinari che l'avevano aiutata per un anno.
Ma non ce la fece.
Luisa morì tre mesi dopo essere uscita dal coma.
Fu una crisi epilettrica a spegnerla.
Lei era destinata al paradiso.
Era un' anima bianca e candida, a tutti gli effetti. Ma sapevo che in paradiso non sarebbe mai stata in quello che lei definiva paradiso.
E così portai anche lei a casa mia, Accanto a Lorenzo.
Quello per lei era il paradiso.
Sono tra le stesse nubi adesso, finalmente di nuovo insieme.
Ogni tanto mi affaccio e li trovo a parlare e a sorridere.
È stata la prima volta che mi sono addolcita.
E chi l'avrebbe detto che anche dentro di me, colei che non guarda in faccia a nessuno, ci fosse un lato dolce?
Beh, come si dice?
Tutto è bene quel che finisce bene.

You're my hope || Lorenzo/Favij ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora