Intravidi dalla fessura degli occhi delle luci, sfocate, sparse a destra e manca.
Sentii delle voci, ma non capii cosa dissero, alcune sembrarono urla.
Cosa succede?
Ricordai poco dopo; cercai di salvare la vita a Luke.
Pensai di avercela fatta.
Ma no. La voce di mia sorella persisté nelle mie orecchie, forse, tornati a casa mi trovarono distesa a terra.
Non riuscii a muovermi, fu come essere paralizzata, mi sentii molto debole e continuai a sudare freddo, ad un certo punto riuscii a sentire più distintamente la voce di mia madre, urlava, il mio nome probabilmente.
«J...net!»
Sembrava stesse piangendo, avrei voluto tanto calmarla, dirle che stavo bene, purtroppo anche se avessi potuto non avrei mai avuto il coraggio di dirle ciò che feci, ma immagino lo seppero già.
«Resi...i, siamo qu...i arrivati.»
Dove? In ospedale?
Ovvio, che stupida.
Avrei voluto farle capire che ero sveglia, ma ogni muscolo del mio corpo si rifiutò di collaborare.
Mi faceva molto male il polso sinistro, bruciava tanto, e fu l'unica parte del corpo che sentii.
Ero debole, non riuscii a stare sveglia per molto.
Quei bip che sentivo prima erano sempre più lenti, forse eravamo in ambulanza.
Sempre meno bip, sempre più urla, più pianti.
«No, te...oro, d...vi res...ete.»
"Sto facendo del mio meglio mamma."
"Non lasciarmi andare via."
Pensai.
Volevo abbracciarla, e dirle che le volevo bene almeno per l'ultima volta.
Avrei voluto dirle quanto io sia stata stupida a sbatterle la porta in faccia ogni qual volta mi arrabbiavo con lei o a disobbedirle quando mi chiedeva qualcosa.
Tanti piccoli flashback scorsero nella mia mente veloci; la prima volta che incontrai Luke al lago, mentre stava per affogare perché non sapeva nuotare, quando per il mio 15° compleanno decisi di passare la giornata con i miei genitori e Luke, in effetti molti dei miei ricordi sono legati a lui, con lui passai i momenti più belli della mia vita e mi ha aiutato a passare quelli più brutti, non mi pento di aver provato a suicidarmi per donare a lui il mio cuore, anche perché gran parte gli appartiene, se me avessi la forza piangerei, per i miei genitori, per Luke, perfino per Toby... già, Toby.
Gli promisi un appuntamento... magari avrei potuto baciarlo in quel bagno, il luogo più squallido del mondo, ma almeno non l'avrei lasciato con l'amaro in bocca.
Quei fastidiosi bip erano sempre meno frequenti, incominciò ad essere tutto più buio, poi....
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Aprii gli occhi, mi sentii intontita, guardandomi intorno mi accorsi di essere in una stanza d'ospedale, al mio fianco c'era mia madre seduta su una sedia e con le braccia poggiate sul letto, dormiva.
Cercai di mettermi seduta, fu molto doloroso. La prima cosa a cui pensai era Luke. Dovevo sapere cosa gli era successo.
Delle lacrime mi rigarono il viso, iniziai a piangere, rumorosamente, un pianto liberatorio, uno di quelli che al termine ti fanno sentire meglio e peggio allo stesso tempo.
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Quell'ultimo grande bacio
ChickLitE se quel bacio potesse essere stato d'aiuto come per il ranocchio e la bestia, tu adesso saresti qui, di nuovo con me a rendermi la tua principessa.