Capitolo 3

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Era ancora fermo per terra, da ormai 15 minuti, non si muoveva, non ebbi il coraggio di avvicinarmi a lui e non volli, sono ancora tra le braccia di Luke, da quando mi slegó, non so per cosa piansi, se per quello che mi fece Noel o di Luke, che mi vide in quello stato... oppure per entrambi.
Nessuna parola, rimanemmo in silenzio per tutto il tempo.

《Simone... tu credi che... sia ancora v-vivo?》

Esitó un momento prima di rispondermi.

《Io..》

Prese un sospiro.

《Io non lo so.》

Rimasi in silenzio ancora per un pò.

《Dovremmo controllare.》

《Dovremmo denunciarlo Janet... lo sai vero?》

《Lo so.》

《Ma, come lo portiamo in centrale?》

《Non lo portiamo con noi infatti.》

《E se va via? Ci prenderanno per pazzi e daranno la colpa a te per il livido sul mio viso.》

《Correremo il rischio, non abbiamo scelta.》

《Okey.》

《Dai vieni, non credo che si muoverà per un bel pò.》

Mi prese per il braccio e uscimmo di casa.
Appena arrivati, cercammo qualcuno d'aiuto.

《Salve, vorremmo sporre una denuncia per aggressione e stupro.》

Luke era molto calmo, anche in una situazione del genere.

《Quanti anni ha?》

《17.》

《Deve essere accompagnato da un suo tutore o da chiunque faccia le sue veci.》

《La mia amica è appena stata stuprata, a casa sua, e il suo aggressore adesso è svenuto per terra, ha ancora bisogno di un tutore?》

《Okay, salite in auto e portatemi sul posto, penserò io al resto.》

Gli indicai la strada di casa, scendemmo dall'auto ed estrassi le chiavi della porta.
Tutto sembrava uguale a come era prima di uscire.

《È al piano di sopra.》

Spero mi sentí, non riuscii a parlare più forte.
Salimmo le scale abbastanza velocemente.

《In quale stanza?》

Gli indicai la porta, o almeno quel che ne rimase.
Entrammo nella stanza, con molta calma, e notai che nell'aria c'era un pizzico d'ansia, sarà per la paura che lui non sia più lá.

《Qui non c'è nessuno, apparte questa porta sfondata e una piccola chiazza di sangue sul pavimento.》

Si fermó per qualche secondo.

《Dovrò pensare che il sangue appartenga alla ragazza e che il livido sul viso sia stato provocato da te.》

Luke impallidí, non lo fa mai, quindi decisi di intervenire.

《No! È stato il mio ex ragazzo, l'avevo fatto entrare in casa perché voleva parlare con me, e mi ha aggredita, mi ha legata al letto e...》

Luke mi fermó.

《Non sei obbligata a dire ciò che ti ha fatto. Sono arrivato io a casa sua, sentivo urla provenire dalla porta della sua stanza, ma era chiusa a chiave, quindi la sfondai. Mi trovai davanti quell'orrendo spettacolo, e per fermare quel maiale gli diedi un calcio in faccia, lui cadde a terra e svenne. Decidemmo di sporre denuncia, anche perché non era la prima volta che abusava di lei. Quel livido sul volto l'ha provocato sempre lui questa mattina, al lago e ci sono dei testimoni.》

Ci fu silenzio nella stanza per un pó.

《Io vi credo ma dovremmo comunque cercare questo ragazzo, e far analizzare quel sangue, faccio qualche telefonata.》

Si allontananó un pò da noi e si mise a telefono.

《Merdoso... sei sempre nei guai per colpa mia, dovresti smetterla di essere mio amico, non voglio che ti succeda qualcosa di brutto.》

Sorrise e si avvicino al mio orecchio bisbigliandomi molto lentamente.

《La cosa più brutta che potrebbe accadermi, sarebbe quella di perderti...》

Adoro quando diceva queste cose.

《È una dichiarazione d'amore Merdoso?》

《Non potrei mai Zannone.》

Riusciva sempre a farmi sentire meglio, anche in un momento come questo, ma in quel momento ebbi davvero voglia di liberarmi e dimenticare.

《Allora ragazzi, per prima cosa andiamo a casa di questo ragazzo, per controllare se è lì, potete venire con me se volete.》

Incontrare i genitori di Noel? Guardarli negli occhi e dirgli cosa ha fatto il figlio?
Non sapevo se ce l'avrei fatta, ma dovevo farlo.

《Si, veniamo anche noi.》

Appena avanti la casa di Noel, il respiro diventò affannoso, per fortuna fu il carabiniere a bussare.
Sentii dei passi avvicinarsi alla porta.

《Salve. Come posso aiutarla? Oh, Alessia, come mai sei qui con un carabiniere?》

Prima di dare una risposta al padre, presi un profondo respiro.

《Gabriele è qui?》

《Si... è al piano di sopra chiuso in camera sua, non l'avevo neanche sentito entrare fino a che non ho sentito la porta sbattere. É successo qualcosa di grave?》

A questo punto intervenne il carabiniere.

《Ci faccia entrare per piacere, dobbiamo portare suo figlio in caserma.》

《Ma cos'ha fatto? Hey aspetti, deve dirmelo lui è mio figlio.》

Inutili furono le sue parole. Il carabiniere salì le scale senza pensarci due volte.
Ma il padre mi fermó e mi mise una mano sulla spalla, per fermarmi, per guardarmi negli occhi, quasi per avere la sicurezza e la consapevolezza di star per perdere il proprio figlio.
Vidi scendergli una lacrima, è sempre stato un uomo così forte.

《Noel sei lì?》

Il carabiniere bussó alla porta della sua stanza, indicatagli da me.

《Apra la porta, dobbiamo portarla in caserma, non aggravi la situazione.》

Sapevo che i genitori di Noel mettevano una chiave di scorta sopra ogni cornice di tutte le porte di casa.
Quindi mi misi in punta di piedi e cercai la chiave con la mano, la trovai e la porsi al carabiniere.
Lui con molta calma la infilo nella serratura e giro.
Aprí la porta e... no.

SPAZIO AUTORE
Ciaoooo bella gente ecco a voi il terzo capitolo ;).
Come vi sembra? Commentate e fatemi sapere la vostra opinione e se vo va votate.
Pubblicheró il prossimo capitolo entro domani.

Quell'ultimo grande bacioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora