Capitolo ventotto.

259 21 2
                                    

Giulia's pov.
Nella stanza entrò Davide con lo sguardo basso.
《Che cosa ci fai qui?》 urlò Emiliano scattando dalla poltrona.
《Sta' calmo, Emis.》 ordinai stoppandolo con la mano. Ci fu qualche istante di silenzio.
Emiliano ribolliva dalla rabbia, Davide aveva l'aria da cucciolo bastonato
《Non pensavo saresti venuto》 dissi io, deglutendo.
《Sapevi che sarebbe venuto?》 mi chiese Emiliano, meravigliato e arrabbiato allo stesso tempo.
《Sapevo che mia mamma gli avrebbe parlato, voleva che sapesse che Tommaso era nato》 dissi ad Emiliano, poi mi girai verso Davide
《...ma non immaginavo che ti saresti presentato》 dissi, delusa.
《Volevo vederlo, anche solo per una volta》 disse lui.
《Ah, adesso vorresti vederlo?》 chiese Emiliano, ribolleva di rabbia.
《Dopo che l'hai lasciata da sola per tutto questo tempo, adesso ti presenti qui e dici "Volevo vederlo"? Fatti un esame di coscienza》 disse con disprezzo.
《È proprio per questo che sono qui, Emiliano》 rispose Davide, alzando finalmente lo sguardo e reagendo.
《Sono stato un coglione. Ho lasciato la donna che amavo e non ho avuto il coraggio di prendermi una responsabilità che adesso è in mano a te. Ti sei preso cura della mia famiglia, e di questo non posso far altro che ringraziarti, ma è la mia famiglia, è mio figlio.
Giulia è riuscita a sentirsi mamma dal primo momento, perché per lei è tutta un'altra cosa. Ha avuto Tommaso dentro di lei per otto mesi...ma io, io ho avuto paura. Per la mia carriera, soprattutto, lo ammetto. E sono stato davvero stupido.》
Si girò verso di me.
《Non perdonarmi se non vuoi farlo, ma ti prego. Da quando ho visto Tommaso per la prima volta, prima, a casa di tua madre, ho pensato che nessun disco che ho fatto e che farò sara bello come lui, perché non l'ho fatto da solo...ma lo abbiamo fatto insieme.
Amo lui e amo ancora te come il primo giorno, ma non posso importi di tornare con me. Adesso ami lui, e sei libera di amare chi vuoi...ma non togliermi Tommaso, perché è la cosa più bella che mi sia mai capitata.
Ho capito cosa vuol dire essere padre solamente dopo averlo visto, e forse è stato questo il mio errore...ma è mio figlio, e non voglio che ci sia qualcun altro a fare il padre al posto mio.》
Ci fu silenzio.
Cercai di non piangere, guardai Emiliano.
《Giulia, io...io non so che dire.》 scosse la testa.
《È lui il padre, io non posso mettermi in mezzo, anche se volessi farlo.》 alzò le braccia.
《Sono il tuo ragazzo e basta, il padre di Tommaso è lui. Ha il diritto e il dovere di fare il padre.》
Mi girai verso Davide...e solo Dio, in quel momento, sapeva come mi sentivo.
Potevo essere felice per Tommaso, ma mi sentivo davvero uno straccio. La mia vita era perfetta, ed ora piomba lui dal nulla e si mette in testa di voler fare il padre modello.
Non sapevo che cosa fare, che cosa dire...mi limitai a posargli Tommaso in braccio. Davide lo prese e si sedette sulla poltrona.
《Io me ne vado》mugugnò Emiliano, e sbatté la porta alle sue spalle dopo essere uscito.
《Grazie...》riuscì a dire lui.
《È tuo figlio, Davide. Hai il diritto di vederlo》risposi io.
《E così state insieme tu e lui...》disse, sembrava deluso.
《Da sei mesi...e ti ringrazio infinitamente per averci fatto litigare per la prima volta》scarcasticai.
《Mi dispiace, ma sono qui per Tommaso, non per te ed Emiliano. Sarebbe inutile, ormai ami lui》scrollò le spalle.
《Sì...amo lui. Ed era disposto a fare il padre al posto tuo. Sei venuto qui ed hai rovinato tutto...perché?》. Davide sorrideva e guardava Tommaso, non mi rispose subito. Tommaso sembrava felice, come se sentisse che Davide era suo padre. Muoveva le manine, accarezzava la guancia del papà e Davide sembrava davvero felice. Era commosso, aveva gli occhi colmi di lacrime ma tratteneva tutto, come aveva sempre fatto.
《Quando ho visto la foto di Tommaso ho subito riconosciuto i miei occhi e la mia bocca...il tuo naso, la tua fronte e le tue guance. Tutte le cose che mi piacciono di me, e il resto di te...che di te mi piace ogni cosa. Ed ho pianto, ma non davanti a tua madre. Quando sono tornato da mia madre, e abbiamo visto la foto insieme sono scoppiato in lacrime. Vi avevo persi, ed era questo quello che mi faceva più male. Avevo perso mio figlio, e come ho detto prima ho capito cosa voglia dire essere padre soltanto ora, tenendolo in braccio e guardando la sua foto. E ti ringrazio infinitamente per non aver dato ascolto alle mie parole, sono stato uno stupido.》rispose lui, guardandomi.
《Ti amo ancora Giulia, e non smetterò mai di farlo. Sei la madre di mio figlio...la prima volta l'amore l'ho fatto con te. Ma non sesso, amore. Baci, carezze, dita intrecciate, sospiri affannosi, abbracci...è stata la mia prima volta, e non mi sono mai sentito così bene in vita mia, credimi.
Ma tu adesso ami Emiliano, e la cosa può anche farmi bruciare il culo, ma non mi metterò in mezzo. Sei felice così e questo mi basta》
Non risposi...ci rimasi secca. Li guardavo e basta. Restammo così per pochi minuti...fu lui a parlare per primo.
《Quando posso rivederlo?》chiese.
《Per me puoi vederlo tutte le volte che vuoi. Parlerò con Emiliano...il tuo numero ce l'ho sempre》risposi.
《Va bene...io ora devo andare》disse alzandosi. Fece un ultimo sorriso a Tommaso e gli diede un bacio sulla fronte. Lo posò fra le mie braccia e diede un bacio sulla fronte anche a me, poi lasciò la stanza.
Guardai Tommaso, mentre con la mano battevo sulla schiena. Emiliano entrò.
《Non credo che resisterò a lungo. È comunque casa mia》mi disse.
《Ma il figlio è suo...》gli risposi, con il tono di chi voleva chiudere un discorso abbastanza fastidioso.
《Non me ne frega un cazzo Giulia, lo hai detto tu che i figli sono di chi li cresce, e non mi pare che sia stato molto presente durante la gravidanza》
《Lo ha detto prima, è stato difficile per lui capire quanto può essere bello essere padre, e tu che hai accettato tutto questo prima di lui e con suo figlio, sei un uomo d'oro ed è per questo che ti amo...ma Davide è il padre di Tommaso, e non posso impedirgli di veder crescere suo figlio, anche se con me si è comportato male.》
Rimanemmo in silenzio.
《Ho capito》disse lui, inespressivo. Se ne andò sbattendo la porta...ed io cominciai a piangere, guardando Tommaso.
《Sei nato da poche ore e già porti scompiglio, eh piccolino?》sussurrai giocando con la sua manina. Non riuscivo ad essere arrabbiata con Tommaso, non ci sarei mai riuscita. Davide aveva ragione, dentro di me lo sapevo. Era frutto di un amore meraviglioso, voluto a tutti i costi, cresciuto con gli anni, fiorito nell'anima e sofferto negli occhi. Tommaso era un bambino meraviglioso, ed anche se amavo Emiliano, avevo amato il padre più di ogni altra cosa al mondo, e per me quell'amore non sarebbe mai stato un errore.

His secret || Gemitaiz & CaneseccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora