Capitolo tre.

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Narratore.

La madre di Giulia non sapeva davvero come fare con lei. Si passò le mani sul viso, poi fece scorrere i capelli fra le dita.

«Maledetto il giorno in cui sei nata!» urlò alla figlia sbattendo un pugno sulla porta della sua camera. Erano pesanti quelle parole da dire ad una figlia, alla persona che era cresciuta per nove mesi dentro di te..ma la rabbia che la dominava quella ser riuscì a sputare solamente queste parole, che furono come una pugnalata al cuore per Giulia, che scoppiò a piangere stringendo un cuscino fra le braccia, singhiozzando in silenzio cercando di non farsi sentire.

Giulia's pov.

La mattina l'aria in casa era fredda. Era da quasi due settimane che andava avanti così. Io e mia madre non ci parlavamo, lei andava a lavorare, come sempre, tutto il giorno e la vedevo solamente la mattina e, quando non uscivo, la sera, mentre io me ne stavo a casa a pulire o a giardare un film, o uscivo con i miei amici, compreso Alessio. Mi svegliai di cattivo umore quella mattina, ero in 'quel periodo' ed i dolori si facevano sempre più intensi. Aprii la porta della mia stanza e andai in bagno. Mi lavai la faccia e dopo i denti, poi tornai in camera mia ed indossai le prime cosa che vidi: una felpa col cappuccio nera ed un paio di leggins bianchi con la stampa a croci. Raccolsi i miei capelli azzurri in una crocchia e mi truccai, poi misi le converse nere e presi il cellulare che lasciai scivolare nella tasca della felpa. Scesi in fretta e furia le scale e mi precipitai giù al palazzo. Così, dopo aver chiuso il portone dietro alle mie spalle, il vento mi accarezzò il viso, ed io alzai gli occhi al cielo. Cominciai a passeggiare per la piazza, quando qualcuno passò con un megafono su una macchina.

«Megafesta ad ingresso gratuito questa sera a mezzanotte al Ghostbusper di via Appia.» urlò una voce maschile. Subito dopo aver sentito la notizia, afferrai il cellulare dalla tasca e cominciai a scrivere un messaggio per Chiara.

A: Chiara Oi Chià, stasera c'è una festa al Ghostbusper, ingresso libero. Ci andiamo?

Da: Chiara Uhm, va bene. A che ora?

A: Chiara Mezzanotte!

Da: Chiara Alle undici e mezzo sono sotto casa tua :3

A: Chiara Perfetto! ;)

Lasciai scivolare il cellulare nella tasca, ed infilandoci anche le mani continuai a passeggiare con lo stomaco che brontolava, in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Dopo aver finito la mia ciambella notai l'orario, era ora di pranzo. Mi incamminai verso casa, quando il mio cellulare vibrò. Lo sfilai dalla tasca e lessi un numero non salvato in rubrica.

Da: Sconosciuto Ciao Giulia, sono Alessio:)

A: Alessio Ah, ciao Ale! ^^ Ma..come hai avuto il mio numero?

Da: Alessio Sinceramente mi sento un po' in colpa: ho fregato di nascosto il cellulare a Davide ed ho cercato il tuo numero xD

A: Alessio Cerca di non farti scoprire, non sopporta quando gli altri gli prendono il cellulare di nascosto.

Da: Alessio Va bene! In realtà l'ho preso perché volevo solamente chiederti se stasera andavi al Ghostbusper per la festa.

A: Alessio Si, ci vado con Chiara. Perché ci vai anche tu?

Da: Alessio Si, vado con Davide e i soliti amici.

Il cuore mi salì in gola, ero contenta di rivederlo di nuovo. Quel ragazzo mi stava facendo uno strano effetto..quando lo guardavo prendevo letteralmente fuoco, e mi sentivo in imbarazzo. Sorrisi allo schermo del cellulare e in tutta fretta risposi

His secret || Gemitaiz & CaneseccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora