Capitolo tredici.

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Aveva un mazzo di tulipani, i miei preferiti!
«E permesso?» disse una voce maschile, e senza permesso entrò e si tolse il mazzo di fiori dal viso, era Gianluca.
«Tesoro!» dissi emozionata, mentre lui si avvicinava a me e mi abbracciava.
«Scusami se non sono venuto ieri, ma sono stato tutto il pomeriggio al lavoro» disse sedendosi sul letto, accanto a me.
«Tranquillo» dissi posando i fiori sul comodino.
«Allora, quando esci?» chiese
«Non ne ho idea» risposi alzando le spalle e scuotendo la testa, «ancora non mi fanno sapere nulla». Annuii dicendo di aver capito, poi cominciai a parlare io, dopo qualche istante di silenzio.
«Gianluca» dissi, poi mi guardò, «ho intenzione di scoprire se Davide mi ha detto la verità e se è stata davvero Claudia a farlo ubriacare» dissi tutto d'un fiato. Gianluca sorrise e si scagliò su di me per abbracciarmi.
«Scopriremo la verità» disse stringendomi, «fosse l'ultima cosa che faccio». Si staccò e tornò al suo posto.
«Devo scappare..Davide è a casa mia e dobbiamo fare delle cose» sorrise. Mi salutò dandomi due baci sulle guance, e salutò Chiara allo stesso modo, per poi andare via.
«Chissà cosa devono fare» chiesi in un sospiro riprendendo il libro
«Io vado a prendere un vaso per i fiori» disse indicando la porta con i pollici, e poi scomparve dietro di essa. Io ricominciai a leggere il mio libro, e quando tornò Chiara, dopo aver messo i tulipani nel vaso, accanto ai fiori di Alessio, cominciò a prepararsi.
«Vado a farmi un giro per saperne qualcosa di più su questa storia» disse mettendosi la borsa in spalla.
«Va bene, fammi sapere» sorrisi. Sorrise e mi salutò con le dita, poi sparì dietro la porta..e rimasi sola nella stanza, mentre affondavo tra le parole del mio libro.

Gianluca's pov.
Rientrai a casa e Davide era sveglio. Era seduto sul divano. Lo guardai per qualche secondo, poi guardai la tv e capii che stava giocando alla play.
«Stacca, dobbiamo andare» dissi indifferente.
«A fare cosa?» chiese continuando a guardare lo schermo.
«Dobbiamo parlare con Flavietto» dissi serio. Davide mise in pausa e mi guardò, poi si alzò e spense la Playstation e la tv. Andammo in camera ed aspettai che si vestisse, poi uscimmo con una scusa. Davide si parcheggiò in macchina, sul sedile del passeggero, così io salii accanto a lui.
«È ora che tu impari a guidare, Davide» sorrisi mettendo in moto.
«Non ho motivo per farlo» disse serio, continuando a guardare lo schermo del cellulare. Non continuai il discorso, ero sicuro che si sarebbe arrabbiato e non volevo aprire una discussione.
Arrivammo sotto casa di Flavietto, così parcheggiai l'auto proprio di fronte al portone. Citofonammo ed arrivammo sul suo pianerottolo.
«Che ci fate qui a quest'ora?» chiese Mad.
«Dobbiamo parlare con Flavietto» disse Davide, «è importante» disse serio.
«Sono qui» disse Flavietto uscendo dalla sua stanza.
«Senti Flà io non voglio più scoparmela a Claudia, non lo posso fare» disse.
«Non vuoi capire che se la seduci quella troia ti dice tutto..vero?» chiese.
«Aggraverebbe solamente la sua posizione, Flaviè» intervenni io, «e se Giulia viene a sapere che hanno continuato a scopare? Sarebbe solamente contro di lui!»
«E voi come avete intenzione di scoprire che cosa è successo quella fottuta sera al Ghostbusper?» chiese incrociando le braccia.
«C'è un modo..tendiamole una trappola» dissi io.
«Del tipo?» chiesi.
«Ci parlo io con Claudia» disse una voce femminile. Ci girammo tutti verso la porta, era Chiara, che se ne stava sulla porta con le braccia incrociate.
«Che ci fai qui?» chiesi io, a dir poco sconcertato.
«La domanda è: perché la porta era aperta?» Flavietto sgridò Mad mettendo le mani sui fianchi.
«Dato che Giulia vuole assolutamente sapere se è stato Davide o è stata Claudia, e dato che tu e Davide non eravate a casa tua, e che il Bunkerino era chiuso, dove potevate essere?» chiese.
«Ha intuito la ragazza» sorrise Mad.
«Ci parlo io con Claudia, sono sicura che mi dirà tutto» disse lei sicura.
«E come fai ed esserne così sicura?» sorrise Flavietto inarcando il sopracciglio ed incrociando le braccia. Chiara inarcò il sopracciglio.
«Dopo che Claudia ha baciato Davide quella sera, mentre io aiutavo Giulia a salire in macchina, non smettevo di guardare. Ha usato il cellulare..ha chiamato qualcuno. Ha detto al telefono "detto, fatto" a bassa voce, Davide non se lo ricorda, era troppo ubriaco..ma lei l'ha detto. Io l'ho sentita, Giulia no. Era troppo presa a male» e qui guardò Davide.
«E questo cosa potrebbe significare?» chiese Flavietto.
«Che era tutto programmato, che ne ha parlato con qualcuno o che magari qualcuno gli ha ordinato di farlo per far lasciare Davide e Giulia» rispose lei.
«Chi potrebbe mettersi contro di loro?» chiese Mad. Lo guardarono tutti, come se avesse bestemmiato
«Il Secco!» ringhiò Davide.
«Bene..adesso abbiamo bisogno solamente di conferme, no?» chiese Chiara, e senza avere nessuna risposta aprì la porta.
«Chiara!» urlò Davide afferrandole il polso, «perché non me lo hai detto prima?»
«Me lo sono ricordato solamente prima. Quando Giulia mi ha chiesto di scoprire qualcosa, Gianluca è arrivato dopo una mezz'ora e le ha portato un mazzo di fiori» disse guardando Gianluca, poi tornò a guardare me «quando è andato via sono andata a prendere un vaso, e sono passata per i corridoi, e in una stanza c'era un'infermiera con un bambino che non voleva fare il vaccino. Allora l'infermiera, mentre parlava dicendo che il bambino doveva farlo per non prendere la varicella, gli fa la puntura. Dopo guarda il bambino e dice 'Detto, fatto'. Ed è lì che mi è tornato in mente tutto. Ho portato il vaso a Giulia e sono subito venuta qui» spiegò.
«Allora andiamo a parlare con Claudia?» chiesi io. Chiara sorrise ed annuì.

Chiara's pov.
Decisi di voler guidare io, anche se la macchina era di Gianluca, così lui si mise accanto a me, ed il trio delle meraviglie (Davide, Flavietto e Mad) si mise dietro. Arrivammo fuori casa di Claudia, ma c'era già qualcuno: c'era un suv parcheggiato fuori la porta di casa sua.
«È la macchina di Alessio» ringhiò Davide.
«Si, lo so, ma calmati» dissi. Riuscii a vedere Alessio che dava qualcosa a Claudia, per poi andare via.
«Davide e Chiara hanno ragione» disse Gianluca, «probabilmente Claudia ha chiamato Alessio per dirgli che era riuscita a farsi baciare, e a farsi vedere»
«Questa me la paga» ringhiò Davide stringendo i pugni, riuscivo a guardarlo dallo specchietto retrovisore.
«Calmi, adesso vado a parlare con Claudia» dissi aprendo la portiera. Bussai al finestrino di Davide, e lui lo abbassò.
«Non fare stronzate» dissi quasi in tono di minaccia, per poi avviarmi verso la porta di Claudia. Bussai e lei aprì senza nemmeno chiedermi chi ero.
«Tu sei..?» chiese guardandomi.
«Mi fai entrare?» dissi entrando senza aspettare che lei mi diede il permesso.
«Vai già male, non mi piacciono le persone impiccione» disse incrociando le braccia.
«E a me non piacciono le persone che rubano i fidanzati» dissi incrociando le braccia e sedendomi sul suo divano. Ci fu del silenzio, mentre io la guardavo tenendo un sopracciglio inarcato, le gambe accavallate e le braccia incrociate.
«Che cosa vuoi?» chiese incrociando anche lei le braccia.
«Voglio sapere la verità» dissi io cambiando completamente espressione: se prima la mia era un espressione di sfida, di istigazione, quella che avevo assunto in quel momento era seria, quasi cattiva.
«Io non ho niente da dire» ghignò scuotendo la testa, «a parte che Davide, dopo la notte passata insieme in discoteca, è tornato da me, e abbiamo fatto l'amore un'altra volta». Scoppiai a ridere, non riuscii a trattenermi
«Se quello è fare l'amore tesoro mio, io mi chiamo Angelina Jolie» dissi in preda alle risate. Diventai seria dopo qualche istante, mentre lei mi guardava arrabbiata.
«Perché Alessio ti ha dato dei soldi?» chiesi io alzandomi.
«Non credo siano affari tuoi» rispose guardandomi negli occhi.
«Oh io invece credo che lo siano, e che tu mi dirai tutto» ghignai camminando intorno a lei con le braccia incrociate.
«E perché ne sei tanto sicura?» ghignò.
«Hai chiamato qualcuno quella sera, mentre Davide barcollava e rideva» e qui cominciai a camminare per tutta la casa, «hai detto una frase al telefono.."detto, fatto".» dissi inarcando un sopracciglio.
«E tu credi che questo possa farmi parlare?» ghignò.
«Oh beh, non so..tanto possiamo benissimo vedere sul cellulare no?» dissi cedendogli la mano per avere il suo telefono, «se sei così sicura, fammi controllare chi hai chiamato quella sera, a quell'ora» ghignai, sicura che lei non avesse cancellato le telefonate, non lo fa mai nessuno.
«È stato Alessio a chiedermi di portare Davide a letto con me, e mi ha anche pagata» disse guardando per terra. Sorrisi soddisfatta.
«Brava» dissi dandole dei colpetti con le dita sulla guancia, poi uscii da casa sua. Salii in macchina e misi in moto senza parlare.
«Allora? Com'è andata?» chiese Davide.
«Te la sei scopata di nuovo?!» urlai quasi piangendo, mentre acceleravo, premendo con foga l'acceleratore.
«Si, ma ti prego, vai piano!» urlava Davide.
«Perché non me l'hai detto?!» urlai di nuovo, andando ancora più veloce.
«Chiara, fermati! La macchina è mia!» urlò Gianluca.
«Davide perché non mi hai detto che avete scopato ancora?!» urlai ancora, «dimmelo, perché altrimenti non rallento!»
«È stata colpa mia!» intervenne Flavietto, «l'ho costretto io. Pensavo fosse l'unico modo per farsi raccontare tutto!» urlò Flavietto.
«Chiara, ti prego, rallenta!» urlò Mad.
«Io mi fidavo di te Davide, e tu l'hai tradita..» dissi quasi piangendo, «lei ti amava» dissi appoggiando la testa sul volante. Ormai premevo l'accelleratore ma non sterzavo. Sentii un tonfo.

His secret || Gemitaiz & CaneseccoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora