{CAPITOLO 1}

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📝CAPITOLO 1📝
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Hey, mi chiamo Mar, Mar Smith, ho 17 anni e frequento l'università di Ontario, in Canada. Mi trovo bene in quest'università, non che colleg. I professori sono bravi e gentili, gli alunni educati e perfetti, escluso qualche bulletto da quattro soldi. La mia stanza è la numero 106, condivido la stanza con la mia migliore amica Brooklyn, o come la chiamiamo noi, Brook. Facciamo un sacco di cazzate insieme, parliamo tutto il tempo di ragazzi, ragazzi e ragazzi. Da quelli più belli a quelli meno belli, da quelli più dolci a quelli meno dolci. Io il fidanzato non ce l'ho, o almeno ne avevo un qualcuno, giusto una decina. Lo so sembrerò troia, ma volevo cercare quello giusto. Ormai sono due anni che non ci provo con qualcuno. In camera mia, io e Brook abbiamo scavato in una parte della parete che era fatta di polistirolo (lo usiamo come muro dove appendere fogli e cazzate varie), lo abbiamo fatto più comodo possibile e meno visibile alla responsabile del colleg femminile (abbiamo la parte dei maschi separata dalle femmine ed è assolutamente vietato, dopo le ore 20:00 essere nella parte opposta del sesso diverso). Perché tutto questo? Perché, come ben saprete in ogni colleg è severamente vietato tenere animali, a prescindere da che animale o da che specie, che sia un pesce o che sia un topo o un leone, per dire. Beh noi teniamo dentro quel buco comodo e profondo la nostra piccola Jessy, una ciuaua classica, stronza ma dolce, piccola ma forte, delicata ma feroce. È abituata ad essere trattata con cura e delicatezza e non accetta ospiti indesiderati. Se solo scoprissero della sua esistenza, noi saremmo bandite da questo colleg e lei portata in un canile. Il nostro preside è severo riguardo le regole del colleg, che sia non correre nei corridoi o non insultarsi, anche tra le più banali. Consegna ogni anno un manuale delle regole a tutti gli alunni, sia a quelli nuovi che quelli vecchi, spende mezzo milione di dollari per nulla, invece di comprarci strumenti per le lezioni, o comprarci un qualche distributore di bevande o merendine, tanto quelle merde di regole non le legge nessuno. E che dire, pensate a quando ha trovato una matita per terra in corridoio, è dovuto persino andare in polizia a fare scansioni alle impronte digitali presenti nella matita e tutte le nostre impronte digitali. Capisco le regole severe, ma questo non è normale. Sono figlia unica, avrei tanto voluto avere un fratello o magari una sorella, con cui passare l'infanzia o passare il tempo libero, fuori scuola. Alle elementari non ero tanto sociale e mi serviva qualcuno come un fratello o una sorella con cui stare, che mi consolasse o che mi abbracciasse. Ma è acqua passata ormai. Con i miei genitori non mi sento molte volte ora che frequento l'università. Mio padre non si fa sentire da settimane ormai, messaggi, chiamate, lettere, email ma nulla, non risponde. Si spacca la schiena ogni giorno per fare un po' di soldi così da mantenere la nostra piccola famiglia, piccola perché siamo in 2. Eh già. Mia mamma è morta quasi 18 anni fa, dico quasi perché tra poche settimane sarò ufficialmente maggiorenne, dopo avermi partorito con fatica, dopo aver passato 9 mesi e mezzo in dolori allo stomaco, svenne e andò in coma, senza nemmeno vedermi, senza nemmeno vedere sua figlia.

La ragazza ribelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora