Tempo fa, quando mio padre mi portò all'asilo, li chiesero se poteva allenare le squadre di calcio della scuola e dell'asilo. Lui si mise a disposizione a patto che io avessi potuto giocare con quelli dell'ultimo anno d'asilo.
Beh accettarono, e mio padre si ritrovò pieno di lavoro, avevamo solo il fine settimana da passare assieme salgo partite del mio asilo.
Andando avanti i pochi amici che mi ero fatto, essendo molto timido, finirono per odiarmi, soltanto perché pur non sapendo giocare a calcio ero nel gruppo dei più bravi.
Le ultime settimane passate all'asilo le ho passate seduto in un angolo a testa bassa. Nessuno voleva giocare con me, nessuno voleva parlarmi, anzi mi puntavano il dito dicendo che ero un bambino cattivo.
Nell'asilo c'era un orologio che ad ogni ora faceva il verso di un animale, e stavo tutto il giorno ad aspettare che facesse il verso del cane, così sapevo che papà sarebbe arrivato a prendermi e portarmi via da quel brutto posto.
Quando lo vedevo sulla soglia della porta mi alzavo e li correvo in contro e lo abbracciavo forte,forte.
Quando tornavamo in casa con l'auto, metteva sempre la canzoncine dello zecchino d'oro che mi piacevano tanto.
Arrivati a casa ci mangevamo sempre un gelato sul campetto di calcio del condominio, e poi giocavamo, giocavamo per almeno un'ora.
Poi la sera mentre cenavamo mi chiedeva com'era andata all'asilo e io li rispondevo benissimo, ero un tantino bugiardo ma mi piaceva vederlo felice pur mentendoli. La parte più bella della giornata era dopo la cena che facevamo la chiamata giornaliera su Skype con mamma e Lapo. Era bellissimo, mio padre che sorrideva a mia madre, io e Lapo che ci facevamo le boccacce. Mi mancavano, il mio desiderio era tornare uniti come una volta. Ora eravamo come un quadrifoglio diviso a metà.
Nei pomeriggi seguenti, mio padre non aveva trovato una babysitter e allora doveva portarmi con sé a lavoro nelle scuole calcio. Mentre lui teneva la sua lezione/allenamento, io mi mettevo in un posticino dove non davo fastidio e facevo qualche tiro in porta, era noioso stare lì da solo, ma era sempre meglio di andare all'asilo o agli allenamenti di calcio.
Durante le partitelle che faceva fare ai bambini delle scuole calcio, per non farmi stare tutto il tempo in disparte a guardarli o a giocare da solo, mi faceva fare il raccattapalle, e fu così che iniziai a capire pian piano come funzionavano le partite di calcio, come possesso palla, calcio d'angolo o rimessa. Più iniziavo a capire cosa fosse il calcio e più iniziava a piacermi.
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Il tempo mi ha cambiato Ma il passato rimane presente
FanfictionUn ragazzo con un passato orribile alle spalle, un ragazzo diverso fra tutti, diverso soprattutto quando si tratta di stare 90 minuti su un rettangolo verde, due porte, una palla in campo e una squadra. Un ragazzo che è disposto a tutto per inseguir...