La settimana seguente passò in fretta, e finalmente era il 10 luglio 2004, il mio compleanno!
Questa mattina mi svegliai felice, perché sapevo che stasera sarebbe arrivata mia mamma!
Mi avviai verso la cucina saltellando per fare colazione, papà mise su un pangocciolo la candelina con il numero 4 sopra, iniziò a cantarmi : Tanti auguri a te!- lo abbracciai, si inginocchiò e mi diede un pacchettino in mano, disse che questa era una parte della sorpresa, e che il resto me lo avrebbe rivelato mamma questa sera. Lo aprii, era una maglietta di calcio della squadra che allenava il mio padrino in Argentina. C'era scritto Vanacore con il numero ventisette.
Papà mi sorrise e mi chiese: Ti piace il numero 27? L'ho scelto io, era il numero con il quale giocavo a calcio quando ero piccolo come te.
Me la misi per andare all'asilo, ero contento di aver ricevuto la mia prima maglia di calcio.
All'asilo ci fu pure il compleanno di un altro bambino e festeggiammo. Il pomeriggio mi preparai un'ora prima di uscire. Zaino in spalla e davanti alla porta ad aspettare papà, e quando arrivò, salutai tutti felice, per la prima volta avevo sorriso in quel postaccio.
Salii in macchina e papà disse che stasera verso se 20:00 sarebbe arrivato pure Gabriel dall'Argentina solo per vedere me.
Arrivati a casa, mentre stavo aiutando papà ad apparecchiare, qualcuno suonò al campanello. Corsi ad aprire alla porta e mi ritrovai davanti mamma, l'abbracciai fortissimo, mi era mancata un sacco e finalmente era qui accanto a me.
Dopo gli abbracci e i baci sdolcinati fra lei e papà, mentre la cena cuoceva ci sedemmo a guardare un film. Poi fecimo una brevissima chiamata Skype con Lapo, mi fece gli auguri in inglese, e io ignorante li risposi : Lapo? Ti sei morso la lingua?
Finimmo la conversazione con un'allegra risata.
A cena, mangiammo pasta al sugo. Mentre mio padre parlava di cose noiose a mia madre, suonò il telefono di papà, un numero sconosciuto. Non ci decimo molto caso. Dopo cena, eravamo seduti a tavola, mentre papà e mamma mi stavano rivelando la sorpresa all'improvviso, la maniglia della porta si stava muovendo, la stavano scassinando...
Mamma e papà si alzarono di scatto, mi dissero di andare a nascorndermi in camera mia e di non uscire, ma non fecero in tempo di finire la frase che cinque uomini armati ed incappucciati fecero irruzione in casa. Uno di questi sparò dritto a mia madre, che cadde a terra, le avevano sparato dritto al cuore. Poi mentre mio padre si precipitò da lei, uno con un coltello lo sorprese da dietro e li disse: Meriti questo e altro!
Poi fece cenno a uno che venne verso di me con un coltello e me lo puntò al collo, ( da sinistra verso destra ) iniziò a premere finché non mi fece un taglio e poi si fermo e disse a quello che aveva sotto tiro papà: Non posso, è solo un bambino! Lui non c'entra!!!
Si sentirono le sirene della polizia, forse qualcuno del condomino deve averla chiamata. Iniziarono a scappare, poi uno si girò verso mio padre e li sparò 4 colpi e poi se la diede a gambe.
Papà era a terra con tanto sangue che li usciva dallo stomaco, mi avvicinai a lui con le lacrime agli occhi: Papà non lasciarmi da solo! Prometto che giocherò con tutti i bambini dell'asilo e che da grande farò il calciatore come desideri te, ma non volare via pure tu!!!
Agonizzante mi rispose a malapena: Leo, devi essere forte perché papà sta per volare in cielo da mamma, tu non mollare mai, insegui il tuo sogno e vinci! Io e mamma veglieremo da lassù te e Lapo.
Lentamente chiuse gli occhi fece un gemito e morì. Mi misi accanto a lui, li tenni il braccio forte e iniziai a piangere, anche questa volta in silenzio, non riuscivo a comprendere che era l'ultima volta che li ho parlato, e che era l'ultima volta che li avrei visti.
Arrivo la polizia erano increduli alla scena che stavano vedendo. Un poliziotto adagio si avvicinò a me, mi prese in braccio e mi disse: È tutto finito, sei salvo, ora ti porto giù dal dottore.
Io urlai - No lasciatemi!!! Papà!!! Mamma!!!
Mi portarono dabbasso al parcheggio del condomino dove era parcheggiata l'ambulanza. Mentre mi curavano la verità al collo il poliziotto iniziò a farmi domande su domande di quello che era successo. Risposi con un filo di voce alle domande.
Vidi che era appena arrivato Gabriel che stava parlando con il poliziotto il quale mi aveva fatto le domande, si asciugò le lacrime e venne da me si sedette e mi prese imbraccio e mi sossurrò: Leo? Ti va di venire a stare da me in Argentina?
- Non posso ho promesso a papà che da grande giocherò a calcio. E poi Lapo dove andrà?
- Lapo starà a Londra dal suo padrino.E quando sarai più grande tornerai in Italia se lo vorrai.
Ora che sei ancora piccolino vieni in Argentina con me?
- Però tu mi aiuti a diventare bravo a giocare a calcio?
- Certo Leoncino.Dopo una settimana di indagini chiusero il caso per poche prove.
Feci gli ultimi esami e partii per l'Argentina con Gabriel era la prima volta che salivo su un aereo ed devo dire che è davvero bello volare!
L'unica cosa che però non mi era piaciuta era che non hanno fatto il funerale per i miei genitori, ma so che sono al cimitero di Torino e che quando tornerò là, li andrò a trovare. 🌹💐
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Il tempo mi ha cambiato Ma il passato rimane presente
FanficUn ragazzo con un passato orribile alle spalle, un ragazzo diverso fra tutti, diverso soprattutto quando si tratta di stare 90 minuti su un rettangolo verde, due porte, una palla in campo e una squadra. Un ragazzo che è disposto a tutto per inseguir...